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I bombardamenti USA in Siria hanno mandato nel caos i trumpisti italiani

C'è chi pensa sia tutta una finta, chi si immagina Trump in lotta coi poteri forti e chi è rimasto deluso e gli ha tolto il like alla pagina.

Negli ultimi giorni la situazione in Siria è tornata ad attirare l'attenzione del mondo: prima per l'attacco chimico del 7 aprile a Douma, alla periferia di Damasco, e poi per la decisione di Stati Uniti, Regno Unito e Francia di bombardare alcuni obiettivi militari del regime siriano—decisione arrivata dopo diversi giorni di riflessioni e diversi tweet confusi di Trump.

Ma la confusione ha riguardato anche i suoi più accesi sostenitori italiani, ovvero i gestori della pagina Donald Trump Italian Fan Club, che negli ultimi giorni, tra un meme e l'altro, hanno cercato di razionalizzare quanto accaduto e il fatto che il loro idolo Trump si sia schierato contro la Siria dell'altro loro idolo (Assad).

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Non è la prima volta che i trumpisti italiani sono costretti a fare acrobazie di questo tipo: esattamente un anno fa, in occasione dell'attacco chimico di Khan Sheikhoun (anch'esso attribuito dall'ONU al regime siriano, e che aveva provocato la reazione americana e il lancio di qualche missile su una base aerea siriana) la pagina aveva scritto: "Noi dello staff del Donald Trump Italian Fan Club, a seguito dell'attacco di poche ore fa, ci schieriamo dalla parte del popolo siriano. Denunceremo ogni attività americana in Siria."

E anche in questo caso i fan italiani di Trump sono rimasti fedeli alla linea. Il 12 aprile, mentre si parlava di un possibile attacco americano alla Siria, hanno scritto che "la nostra opinione non è cambiata rispetto all'anno scorso. Noi trumpisti italiani non prenderemo mai posizioni affini a personaggi come Roberto Saviano, Laura Boldrini, Luciana Littizzetto."

Nei giorni successivi a questa dichiarazione di coerenza, però, i "trumpisti italiani" hanno anche cercato di razionalizzare l'accaduto.

"Che sia tutta una messinscena per accontentare l'opinione pubblica e mediatica senza arrecare ingenti danni? Noi ce lo auguriamo, la verità la scopriremo nei prossimi giorni," hanno scritto il 14 aprile, la mattina dopo il bombardamento. A cui ha fatto seguito, poche ore fa, un altro status in cui si riportava la notizia che "il presidente Trump è stato chiaro affermando che vuole un ritorno a casa delle forze americane in Siria."

Leggendo i commenti sotto tutti questi post è evidente come nessuno stia capendo niente di quello che sta succedendo: c'è chi attribuisce al presidente degli Stati Uniti una razionalità superiore e sostiene che abbia deciso di bombardare la Siria "per finta" ("Come il precedente attacco! Il Presidente Trump è un fenomeno, troppo intelligente per compiere un errore strategico.. Lui ha sempre la situazione sotto controllo!"), chi se lo immagina come un Don Chisciotte in lotta contro i poteri forti ("Trump a mio avviso non può molto contro il Deep State americano, anzi, in modo un po' maldestro credo stia cercando di contenere i danni.") e chi invece è rimasto molto deluso e "alla luce degli avvenimenti di ieri sera" dice di aver tolto il like alla pagina Facebook di Trump.

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