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esperimenti

Ho provato a vivere come Trump per un giorno

Ho bevuto un sacco di Diet Coke, mangiato solo McDonald's, guardato Fox News, giocato a golf e desiderato la morte.
Tutte le foto di Caroline Tompkins

"Rocket Man" di Elton John mi suona in testa praticamente da tutto il giorno, e appena scoccano le tre del pomeriggio il mio cervello inizia a dare segni di cedimento. Sono sveglia dalle sei meno un quarto di stamattina, ho guardato tutto Fox & Friends passando a Morning Joe durante le interruzioni pubblicitarie, e mentre apro la quarta Diet Coke della giornata e mi preparo a gustare il mio pasto di McDonald's—due Big Mac, due Filet-O-Fish e un milkshake al cioccolato—mi chiedo come possa qualcuno (qualcuno che per di più è l'attuale presidente degli Stati Uniti) vivere così.

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Proprio come Donald Trump anche io sono nata a New York, adoro McDonald's, bevo un sacco di caffè e passo troppo tempo su Twitter, che ricambia ferendomi almeno tanto quanto mi pompa l'ego. Di conseguenza, quando sul New York Times è uscito un dettagliatissimo pezzo sulla giornata tipo di Trump—una giornata piena di televisione e Diet Coke—ho deciso di approfittarne per capire cosa gli passi per la testa, o almeno trasformare la mia, di testa, in una versione il più possibile simile alla sua.

Al di là delle somiglianze, siamo due persone profondamente diverse. Tanto per cominciare, io sono una sinistroide che ha votato prima per il vecchio comunista Bernie e poi per la signora Hillary. E a differenza di Trump, non sono affatto mattiniera. Ho sempre pensato che otto ore di sonno a notte fossero fondamentali per la mia salute mentale—ma diventare Trump non è forse la cosa più lontana che esista dalla salute?

Come spiega il NYTimes, Trump "segue il notiziario sulla CNN, poi passa a Fox & Friends per svagarsi e farsi ispirare, e a volte guarda Morning Joe sulla MSNBC perché, sospettano gli amici, gli dà la carica per la giornata. Rinvigorito o infuriato—se non entrambe le cose—Mr. Trump prende in mano il suo iPhone. A volte twitta quando ha ancora la testa sul cuscino."

Altrove viene suggerito che Trump sia un fan delle vestaglie, quindi indosso ne indosso una e faccio del mio meglio per rinvigorirmi e/o infuriarmi mentre guardo la TV. Anche se non è facile sentirsi spontaneamente indignati a quest'ora del mattino—Fox & Friends propina sì un'idiozia dopo l'altra, ma è anche tremendamente noioso—sento salire la rabbia.

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Del resto, mi sono svegliata prima dell'alba. Sto guardando un programma che non volevo guardare. Ma cosa fa Trump quando si innervosisce? Twitta. E così faccio anche io:

Alcuni dei miei tweet.

Secondo il Times, un'altra delle attività caratterizzanti la sua giornata è il consumo di Diet Coke (ne beve più di dieci al giorno). Inoltre, prende le decisioni sulla base di "autoconservazione, ossessione e impulsi." Guarda un sacco di telegiornali, spesso tiene la TV accesa e col volume azzerato anche durante gli incontri di lavoro. Chiama fino a 12 volte al giorno il capo dello staff della Casa Bianca, John Kelly, per "chiedergli dei suoi programmi o farsi dare dei consigli."

Io non ho nessun capo dello staff alle mie dipendenze, ma per tutto il resto non dovrebbero esserci problemi. Inizio col cercare di litigare su Twitter. Quella stessa mattina, Trump ha twittato contro la senatrice democratica Kirsten Gillibrand, che il giorno prima aveva chiesto le sue dimissioni. Metto in pausa la playlist che ho creato raccogliendo le canzoni preferite di Trump (tra cui la sopracitata "Rocket Man" di Elton John e "We're Not Gonna Take It" dei Twisted Sister) e chiamo il mio editor Harry per qualche consiglio. Mi dà qualche suggerimento, ma sono tutti così stupidi che nemmeno mi preoccupo di memorizzarli, e riattacco convinta che l'importante sarà l'autenticità. Mi concentro sul cofondatore di Vox e noto sinistroide Matt Yglesias. Non vado sempre d'accordo con le sue considerazioni politiche, ma qui è tutta una questione personale.

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Yglesias conduce un podcast per Vox, "The Weeds," e anche se sembra felice di parlare del più e del meno su Twitter, ignora ripetutamente le mie richieste di essere invitata in trasmissione. L'erba mi piace, e dopo che le mie cortesi richieste di attenzione vengono accolte dal silenzio più assordante, mi sento indignata.

Anche il resto della redazione di Vox mi ignora, ed è allora che capisco che se voglio essere come Trump devo twittare cose che possano far incazzare i miei follower. La dimensione di Donald Trump non è tanto nell'azione, quanto la reazione. Bisogna sempre sentirsi sotto attacco. Quindi inizio a rispondere ai tweet con cui non mi trovo d'accordo, ma anche in questo caso non ottengo attenzione. Fake news!

Apro un'altra Diet Coke in cerca di ispirazione, poi twitto:

Sono convinta che le persone di sinistra tendano a essere d'accordo quasi su tutto ma finiscano per scontrarsi sempre per via di quello che Freud chiama "il narcisismo delle piccole differenze." Il che spiega come mai i miei tweet innocenti hanno fatto incazzare un sacco di comunisti che mi inondano di risposte in cui mi informano che "il liberalismo è l'ala sinistra del fascismo," mi chiedono quanto vengo pagata per esprimere queste opinioni o mi danno della centrista.

Ora è il momento del McDonald's. L'amore di Trump per il fast food è uno dei punti su cui battono più spesso i suoi critici, specialmente da quando l'ex capo della sua campagna elettorale Corey Lewandowski ha rivelato che la sua ordinazione standard includeva due Big Mac e due Filet-O-Fish, che il presidente li mangiava scartando il pane e che poi mandava giù con un milkshake.

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Da parte mia ho un profondo rispetto per McDonald's, che chiamo con affetto semplicemente "Donald's" e frequento in modo esagerato, ordinando di solito patatine fritte e un McGriddle con uova, bacon e formaggio. Mi piace perché costa poco, te lo portano a casa e non importa dove sei, sai sempre che cosa aspettarti. Per questo le critiche e le prese in giro a Trump per le sue abitudini alimentari mi sono sempre sembrate ingiuste.

Ma mettiamo le cose in chiaro: l'ordine tipico di Donald Trump da McDonald's è un crimine contro l'umanità. Non ho mai provato prima il Filet-O-Fish perché non sono abbastanza malata di mente da pensare che sia una buona idea ordinare del pesce da McDonald's, e infatti fa schifo. Ma la vera schifezza è mangiare il Big Mac senza il pane. Il Bic Mac è costruito con tre fette di pane e c'è un motivo per cui è così, come ho scoperto quando lo disassemblo. Mangiare i due hamburger pieni di salsa da soli, accompagnati da lattuga e formaggio, è praticamente impossibile. Alla fine il milkshake al cioccolato è l'unica cosa decente del mio pasto.

UberEats mi consegna l'ordine con quasi un'ora di ritardo e mentre lo aspetto riesco a illudermi che il pranzo mi darà le energie necessarie per superare il male di vivere che avevo addosso. Ma dopo aver mangiato mi sento solo peggio. Sono disidratata per aver bevuto solo Diet Coke (quattro) ed esausta per essermi svegliata così presto. Ho bisogno di dormire ma non riesco a prendere sonno. Dato che Trump è un grande fan delle telefonate chiamo mio padre, ma telefonare mi costringe a pensare a qualcun altro che non sia io e questa non mi sembra affatto una cosa da Trump. Così metto giù e mi ritrovo a fissare l'abisso del mio feed di Twitter e chiedermi ossessivamente se piaccio alla gente o no.

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Mentre apro la quinta Diet Coke provo una fitta di repulsione. Non voglio mai più bere Diet Coke (che pure un tempo mi piaceva) in vita mia. Ho un disperato bisogno di bere acqua e di staccarmi da internet per qualche ora. Fallo, mi dice il diavoletto appollaiato sulla mia spalla, Del resto essere Trump vuol dire fare il cazzo che vuoi, no? Ma sono intrappolata nell'esistenza di Donald Trump: gonfia, egoista, intenta a refreshare le menzioni di Twitter in modo psicotico per vedere di minuto in minuto chi ce l'ha con me.

E nonostante tutte queste sensazioni mi annoio un sacco. Per essere il presidente degli Stati Uniti, la routine quotidiana di Trump è piuttosto vuota. La tv è noiosa, Twitter dopo un po' smette di essere divertente e nessuno risponde alle mie chiamate, a parte il mio editor e mio padre.

Così vado a giocare a golf.

"Fake News"