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crisi dei migranti

Al via a Catania il processo allo scafista che avrebbe causato 800 morti nel 2015

Mohammed Ali Malek, 28 anni, secondo l'accusa sarebbe il responsabile di uno dei più gravi incidenti nella storia delle migrazioni nel Mediterraneo, che causò tra i 700 e gli 800 morti.
Foto di Alessandro di Meo / EPA

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Comincia oggi a Catania il processo al tunisino Mohammed Ali Malek, 28 anni, che secondo l'accusa sarebbe il responsabile di uno dei più gravi incidenti nella storia delle migrazioni nel Mediterraneo.

Malek sarebbe infatti il trafficante alla guida dell'imbarcazione rovesciatasi al largo delle coste libiche il 18 aprile 2015, causando tra i 700 e gli 800 morti — benché il numero preciso delle vittime, soprattutto africane e bengalesi, sia impossibile da definire con certezza.

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L'uomo, che era tra i 28 sopravvissuti salvati dalla marina italiana, avrebbe urtato un mercantile portoghese, il King Jacob, che si stava avvicinando all'imbarcazione nel tentativo di effettuare un'operazione di salvataggio.

Nei giorni successivi al terribile incidente, i maggiori rappresentanti delle istituzioni europee si riunirono per approntare un piano in grado di affrontare l'emergenza-migranti nel Mediterraneo.

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Il relitto della barca fu ritrovato il 7 maggio 2015 a una profondità di 375 metri, grazie all'utilizzo di cacciamine e sonar della marina militare italiana. I funerali di 24 corpi sono stati celebrati il 23 aprile a Malta, con una cerimonia interreligiosa.

Mohammed Ali Malek venne ascoltato il 24 aprile scorso dal gip di Catania: su di lui - sul suo 'assistente' 25enne Mahmud Bikhit - pendono le accuse di omicidio colposo plurimo, sequestro di persona e naufragio, causato da una manovra errata.

Sia Malek che Bikhit si sono dichiarati innocenti. Ora dovranno confrontarsi con gli altri superstiti della tragedia, che pur essendo avvenuta in acque internazionali, è stata posta sotto la giurisdizione italiana.

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Secondo quanto riportato dal Guardian, l'avvocato di Malek non cercherà di dimostrare che il suo assistito non era a capo dell'imbarcazione, quanto piuttosto tenterà di screditare l'errore di manovra che avrebbe portato al rovesciamento dell'imbarcazione.

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Un anno fa, il quotidiano britannico aveva intervistato alcuni dei passeggeri, portando alla luce alcuni dei metodi brutali utilizzati dagli scafisti prima dell'incidente: i passeggeri furono divisi in gruppi da 8-9 persone, caricati su alcune scialuppe da alcuni uomini armati che li hanno condotti fino alla nave. Per caricare la barca ci sarebbe volute diverse ore. Al termine delle operazioni, la maggior parte dei trafficanti avrebbe lasciato la nave, affidando probabilmente proprio a Malek la guida dell'imbarcazione.

Nel 2015 altri due scafisti, Haj Hammouda Radouan e Hamid Bouchab, sono stati condannati all'ergastolo dal Gup di Catania per le loro responsabilità correlate a un'altra 'tragedia dei migranti', quella che nel maggio 2014 causò la morte di 17 migranti al largo delle coste libiche.

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