Salute

Come fare sesso senza innamorarsi, secondo la scienza

Gli scienziati hanno isolato gli ormoni responsabili dell’innamoramento e i processi che li fanno produrre al nostro cervello. Potremo usare queste informazioni per fare sesso senza dover gestire quei fastidiosi sentimenti post-coitali?
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
uomo e donna a letto
Illustrazione di Grace Wilson.

Vanessa* aveva giurato che non avrebbe più fatto sesso occasionale dopo quello che era successo all’addio al nubilato di un’amica. Aveva preso un appuntamento su Tinder alle 2 del mattino “mentre bevevo da una cannuccia a forma di pene,” ed era finita a fare sesso di qualità appena “OK” con un ragazzo decisamente mediocre: “disprezzavo lui e tutto quello che rappresentava con tutta me stessa,” racconta.

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Eppure, si è ritrovata ammaliata da lui. “Ogni fibra del mio corpo urlava non lasciarlo andare,” dice. “Era un bel casino.”

È una situazione fin troppo familiare per molti: decidi di fare sesso con una persona che non hai interesse a frequentare, per poi ritrovartici inspiegabilmente innamorato/a.

"Voglio sempre frequentare le persone con cui faccio sesso," aggiunge Lucy, 25 anni. “Anche se le odio.”

L’attrazione romantica funziona in modo misterioso; si pensa che sia il risultato di un complesso cocktail di ormoni, processi neurobiologici e condizionamenti sociali. Mentre molte parti della coscienza umana restano un completo enigma, gli scienziati hanno isolato alcuni ormoni e strutture cerebrali che potrebbero essere responsabili per quei messaggi da fuori di testa che hai mandato l’altra sera.

Molto di quello che sappiamo sull’amore l’abbiamo imparato dall’arvicola della prateria, un parente del topo di campo. Questi roditori sono i preferiti dagli scienziati che cercano di risolvere il mistero dell’amore: a differenza del 97 percento dei mammiferi, sono monogami, e le coppie di arvicole della prateria formano legami fortissimi. Se ne hanno la possibilità, gli animali—perlopiù diffusi nei boschi dell’Europa e dell’Asia—scelgono di trascorrere il tempo esclusivamente con i loro partner, a pulirsi a vicenda e infine a fare un nido e dei cuccioli insieme. Negli studi, i ricercatori hanno isolato due ormoni responsabili di questi legami duraturi: l’ossitocina e la vasopressina, i quali vengono rilasciati durante l’atto sessuale tra arvicole della prateria.

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I test sull’arvicola dimostrano che quando ai maschi si somministra una dose di vasopressina—o alle femmine di ossitocina—gli animali formano un legame a prima vista con il primo potenziale compagno, anche prima che avvenga l’accoppiamento. Per le arvicole maschio e femmina, hanno quindi concluso i ricercatori, la vasopressina e l’ossitocina sono gli ingredienti magici per la monogamia, ciò che lega i due topini insieme finché morte non li separi.

"L’arvicola maschio produce vasopressina,” spiega Larry Young, un ricercatore della Emory University specializzato nel comportamento sociale dell’arvicola della prateria. “Il sistema della vasopressina stimola un comportamento territoriale. È un legame di tipo possessivo.” Altri studi hanno dimostrato che quando i maschi dell’arvicola ricevono l’iniezione di una sostanza che inibisce il rilascio di vasopressina, non stabiliscono un legame con le partner femmine.

Le femmine dell’arvicola, invece, dipendono più dall’ossitocina (seppur anche i maschi rilascino questo ormone). L’ossitocina, prodotta nell’ipotalamo, è profondamente legata a una pletora di comportamenti sociali, compreso il legame materno, la formazione di attaccamento e la lettura e il riconoscimento di segnali sociali. Nelle femmine dell’arvicola, l’ossitocina si lega alla dopamina per creare un forte senso di attaccamento.

"C’è un cocktail chimico che si forma nel cervello [femminile], e tra gli ingredienti c’è l’ossitocina,” spiega Young. “Fa sì che il cervello assorba i segnali sociali del partner sessuale—cose come il suo volto, il suo odore, il suo suono.” Quando le arvicole si accoppiano, una parte del cervello chiamata nucleus accumbens stabilisce una connessione tra i segnali sociali che l’ossitocina le costringe a osservare e il senso di piacere provocato da un sostanzioso scarico di dopamina (l’ormone del piacere) nel cervello.

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Quando la dopamina e l’ossitocina si collegano nel cervello dell’arvicola dopo il sesso, si sviluppa l’affetto. “È da lì che viene il legame,” spiega Young. “Ha luogo nella parte del cervello dove si sviluppano anche le dipendenze.”

Coppia di arvicole della prateria

Anche il cervello umano contiene recettori di ossitocina e vasopressina. E, come le arvicole della prateria, gli umani rilasciano quantità enormi di ossitocina durante il sesso. Il dottor Young spiega che la stimolazione del petto e della zona cervicale durante il sesso è considerata la causa del rilascio di grandi quantità di ossitocina nel cervello femminile, integrate da un altro carico di ossitocina che raggiunge il cervello post-orgasmo. Una ricerca della dott. Helen Fisher dell’Università dell’Indiana ha rilevato che, se passi allo scanner i cervelli di persone innamorate, esibiscono un’attività anomala nelle parti che producono e distribuiscono dopamina—le stesse regioni che si attivano quando consumi cocaina.

Young ipotizza che l’attaccamento romantico sia una forma di ansia evolutiva sviluppatasi per incoraggiarci a organizzarci in coppie in modo che i nostri figli abbiano le migliori possibilità di sopravvivenza. “La progenie umana ci mette tantissimo a svilupparsi—la madre allatta il bambino per anni. Storicamente, è benefico che i partner sessuali sviluppassero un legame in modo da lavorare assieme per crescere una progenie più sana possibile,” conclude.

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Ma è possibile impedire che questo legame si sviluppi? Visto che l’ossitocina e la vasopressina sembrano creare questi fastidiosi attaccamenti post-sesso, è possibile manipolare questi ormoni in modo da evitare di piangere ubriachi tutta la notte dopo l’ennesima botta e via? Il dott. Young dice che è possibile.

Il primo passo per controllare gli ormoni dell’amore, secondo lui, è evitare di guardarsi negli occhi—si sa che uno sguardo reciproco prolungato accresce il rilascio di ossitocina nel cervello. “Quando stai facendo sesso con una persona,” spiega Young, “stai creando una connessione intima in particolare con il suo viso e i suoi occhi. Questo entra nel tuo cervello e dà una ricompensa immediata. L’amore e l’affetto sono molto simili alla dipendenza. Hanno molte sostanze chimiche in comune. Quindi se riesci a deviare quell’informazione evitando il contatto con gli occhi, è un passo avanti.”

A proposito di dipendenza, “cocaina e metanfetamina aumentano la secrezione di dopamina, e la dopamina serve per creare legami di coppia. Se accresci in maniera esogena questa dopamina prima di un momento intimo, non avrà lo stesso impatto più avanti,” spiega Young. “Il sesso non sarà altrettanto speciale e il differenziale del rilascio di dopamina sarà più basso.” Questo spiega perché chi ne fa uso prima del sesso potrebbe avere meno probabilità di associare l’afflusso di ossitocina al partner sessuale e creare un legame. L’alcol può invece avere l’effetto contrario sulle donne. “Quando il maschio dell’arvicola beve alcol diventa promiscuo e non forma legami,” dice Young, citando uno studio che sta portando avanti in cui viene somministrato alcol a un’arvicola maschio e le si lascia la possibilità di accoppiarsi con una femmina. “Normalmente, se l’arvicola maschio si è accoppiata con una femmina, il giorno dopo quando lo mettiamo in una gabbia con tre camere che contengono tre femmine, sceglierà di stare con quella con cui si è accoppiato in precedenza.” Tuttavia, se l’arvicola maschio era ubriaca durante l’accoppiamento, sceglierà di non stare con la femmina con cui si è già accoppiato. “Preferirà le femmine nuove.” Questa meccanica non funziona con le arvicole femmine. “Quando assumono alcol, aumenta le probabilità che sviluppino un legame prematuro.”

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Un altro modo per prevenire un’associazione intima tra il tuo scopamico e la crescente attività nel centro delle ricompense del tuo cervello è concentrare i tuoi pensieri su un’altra persona durante il sesso. “Costringi il cervello ad associare il piacere che stai provando a qualcun altro,” spiega Young. “Può essere una star del cinema o qualcuno che non vedrai mai. Così facendo, dirotti l’attenzione su qualcuno che non è presente.”

Young aggiunge: “Gli umani sono l’unica specie in cui gli uomini hanno adottato la strategia della stimolazione del petto durante il sesso per stimolare il rilascio di ossitocina. Il petto è diventato negli umani un punto di attrazione sessuale e parte dei preliminari. È un modo per attivare il sistema dell’ossitocina, costringendo il cervello della femmina a provare attaccamento verso il partner sessuale.” (Il cervello delle donne rilascia ossitocina in risposta alla stimolazione dei capezzoli per rafforzare il legame con i figli.)

La sessuologa Nan Wise , nel frattempo, ricorda che in fondo, come diceva la Bloodhound Gang, non siamo altro che mammiferi. "Questi sentimenti sono una reazione naturale e inevitabile nei mammiferi. È come una droga, quel senso di infatuazione. Ma puoi imparare a gestirlo,” dice Wise. “Non considerarlo così fondamentalmente significativo. I sentimenti non vengono dalla persona [con cui sei appena stato/a a letto]; derivano, piuttosto, dalla tua reazione alla stimolazione.”

A differenza delle arvicole della prateria, la maggior parte degli umani ha la consapevolezza di sé e l’abilità intellettuale di capire che ciò che prova non è necessariamente reale. Sapere che il tuo cervello è inondato da una potente sostanza che piano piano si riassorbirà può aiutarti a gestire meglio le tue emozioni post-coitali. Riconosci che non si tratta di nulla più di un attacco di romanticismo chimico e che passerà presto, e libera i tuoi genitali da tutte queste catene.