Perché gli adolescenti di oggi bevono e si drogano meno?

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Droga

Perché gli adolescenti di oggi bevono e si drogano meno?

La "generazione Z", quella composta da chi nel 2017 ha tra i 12 e i 22 anni, consuma meno stupefacenti degli adolescenti di ieri.
Max Daly
London, GB

Considerato che sono cresciuto a Londra negli anni Ottanta, il mio consumo di alcol e droga non era superiore alla media. Devo aver cominciato a bere a 14 anni, perché è proprio a quell'età che ho causato un'incidente stradale dopo troppe birre. Nel periodo delle medie sniffavamo bianchetto in classe, fumavamo sigarette in pausa pranzo ed erba in sala giochi. L'università è stata una maratona di partite a scacchi in botta, acidi, funghetti nei parchi e concerti punk con un significativo consumo di alcol.

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È un comportamento strano per i ragazzini di oggi? La "generazione Z", quella composta da chi nel 2017 ha tra i 12 e i 22 anni, consuma più o meno stupefacenti degli adolescenti degli anni Ottanta, Novanta e Duemila? Ci ritroveremo con un'altra generazione di debosciati?

È difficile farsi un'opinione. Secondo molti articoli, gli adolescenti non sono più così attratti dall'alcol—si comportano piuttosto come i membri di una specie di ordine monacale ossessionati dal cibo bio e dallo yoga. Eppure, esiste tutto un altro filone narrativo che racconta delle morti dovute all'ecstasy, sempre più numerose, della gente che inala gas esilarante, della Spice spacciata nei cortili delle scuole, e delle ragazzine inglesi che hanno battuto tutti i primati di consumo di alcolici.

A prima vista sembrano esserci le condizioni ottimali per la diffusione del consumo di droga. Le sostanze illegali sono più facili che mai da trovare, anche online. Sono più accettate a livello sociale e le pene, nel caso, sono meno rigide. Eppure, tutti gli indizi puntano nella direzione per cui fumo, alcol e droghe si troverebbero lungo una lunga parabola discendente. A metà anni Ottanta, il 55 percento dei ragazzini tra gli 11 e i 15 anni aveva fumato una sigaretta, e il 62 percento aveva bevuto alcol. Oggi, il 18 percento ha fumato una sigaretta, e il 38 percento ha bevuto alcol. La proporzione dei ragazzini tra gli 11 e i 15 anni che hanno fatto uso di una sostanza illegale è quattro volte meno rispetto al 2001, con un passaggio dal 29 al cinque percento.

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Vale lo stesso per chi ha quasi o ha da poco superato i vent'anni. Nei libri di storia del futuro, molto probabilmente il 1998 verrà raccontato come il picco nel consumo di droga tra i giovani inglesi. Allora, quando i soldi e il brit pop erano ovunque, il 31,8 percento delle persone tra i 16 e i 24 anni aveva fatto uso di una sostanza illegale. Eppure, nel 2016, soprattutto grazie a una graduale riduzione nell'uso della cannabis, quel numero è sceso al 18 percento. Nonostante ci sia stato un nuovo balzo nel 2012, oggi il consumo di cocaina e MDMA è minore rispetto ai picchi del 2008 e del 2001. E per quanto riguarda droghe come anfetamine, allucinogeni e pasticche, solo una minoranza di adolescenti ne fa uso.

Cosa succede? Perché i giovani, storicamente i consumatori chiave, stanno abbandonando l'alcol e le droghe?

In cerca di risposte, ho parlato con Chloe Combi. Scrittrice ed ex professoressa delle medie, per il suo libro del 2015, Generation Z, ha parlato con 2.000 adolescenti britannici di sesso, amore, famiglia, scuola, crimine e salute, e della loro relazione con le droghe. Così facendo, Combi ha ottenuto una prospettiva unica.

"Non credo che all'improvviso gli adolescenti si siano trasformati da animali scatenati in pensionati," dice. L'alcol e la droga rappresentano ancora una parte importante nelle loro vite. "Per esempio, oggi un sacco di ragazzini ricchi fanno uso di cocaina. Le scuole private stanno avendo grossi guai a riguardo. E anche le canne sono ancora al centro dell'interesse di alcuni gruppi."

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Ciononostante, vent'anni di campagne contro il fumo e la droga avrebbero fatto il loro, dice Combi. "Gli adolescenti sono influenzati soprattutto dagli altri adolescenti," dice. "Non è più considerato da sfigati dire, 'non mi drogo, non bevo'—è perfettamente ok, adesso."

Combi ha notato una differenza rispetto agli anni Novanta, quando andava lei a scuola. "Se avevi 15 anni negli anni Novanta, idolatravi Liam Gallagher. Adesso, il tuo mito è Ed Sheeran. Quando andavo a scuola c'era il brit pop con il suo immaginario collegato alla cocaina, mentre adesso non penso che le droghe si portino dietro tutto questo fascino."

Nel libro di Combi, molti riferimenti alla droga non avvengono perché l'intervistato ne fa uso, ma perché i suoi genitori hanno un rapporto problematico con qualche sostanza. E questo rapporto ha funzionato da campanello d'allarme per le nuove generazioni.

"È un tema ricorrente. Da nord a sud, centinaia hanno dichiarato di essere preoccupati dal consumo di alcol dei loro genitori," dice. "Molti sostenevano che i genitori bevessero troppo quando arrivavano a casa dal lavoro; alcuni avevano problemi con l'alcol, altri erano veri e propri alcolisti."

Foto di Jake Lewis.

Inoltre, gli smartphone hanno accentuato quella che Combi chiama "socializzazione isolata", che a sua volta riduce il consumo di sostanze. Ma uno degli impatti più forti è quello esercitato dai social media, che hanno messo in campo un nuovo modello di vanità. "Viviamo in una società sempre più vanitosa, che sa quanto vale un'immagine."

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Perciò, secondo Combi, il fattore determinante è stato la paranoia da social, portata ai massimi livelli dagli smartphone. La cerchia sociale della Generazione Z non è rappresentata soltanto dai gruppi di amici, ma anche da potenziali sciami di paparazzi adolescenti, privi di ogni scrupolo morale.

"Tutto viene immortalato, e i teenager sanno che essere fotografati o filmati ubriachi marci non è il massimo. Deluderebbe gli altri. La cultura proposta dai media condanna alcol e droga, e questa vergogna è passata ai ragazzini. Se si ubriacano alle feste, è molto probabile che qualcuno metta le loro foto su Instagram o su Snapchat. I ragazzini sono sempre stati crudeli; molti, se vedono un altro a terra che si piscia nei pantaloni, gli fanno subito una foto."

I ragazzi con cui ho parlato mi hanno confermato la versione di Combi. Emma, 16 anni, mi ha detto che le sue amiche si fanno molti più problemi dei ragazzi sul fatto che ubriacarsi possa rovinare la loro immagine.

Molti altri mi hanno detto di essere troppo preoccupati per farsi le canne, non tanto dai social, ma dal doversi fare largo in un mondo sempre più competitivo. Anche Combi ha riscontrato questo fattore nelle sue interviste. "Non hanno il lusso di disporre del proprio tempo—tutto è compresso; sono concentrati sui risultati, e su cosa fare delle loro vite," mi ha detto.

Anche solo nel corso dell'ultimo decennio c'è stato un cambiamento percettibile. Da quando si è trasferita a Londra otto anni fa, Hannah, 26 anni, ha notato la differenza. "Rispetto a quando avevo 18 anni, oggi è molto più normale uscire e non bere, o passare sei mesi senza alcol. Non bere alcol è quasi accettato tanto quanto bere. Per quanto riguarda le droghe, i giovani sono più coscienti della loro salute mentale, quindi invece di cercare la fuga dalla realtà cercano la consapevolezza."

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Si tratta di un'inversione di tendenza provvisoria? O l'alcol e le droghe faranno lo stesso percorso delle sigarette, che secondo gli esperti saranno "obsolete" tra vent'anni?

"Man mano che diventiamo più istruiti e salutisti, queste tendenze si radicheranno," dice Combi. "Detto ciò, non credo, in nessun modo che il mondo stia diventando un posto migliore. Le persone hanno bisogno di vie di fuga da ciò che succede attorno a loro. Ma alcol e droghe danno anche piacere, e questa è una cosa che tutti cercheranno sempre."

Emma dice che, per lei, il modo migliore di fuggire alle pressioni di "questo mondo che ci aspetta, questo mondo ai nostri piedi" è studiare, non drogarsi o ubriacarsi come le generazioni precedenti.

"In zone come la mia, i genitori sono sempre più presenti nelle vite dei loro figli," suggerisce. "Ma noi siamo cresciuti guardandoli, vedendo quanta stanchezza e infelicità provano, e quanto questo si collega alla loro 'cultura del weekend'—perciò ovviamente abbiamo dovuto cercare soluzioni altrove."

@Narcomania / idrawforfood.co.uk