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Vuoi fare carriera con l'erba? Iscriviti all'università della cannabis

Le Cannabis University non sono una novità negli Stati Uniti. Ma in preparazione del voto sulla marijuana terapeutica in Florida, Jeremy Bufford punta a giocare d'anticipo offrendo corsi a tutti coloro interessati ad entrare nella green economy.

Foto di Jake Lewis

In Florida, come probabilmente avrete intuito dalle storie sulla droga del cannibale e i duetti porno madre-figlia, succedono un sacco di cose. Tra quelle che non succedono, però, c'è la possibilità di acquistare erba nei dispensari come avviene in altri stati americani.

Ma tutto ciò potrebbe cambiare. In questo periodo di preparativi per le elezioni del governatore, l’uso terapeutico della marijuana è diventato una questione chiave, e tra dieci mesi gli abitanti della Florida dovranno esprimersi su una proposta di emendamento costituzionale che permetterebbe la prescrizione di marijuana a scopo medico. Per passare, l’emendamento ha bisogno del 60 percento di sì, e considerato che il sostegno dell’opinione pubblica sulla questione oscilla intorno all’80 percento è possibile ipotizzare fin da ora un esito positivo.

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Anticipando l’inevitabile arrivo della green economy, Jeremy Bufford si sta adoperando per aprire la prima università della cannabis della Florida—la Medical Marijuana Tampa, che ha precedenti in strutture non profit come l'Oaksterdam University californiana—con l'obiettivo di aiutare chiunque speri di lanciarsi nell’industria dell’erba ad acquisire le competenze necessarie. Ho fatto una chiamata a Jeremy per scoprire cosa insegnerà esattamente ai suoi studenti.

VICE: Come ti è venuta l’idea di un’università della cannabis?
Jeremy Bufford: Be', è un modo per piazzarci fin da ora sul mercato, visto che non saremo in grado di avviare i nostri centri di trattamento e i laboratori prima della alla seconda metà del 2015. Fin da ora abbiamo l’opportunità di operare sotto la nostra ragione sociale per avanzare e farci una reputazione, accreditarci come un luogo in cui è possibile ricevere una formazione sull’uso medico della cannabis. Al tempo stesso, ci auguriamo di costruire un’immagine di luogo di fiducia non soltanto per l'istruzione, ma anche per l'acquisto della cannabis una volta che i centri di trattamento saranno operativi.

Che tipo di istruzione verrà offerta?
Allora, l'offerta formativa è disponibile sul sito. Essenzialmente forniamo nozioni sulla pianta dal punto di vista storico, legale, botanico e farmacologico—ovvero cosa comporterà per i pazienti e gli assistenti coinvolti. Per gli studenti sarà una sorta di praticantato, un modo per acquisire nuove competenze in un settore altrettanto nuovo. Illustriamo loro le prospettive di carriera, sia come lavoratori autonomi che come membri della nostra azienda.

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Quindi avrete corsi sulla marijuana e al tempo stesso la venderete?
Sì, è così. Dovrebbero esserci entrambi gli aspetti. Abbiamo la responsabilità di agire da punto di riferimento nella comunità. C’è tanta disinformazione circa l’uso medico della cannabis e il significato che assumerà per le persone coinvolte.

Jeremy Bufford (Foto via / via)

Questo ruolo non è un po' in conflitto con l’educazione? L’educazione dovrebbe essere imparziale; se stai vendendo marijuana e allo stesso tempo istruendo delle persone sul tema, non c’è la possibilità di interferenze?
Suppongo che ci sarà sempre una certa parzialità in proposito, e sarò io il primo ad ammetterlo. Ognuno si pone nei confronti di un tema con una certa prospettiva, e se si vuole essere onesti, bisogna ammetterlo. Quindi sono contento di discuterne apertamente. Ma funzionerebbe così: quando insegniamo, ci riferiamo a terze parti—citiamo ricerche svolte da enti fidati e indipendenti o individui attivi all’interno dello stato. In pratica, ci affidiamo alla forza della loro ricerca e della loro credibilità nel settore.

Inoltre, parte dei nostri insegnamenti servirà a formare il nostro team di dipendenti del futuro. Creeremo forza lavoro competente da cui trarre il personale per i nostri punti vendita. Ovviamente c'è questo motivo un po' meno noto, ma io lo vedo come come un punto di forza.

Quindi è comunque uno schema tipico dell'istruzione?
Sì, assolutamente.

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Quanti campus ci saranno?
Diversi. Il primo sarà a Tampa, e poi ne apriremo a Orlando e Miami.

Vorresti operare in tutti gli USA?
Ora come ora, il nostro programma è stato pensato per le peculiarità del modello della Florida, e se ci dovessero essere altre opportunità, ne riparleremo.

Fumi?
Non sono un fumatore, non sono mai stato parte di quella cultura. Mio padre ha subito una serie di operazioni che non hanno avuto esito positivo, e ho potuto constatare da me le capacità terapeutiche della marijuana nell’alleviare il dolore, incrementare l’appetito e la qualità della vita. È da lì che è nato il mio interesse, poi sono andato avanti a studiarne gli effetti in una varietà di condizioni e ho visitato i diversi stati in cui è legale. Mi sono rivolto a coltivatori, dottori, infermieri; volevo importare quel modello in Florida perché credo che l’uso terapeutico della marijuana sia inevitabile. La questione non è “se”, ma “quando”. Personalmente credo che per la Florida si tratterà del 2015, quindi stiamo creando le infrastrutture affinché la nostra compagnia possa fare da pioniere.

Come ci si iscrive?
Stamattina sono finiti i posti a disposizione per i corsi di marzo, e non abbiamo ancora avuto l’opportunità di caricare il corso di aprile. Di base puoi andare sul sito, scegliere il luogo in cui partecipare, le lezioni che vuoi seguire ed è fatta.

Fico. Quindi insegnerete anche a coltivare?
Sì. Offriremo insegnamenti sulle pratiche di coltivazione diffuse negli altri stati, e i nostri studenti verranno formati su quanto accadrà in futuro in Florida. Ovviamente non incoraggiamo nessuno a violare la legge, statale o federale che sia; operiamo da un punto di vista completamente sperimentale. Ad esempio, si coltiveranno piante di peperoni e pomodori con un simile fabbisogno nutritivo, e ovviamente insegneremo le tecniche più avanzate in fatto di idroponica e aeroponica, quelle necessarie a produrre marijuana a uso medico. Bisogna capire che non si tratta soltanto di piantare dei semi.

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Quindi chi vuole coltivare per uso personale verrà escluso?
Comprendo la domanda, tutti sono preoccupati per il “risvolto della medaglia”. Come si può impedire allo spacciatore di avere accesso a queste informazioni e di usarle per scopi negativi? La mia risposta è: puoi andare ad Harvard e prenderti un master in gestione d’impresa, e poi usarlo per scopi illeciti. Nessuno insinua che l’università di Harvard non debba avere un programma per la gestione d’impresa. Così per noi—capisco che alcune delle informazioni che forniamo potrebbero essere usate per scopi illeciti. Ma la nostra missione è dare qualcosa di valido ai pazienti, e non lasceremo che considerazioni di questo tipo possano ostacolare il nostro modo di trasmettere quella conoscenza.

Che tipo di qualifica si ottiene alla fine del corso?
Si ottiene un certificato. E la domanda legittima è, “Che vuol dire avere un certificato?” Be', ovviamente è un settore nuovo e non ci sono centri di certificazione a cui guardare, vogliamo essere i primi; a formazione completata si riceve un certificato, e quel certificato tra le altre cose permette di fare affari con noi al Medical Marijuana di Tampa. Credo che sarà solo una questione di tempo prima che altri nel settore riconoscano la legittimità del nostro certificato.  È come frequentare un corso per barman—puoi andarci, imparare come si fa il barman e ottenere un piccolo certificato. È il certificato di una compagnia che ha deciso di farlo, ma ciò che dimostra al datore di lavoro è che hai avuto l’iniziativa e i mezzi per frequentarlo.

Segui James su Twitter: @bainosaurus

Nel frattempo, in Italia:

La Fini-Giovanardi è carta straccia