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GUERRA

Gli Stati Uniti vogliono utilizzare i nuovi F-35 per combattere lo Stato Islamico

Con un tweet, l'aviazione americana ha comunicato che l'F-35 è “IOC”, che in gergo tecnico indica lo status di "initial operational capability": ovvero quando il mezzo è pronto per diventare operativo.
Due F-35A volano in una località non meglio specificata. (Foto via EPA)

Dopo tanti anni di polemiche e di turbolenze 'terra-terra', l'F-35 sembra essere più vicino a diventare realtà: il costosissimo aereo da guerra sviluppato dagli Stati Uniti dovrebbe presto solcare i cieli del pianeta nell'ambito di operazioni militari.

La US Air Force ha affermato che il Lockheed Martin F-35, che alla fine potrebbe arrivare a costare più di un trilione di dollari, è finalmente quasi ultimato: un generale dell'esercito americano ha inoltre spiegato che l'aeromobile potrebbe essere utilizzato presto per combattere lo Stato Islamico.

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Con un tweet, l'aviazione americana ha comunicato che l'F-35 è "IOC", che in gergo tecnico indica lo status di "initial operational capability": ovvero quando il mezzo è pronto per diventare operativo nell'ambito di missioni militari reali.

pic.twitter.com/TuG63ld4Mw
— Air Combat Command (@USAF_ACC) August 2, 2016

L'Air Force dispone solamente di circa 70 aeroplani, sugli oltre 1,700 ordinati in passato. Il comandante Herbert Carlisle, in una conferenza, ha annunciato che gli aerei già operativi sono pronti per essere inviati in missione nel Medio Oriente.

Far volare gli F-35 sui cieli dell'Iraq e della Siria, ha spiegato, manderebbe un "segnale positivo" in quanto "rassicurerebbe gli amici e gli alleati e rappresenterebbe un deterrente a potenziali avversari."

Carlisle ha aggiunto, tuttavia, che i jet saranno difficilmente utilizzati per combattere lo Stato Islamico prima del 2017, e solcheranno i cieli d'Europa e del Pacifico prima di 18 mesi.

Alcuni specialisti, tuttavia, nutrono forti dubbi che ciò avverrà entro i tempi appena annunciati.

Tra questi c'è Dan Grazier, fellow del Project On Government Oversight, secondo cui l'annuncio non è "altro che un'operazione di pubbliche relazioni" nell'intento di dimostrare che gli aerei, su cui sono stati fatti tanti proclami nel corso degli anni, siano davvero pronti.

Ma i problemi tecnici non sono del tutto risolti: ad esempio, ai jet manca ancora un componente chiave del software di bordo, la cui messa a punto è stata posticipata a novembre.

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I piloti sembrano comunque amare l'aereo, che i radar non intercettano quasi mai, rendendo più semplice colpire gli obiettivi schivando la contraerea nemica.

Gli aerei erano stati commissionati 15 anni fa a Lockheed Martin, che si era aggiudicata un bando pubblico. Da allora, l'effettiva messa in produzione degli aerei è stata posticipata di diversi anni, e i costi stimati sono cresciuti di quasi il 70 per cento.

Anche l'Italia ha ordinato diversi esemplari di F-35 nel corso degli anni - e dei governi - arrivando ad acquistarne finora 14 in totale.

I disagi e i rinvii hanno portato diversi committenti internazionali a minacciare di cancellare l'ordine dei velivoli; secondo quanto scoperto recentemente da VICE News, il Canada potrebbe diventare il primo paese a rinunciare agli F-35, e starebbe sondando la disponibilità di modelli alternativi ai jet di Lockheed Martin.

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