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Anche in Piemonte i contraccettivi saranno gratuiti se hai meno di 26 anni

La delibera regionale del 3 luglio mette preservativi, spirali, pillole e tutto il resto a disposizione delle ragazze piemontesi.

Qualche settimana fa è entrata in vigore in Emilia-Romagna una delibera (approvata a gennaio) che permette agli under 26 e altre categorie di richiedere gratuitamente dei contraccettivi alle Asl.

La notizia è circolata molto, soprattutto perché arrivata in un momento in cui il Ministro della Famiglia (quello che una volta si chiamava Ministro delle Pari Opportunità) è un antiabortista convito, la quota dei medici obiettori in certe zone d'Italia è squilibrata, e si esulta per l'assoluzione in appello di una farmacista che cinque anni fa non volle vendere una pillola del giorno dopo—dispositivo che rientra, ricordiamolo ancora una volta, nella contraccezione, seppur d'emergenza—a Monfalcone, in Friuli.

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Lo so, non avreste voluto leggere il paragrafo qui sopra nel 2018 vero? Per fortuna, invece, il 3 luglio un'altra regione italiana ha approvato una delibera che segue quella emiliana. E quella regione è il Piemonte. Complimenti Piemonte.

Presentata su proposta di Marco Grimaldi e Silvana Accossato di Liberi e Uguali, la delibera n.211—che cerca di mantenere e "garantire l’effettivo accesso alle procedure per l’interruzione della gravidanza"—propone la “contraccezione gratuita per le giovani donne sotto i 26 anni e per le donne disoccupate nei 12 mesi successivi al parto e nei 24 mesi successivi all'interruzione di gravidanza per le quali viene garantito l’accesso libero e diretto senza ticket nei Consultori sanitari," ha dichiarato la Consigliera regionale del Pd, Nadia Conticelli. La soglia dei 26 anni, per quanto possa sembrare arbitraria, dipende dal fatto che più facilmente prima di quell'età i giovani studiano, e non lavorano.

Tra i diversi contraccettivi che al momento dell'entrata in vigore—non c'è ancora una data precisa, ma in Emilia-Romagna c'è voluto qualche mese—del provvedimento verrano distribuiti: preservativi, pillole (anche quella 'del giorno dopo'), spirali, anelli e cerotti a rilascio ormonale utilizzati dalle donne per evitare le gravidanze. "Non dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di dover scegliere tra acquistare un anticoncenzionale o dei beni essenziali per la propria famiglia", ha dichiarato Silvana Accossato a Repubblica.

Il provvedimento infatti non è da considerarsi alla stregua di un "distributore automatico di pillole", ma una misura preventiva, "perché intercettare le ragazze e le donne può aiutarle a conoscere le opportunità del servizio nazionale, superare alcune rigidità culturali delle famiglie di origine e in generale mettersi nella condizione di scegliere se rischiare o meno una gravidanza, senza dover considerare, tra gli aspetti, anche quello economico."

Ah, ovviamente alla Diocesi di Torino, invece, il provvedimento non è affatto piaciuto.