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Berlusconi

Stamattina c'era Berlusconi in tv e niente, buon 2008 a tutti

Come fa a essere ancora lì dove l'avevamo lasciato, in un salotto tv di Mediaset a parlare male dei comunisti?
Silvio Berlusconi, in forma smagliante. Grab via Facebook

Stamattina sono sceso dall'autobus pensando: Cazzo, tra due settimane faccio 27 anni, sono proprio vecchio. Per fortuna che poi sono arrivato in ufficio, ho acceso il computer e sono ringiovanito di dieci anni guardando una diretta Facebook di Berlusconi intervistato per tre quarti d'ora da Mattino 5, tre lunghissimi quarti d'ora in cui ha parlato a rotella più o meno di qualsiasi cosa. Nel 2017, il 6 dicembre 2017, quindi quasi 2018.

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Vi sfido a guardare tutta l'intervista e poi a menzionare una cosa qualsiasi accaduta negli ultimi dieci anni: non ce la farete, perché la sensazione che vi lascia è che gli ultimi anni non siano mai accaduti e che abbia ragione quel matematico russo che si è inventato la teoria degli anni fantasma. Dev'essere per forza così altrimenti non si spiega come mai Berlusconi sia ancora lì dove l'avevamo lasciato, in un salotto tv di Mediaset a parlar male dei comunisti.

Perché in fin dei conti a parte la straordinaria sensazione di dejà-vu, l'intervista non è stata particolarmente diversa da tutte le interviste a Berlusconi che guardavamo in televisione nei primi anni Duemila. Inizia con una domanda su come mai è tornato alla carica in politica e Silvio la prende un pochino alla lontana con un lungo aneddoto sulla sua discesa in campo nel 1994 in cui compare sua madre che entra in camera sua e lo trova sdraiato sul letto che fissa il soffitto e gli dice una cosa tipo "io sono contraria, ma se hai sentito la chiamata non posso trattenerti." Una scena quasi messianica.

E tutto l'aneddoto è una premessa per parlare male del Movimento 5 Stelle: "Siamo di fronte a un pericolo grave almeno quanto quello dei comunisti nel '94," dice Berlusconi. I grillini—che, aggiunge, "ho avuto modo di conoscere"—sono diventati "i veri professionisti della politica, che vivono con l’emolumento parlamentare e sono disposti a fare qualsiasi cosa per mantenerlo," "gente che non ha mai lavorato e non ha mai fatto niente di buono per sé e per la famiglia." Se andassero al governo sarebbe un disastro per la classe media, per gli imprenditori, per tutta l'Italia, farebbero esattamente il contrario di ciò che serve al paese, ecc ecc.

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Non c'è bisogno che riporti esattamente tutto quello che ha detto, no? Potete arrivarci da soli, immagino conosciate la sua retorica, e in ogni caso potete appoggiarvi al suo account Twitter che mentre parlava riportava il punti salienti del discorso. I temi sono sempre quelli: alziamole pensioni minime, tagliamo le tasse, semplifichiamo la burocrazia.

Una delle cose che ho pensato guardato quest'intervista è stata questa: Berlusconi nel caos politico attuale, tra disillusione, odio anti-casta, fake news, post-verità e tutte le altre espressioni che abbiamo sentito usare in questi ultimi anni per descrivere il momento storico in cui ci troviamo a vivere, be'… ci sguazza. Mi è sembrato ancor più a suo agio di quanto non fosse in quelli che consideriamo i suoi anni d'oro. Non solo perché la sua personale interpretazione del concetto di fake news a quanto pare sembra essere limitata ai processi a suo carico. No, la vera prova di questa sicurezza sta nell'argomento che ha trattato per una bella fetta dell'intervista: le donne.

Qual è il primo risultato che esce se nel vostro motore di ricerca mentale inserite la query "Berlusconi+donne"? Per caso questo?

Oppure questo?

O che ne so, magari questo?

A nulla valgono i fatti, e non parlo solo degli scandali sessuali che per anni ci hanno fatto vergognare di essere italiani ma anche più semplicemente di quello che materialmente Berlusconi ha fatto sul tema quando era al potere: l'aver cancellato la legge che rendeva illegali le dimissioni in bianco (che nel caso delle donne venivano utilizzate per licenziare in caso di maternità) l'aver ostacolato in ogni modo la legge 40 sulla fecondazione assistita, il non aver fatto nulla mentre gli ospedali si riempivano di obiettori di coscienza. Silvio Berlusconi la difesa delle donne ce l'ha come fatto prioritario, ce l'ha sempre avuta e (detto così en passant) siamo sempre stati in guerra con l'Estasia.

Il finale della puntata è classic Berlusconi. Si parla del periodo che ha trascorso lontano dalla politica e del suo ritorno, e Silvio dice (testuali parole) "Stavo in Congo con Bertolaso a fare un ospedale per bambini… vennero a prendermi perché il mio partito era caduto sotto l’11 percento. Mi hanno preso per i pochi capelli che ho e mi hanno portato qui." Voleva solo godersi la vecchiaia facendo del bene e invece è costretto a tornare in pista per il bene comune. Praticamente Cincinnato. Poi ha spiegato il suo obiettivo: portare Forza Italia al 30 percento, in modo da portare il centrodestra al 40 percento, ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento e poter fare finalmente la sua famosa rivoluzione liberale. Lo dice con enfasi, facendo montare un climax che si scioglie negli applausi del pubblico.

A quel punto i conduttori vorrebbero chiudere. "Presidente, noi la vorremmo ascoltare ancora ma come lei sa i tempi televisivi…" dice la conduttrice facendo notare che devono mandare la pubblicità. Ma Silvio non molla: ogni volta che provano a chiudere la trasmissione dice "finisco dicendo ancora una cosa" e si rimette a parlare, ad esempio raccontando un aneddoto sui tempi di Publitalia, intrappolandoli nella diretta, costringendoli ad ascoltare. Come sta facendo con tutti noi dal 1994 a oggi.

Intanto, gli ultimi sondaggi politici sulle intenzioni di voto danno Forza Italia e la Lega al 30 percento, sopra tutte le altre forze politiche.

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