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Cos'è il “congedo mestruale” e come potrebbe funzionare in Italia

Da circa un anno esiste una proposta di legge che vorrebbe introdurre in Italia il cosiddetto "congedo mestruale". Abbiamo cercato di capire cosa prevede il provvedimento e se può servire veramente a qualcosa.

Il 27 aprile del 2016 la deputata del Partito Democratico Romina Mura ha presentato alla Camera – insieme alle colleghe dem Daniela Sbrollini, Maria Iacono e Simonetta Rubinato – il disegno di legge 3781: "Istituzione del congedo per le donne che soffrono di dismenorrea."

Il cosiddetto "congedo mestruale" consentirebbe alle donne che soffrono di mestruazione dolorosa di astenersi dal lavoro per un massimo di tre giorni al mese. Questo tipo di permesso non sarebbe equiparabile ad altri tipi di assenza, come quelli previsti in caso di malattia o ferie.

In caso di approvazione, ne avranno diritto donne che lavorano full o part time, con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo determinato, indeterminato e a progetto, sia nel settore privato che in quello pubblico. Si stima che in Italia tra il 60 e il 90 per cento delle donne soffra di dismenorrea.

Sarà necessario richiedere un certificato di un medico specialista, che andrà rinnovato di anno in anno e l'indennità corrisponderà al 100 per cento della retribuzione giornaliera: nessuna decurtazione del salario per chi usufruirà del permesso, che in teoria dovrebbe essere pagato dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (almeno per le donne iscritte all'INPS), anche se questo dettaglio non è stato incluso nel disegno di legge.

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