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Italia

L'ultima frontiera delle truffe online per gli studenti in cerca di case in affitto a Milano

Sono migliaia gli studenti che si spostano ogni anno nel capoluogo lombardo per frequentare l'università: sono soprattutto loro le vittime delle truffe online, tra annunci ingannevoli e riferimenti inventati ad Airbnb.
Uno studente all'Università Cattolica di Milano. [Foto via Flickr]

Vivere in un appartamento in via Tadino 33, a Milano, è un sogno che pochi studenti fuori sede possono permettersi—uno stabile di prestigio in zona porta Venezia, vicino a mezzi pubblici e metropolitana, a due passi da ristoranti etnici e discoteche famose.

Sono migliaia gli studenti che si spostano ogni anno nel capoluogo della Lombardia per frequentare l'università: secondo i dati rilasciati da Bocconi e Politecnico a VICE News, solo questi due poli ne hanno attirati oltre 25.000 nel 2015.

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L'afflusso di ragazzi e ragazze muove un immenso mercato degli affitti, basta farsi un giro sulle pagine e i gruppi Facebook che trattano stanze e appartamenti per rendersene conto.

Il rischio è che il business degli appartamenti diventi terreno fertile per truffatori di ogni risma—come sempre avviene, a Milano e altrove, quando in gioco ci sono un'ampia domanda, una scarsa offerta e grandi somme di denaro.

Le truffe così nascono soprattutto online, direttamente sui portali più utilizzati: su questi siti, chiunque voglia affittare un appartamento può pubblicare il suo annuncio con descrizione e foto dell'immobile. E poi trattare privatamente, via mail, con i locatari che mostrano interesse per gli annunci.

Tra i siti più famosi c'è casa.it, un portale di libero scambio di annunci immobiliari utilizzato sia da agenzie, sia da privati.

Nelle condizioni di utilizzo, casa.it specifica di ritenersi "unicamente responsabile della manutenzione del Sito" ma di non offrire "alcuna garanzia circa l'accuratezza, veridicità, liceità, qualità o l'attendibilità delle informazioni contenute nel Sito e dei risultati ottenuti tramite l'accesso o utilizzo del Sito."

Gli amministratori, dunque, non sono legalmente responsabili degli annunci postati sul loro sito.

È su casa.it che VICE News è entrata in contatto con tale Caterina Angioi – con ogni probabilità un nome copiato da qualche profilo su Linkedin. La presunta venditrice ci offre proprio l'appartamento di via Tadino 33: "Libero da subito. Il canone mensile è di 700 euro inclusa la connessione internet, escluse luce e gas. Tre camere da letto, cucina e due bagni".

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Il tutto, prosegue l'annuncio, completamente arredato e con un contratto regolare che può variare da una durata di due mesi fino a sei anni. In poche parole, visti i prezzi medi degli affitti a Milano, un affare.

Ci viene anche fornito un link a una galleria di foto scattate dentro l'appartamento. Ma è quando si chiede di poterlo visitare, o di avere un primo contatto telefonico, che la situazione si complica. Perché la proprietaria di casa di mestiere fa l'architetto ed è sempre fuori dall'Italia per lavoro.

Proprio per questa ragione si è affidata a un'agenzia di intermediazione: si chiama Airbnb—sostiene Angioi, rimandando al sito del colosso mondiale dell'home sharing, nato nel 2009 a San Francisco.

Leggi anche: Dentro il "palazzo della morte" di Milano

Inutile specificare che Airbnb non ne sa nulla. Contattato da VICE News, l'ufficio stampa della società conferma di non essere mai stata un'agenzia, bensì soltanto una piattaforma che mette in contatto host e guest.

"Chiunque mandi fax, mail o telefonate dicendo che opera sul nostro sito sta mentendo," ha dichiarato a VICE News Matteo Stifanelli, country manager per l'Italia di Airbnb. Inoltre, i pagamenti sul sito di Airbnb sono possibili solo tramite carta di credito, mai con bonifico bancario, in modo tale da essere tracciabili. Soldi che la società "congela" e vengono rilasciati al locatario solo 24 ore dopo che l'ospite ha fruito del servizio.

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Le richieste inviateci successivamente via mail da Caterina Angioi mettono in luce un meccanismo farraginoso: dapprima, il possibile affittuario deve fornire i propri dati personali; successivamente un non meglio specificato "corriere" di Airbnb consegnerà le chiavi dell'appartamento.

Da quel momento l'appartamento è a disposizione per tre giorni di prova, oltre i quali si deciderà - in base ai comfort della nuova casa - se rimanere a viverci o cercare un'altra soluzione.

Ma prima di tutto ciò è necessario versare una "garanzia" pari a due mensilità, ci spiega la venditrice, "per tutelare sia me, che l'immobile e allo stesso tempo lei." Se i tre giorni di permanenza non ci avessero convinto a quel punto i soldi verrebbero rimborsati.

È inutile chiedere ulteriori chiarimenti sul contratto e i documenti da presentare prima di versare due mensilità—in questo caso, 1.400 euro. La risposta non fuga i dubbi: "Verranno presentate tutte le documentazioni necessarie.

E in quanto ai soldi non invierà niente a me ma all'agenzia […] Se mi darà i suoi dati l'agenzia la contatterà per aprire la pratica."

Eppure, nonostante l'inghippo possa risultare palese a chi conosca bene la realtà di Airbnb, queste strategie possono anche avere effetto sui meno esperti.

L'ultimo escamotage dei truffatori è quello di specificare che "Airbnb di solito si occupa solo di case da vacanza ed ha una sola sede in Italia per immobili residenziali".

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Quando un internauta che non conosce il colosso californiano della sharing economy si reca sul sito web, rimane folgorato dalla serietà e dalle immagini presenti.

Se prova a informarsi, poi, scopre che Airbnb ha più di 12.500 alloggi solo nella città di Milano e che nell'anno dell'Expo ha visto crescere le sue prenotazioni del 240 per cento.

I dati parlano chiaro—e alla vittima del raggiro rimane solo la certezza di aver trovato una sorta di agenzia immobiliare, più conveniente. Almeno fino al momento della verità, spesso amara.

Si potrebbe pensare a un caso isolato. Tuttavia, tentando una nuova ricerca sullo stesso sito internet, ecco comparire un appartamento in via Plinio 4, a poche centinaia di metri da quello di via Tadino.

Lo scambio di mail è identico a quello precedente—con tanto di falso coinvolgimento di Airbnb. Cambia solo il nome della nostra interlocutrice: in questo caso, Giorgia Bonaiuti.

Chi sono le vittime? Non solo sprovveduti. Ogni settimana si fa vivo qualcuno ad Airbnb che chiede indietro i suoi soldi. A fine gennaio un ragazzo di 22 anni ha perso 1.400 euro, anticipando proprio le due mensilità richieste.

Anche le famiglie straniere, soprattutto quelle sudamericane, rappresentano il target a cui mirano gli autori di questo imbroglio. Le attirano con la minaccia di chiudere "l'affare" con altri inquilini, provano a giocare l'effetto sorpresa stringendo sui tempi. E poi, alla consegna delle chiavi, non si presenta nessuno.

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A recarsi in quei condomini si scopre che gli appartamenti non sono nemmeno in affitto.

VICE News ha inoltrato una richiesta di intervista anche agli amministratori di Casa.it, ma non ha ricevuto risposta in tempo utile per la pubblicazione di questo articolo.

Leggi anche: Cosa sta succedendo veramente all'interno dei campi rom di Milano


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Foto in apertura di Luca Volpi via Flickr in Creative Commons.