FYI.

This story is over 5 years old.

puglia

Lo studio definitivo che dimostra il boom di patologie causate dall'ILVA di Taranto

Secondo lo studio della Regione c'è un collegamento diretto tra l'esposizione alle sostanze inquinati e l'insorgenza di malattie tra i residenti.
Wikimedia Commons / Mafe de Baggis

C'è un collegamento diretto tra l'emissione di sostanze tossiche da parte dell'ILVA di Taranto e la comparsa di malattie gravi tra i residenti.

Il sospetto che da anni serpeggia tra i tarantini e gli ambientalisti è stato confermato da una relazione del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia.

Lo studio, pubblicato oggi, dimostra che "l'esposizione a PM10 [materiale particolato] e SO2 [biossido di zolfo] di origine industriale è associata a un aumento della mortalità per cause naturali, tumori, malattie cardiovascolari e renali dei residenti." Anche i ricoveri ospedialeri dei tarantini per le stesse patologie presentano valori anormali da imputare al contatto con gli agenti chimici inquinanti.

Pubblicità

In particolare, i ricercatori hanno osservato un boom di patologie respiratorie tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni. Nel quartiere Paolo VI di Taranto, zona popolata dagli operai dell'impianto siderurgico, si è registrato il 26 per cento di ricoveri in più tra i bambini rispetto al valore medio atteso per la medesima area nel periodo analizzato.

Come spiega la relazione, lo stato di salute dei cittadini esposti alle sostanze inquinanti non può essere spiegato dal fattori di rischio personali, come fumo, alcol o poca attività fisica.

L'aumento delle patologie, invece, andrebbe di pari passo con la produzione del polo industriale. Nei quartieri Tamburi e Borgo in particolare "l'andamento della mortalità ha seguito in modo speculare l'andamento della produttività."

"Questo studio complesso ha indicato una connessione diretta tra aumento della mortalità per tumore e per malattie cardiovascolari, respiratorie e i picchi di innalzamento della produzione della fabbrica," ha dichiarato il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano (PD), "anche in epoca molto recente e successiva alla contestazione di cui al capo di imputazione del processo di Taranto."

Leggi anche: Intorno all'Ilva di Taranto stanno coltivando la cannabis per bonificare i terreni

I ricercatori hanno preso in esame 321.356 persone, residenti tra il 1998 e il 2010 nei comuni di Taranto, Massafra e Statte. Tutti i soggetti sono poi stati seguiti fino alla fine del 2014 o, in caso di decesso, fino alla data di morte.

Pubblicità

Lo studio pubblicato oggi segue altre ricerche scientifiche che hanno dimostrato la connessione tra la produzione dell'impianto e l'insorgenza di malattie.

Uno studio presentato il mese scorso alla conferenza annuale dell'International Society for Environmental Epidemiology ha dimostrato un eccesso di malattie renali. Rispetto ai residenti di tutta la regione, i tarantini hanno fatto registrare il 17 per cento di ospedalizzazioni per malattie renali in più tra gli uomini e l'8 per cento tra le donne.

Sempre durante la stessa conferenza è stato presentata un'altra relazione, secondo cui i residenti di Taranto avrebbero una presenza massiccia di metalli pesanti nel cuoio capelluto.

Leggi anche: Da 48 anni la Basilicata custodisce le scorie nucleari che nessuno vuole

Il caso dell'ILVA è scoppiato il 26 luglio del 2012, quando i Carabinieri misero sotto sequestro diverse aree dell'impianto siderurgico ritenute dal gip "fonte di malattia e morte." In quei giorni scattarono anche gli arresti dei vertici della società, tra cui il patron Emilio Riva e i figli Nicola e Fabio. Per tutti l'accusa è quella di disastro ambientale.

Nel giugno del 2013, dopo l'uscita dei Riva dal consiglio di amministrazione, il gruppo industriale viene commissariato dal Governo.

Dopo più di tre anni di gestione straordinaria, lo scorso 21 settembre i commissari hanno dichiarato in Parlamento che entro il primo semestre del 2017 il polo industriale verrà ceduto a una delle due cordate che hanno presentato offerte: AcciaItalia e AM Investco Italy (ArcelorMittal-Marcegaglia).


Segui VICE News Italia su Twitter, su Telegram e su Facebook

Foto di apertura di Mafe de Baggis via Wikimedia Commons