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Germania

In foto: Le cicatrici dimenticate dell'Armata Rossa nella Germania di oggi

Due fotografi italiani hanno percorso 8.000 chilometri in due anni per documentare un passato recente rinnegato dalla memoria collettiva: le tracce lasciate dall'esercito sovietico nell'ex Germania Est.
© We Will Forget Soon

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Nelle campagne a sud di Berlino, in un campo arido e spoglio che si estende a perdita d'occhio, hanno costruito un'isola tropicale.

Sotto la cupola di un gigantesco hangar metallico alto 108 metri, si cela oggi il più ingannevole dei paradisi naturali—un parco acquatico dove abbondano palme, spiagge, acque cristalline, e la temperatura non scende mai sotto i 28 gradi, anche durante il gelido inverno del Brandeburgo.

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Fino a ventisei anni fa, quest'area era uno dei luoghi più inaccessibili dell'Europa centrale. Qui aveva infatti sede uno dei principali aerodromi dell'Armata Rossa, l'esercito sovietico che restò in Germania Est per quasi cinquant'anni dal 1945 al 1994. Nel terreno che oggi circonda Tropical Island, solcato di vene d'asfalto, decollavano e atterravano aerei da guerra, si pianificano imponenti azioni militari, transitavano comandanti di rango e soldati semplici.

Questo luogo, insieme ad altre centinaia di caserme, basi di comando, strutture di alloggio e ospedali militari, rappresenta l'eredità visibile dell'armata rossa in Germania, che nel 1991 - due anni dopo la Caduta del Muro - manteneva ancora 338,000 soldati in territorio tedesco, e che nei momenti di massima espansione raggiunse 276 postazioni dislocate in tutto il territorio della DDR. Una presenza massiccia, ma invisibile alla maggior parte dei cittadini della Repubblica Democratica.

L'hangar non lontano da Berlino che ospita la Tropical Island, un parco divertimenti ricavato in un ex aeroporto.

Vent'anni dopo la ritirata dell'ultimo soldato sovietico in terra tedesca, due fotografi italiani - Stefano Corso e Dario J. Laganà - hanno percorso 8,000 chilometri in 24 mesi per documentare oltre 300 postazioni "dimenticate" dell'Armata in Germania. Alcune di queste giacciono in stato d'abbandono, altre sono state riconvertite, altre ancora sono diventate dei mausolei viventi di cinque decenni di occupazione militare. Con oltre 20,000 fotografie, il risultato del loro viaggio è una testimonianza cruda e diretta su quello che resta di un passato recente che è stato rapidamente dimenticato.

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Il progetto, We Will Forget Soon, si è poi tradotto in un libro e in una mostra itinerante che ha concluso da poco la sua tappa berlinese, ottenendo supporto e finanziamenti dalla fondazione tedesca Bundesstiftung zur Aufarbeitung der SED-Diktatur e dall'Istituto Italiano di Cultura. Gli ultimi soldi necessari alla conclusione del lavoro sono stati poi raccolti tramite un crowdfunding.

VICE News ha incontrato il fotografo Stefano Corso per capire meglio il senso e la rilevanza dei luoghi dell'Armata Rossa per la memoria collettiva—della Germania, ma anche del resto d'Europa.

Disegni in un reparto pediatrico che ospitava figli dei soldati sovietici.

VICE News: Il progetto si chiama "We Will Forget Soon": cosa rischiamo di dimenticare, e di perdere, con la sparizione dei luoghi che avete documentato nel progetto?
Stefano Corso: Il nostro lavoro non mira a preservare o sollecitare il recupero questi luoghi: molti sono già distrutti, altri sono in disfacimento e altri ancora sono stati adibiti a nuovi utilizzi. Il tempo compie il suo corso, è inevitabile. Con la nostra ricerca fotografica preserviamo la memoria di un momento della storia recente che la storiografia ha in parte già accantonato, quasi dimenticato. Dopo la caduta del Muro di Berlino, tutta l'attenzione si è rivolta alle conseguenze di questa svolta epocale—la fine della guerra fredda e la riunificazione della Germania. Il ritorno di mezzo milione di soldati e delle loro famiglie verso casa, rappresentata da un'Unione Sovietica anch'essa in dissolvimento, ha avuto un impatto mediatico minimo e poco risalto nelle cronache storiche. Del resto, agli occhi dei cittadini tedeschi, i soldati russi presenti sul territorio erano già praticamente "invisibili". In quel momento stavano accadendo eventi più importanti, di enorme intensità nazionale emotiva e politica, e i residui di questo passato divennero automaticamente trascurabili.

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Edifici abbandonati di una base sovietica precedentemente usata dai nazisti.

Dove avete recuperato le informazioni sui luoghi e la loro posizione geografica prima di intraprendere il viaggio?
La premessa che riteniamo doveroso fare è che noi non siamo storici, ma fotografi con una forte passione per la storia del '900. Abbiamo analizzato il - poco, per la verità - materiale pubblicato dagli storici che si sono occupati in maniera organica del tema, e per il resto ci siamo affidati alle potenzialità di internet: fino a poco tempo fa esplorare le aree attraverso mappe satellitari dettagliate e metterle a confronto con periodi storici precedenti era molto difficile, quasi impensabile. Sempre online, abbiamo setacciato i numerosi forum di veterani sovietici del periodo - tuttora molto attivi nell'evocare i ricordi legati ai luoghi - attraverso cui è stato possibile riscoprire le tracce ancora visibili di quel passato. Spaziando da aree abbandonate a edifici riutilizzati, ma che continuano a mantenere forme architettoniche compatibili con la presenza, in passato, di caserme o basi militari.

Una statua di Lenin, lasciata in balìa delle intemperie.

Quali difficoltà avete incontrato durante la realizzazione del progetto?
Le difficoltà sono state numerose: l'indagine storica, l'ottenimento dell'accesso agli edifici riconvertiti e privatizzati, la ricerca di finanziamenti e di supporto logistico. Abbiamo viaggiato senza sosta attraverso alcune delle aree più remote della Germania, percorrendo a volte centinaia di chilometri per poi scoprire che la destinazione che cercavamo era stata demolita.

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Il bassorilievo di un soldato sulla parete esterna di una caserma abbandonata.

L'Armata Rossa era un esercito di imponenti dimensioni, tecnologicamente all'avanguardia: quanto di questa grandeur si percepisce ancora oggi, visitando i siti rimasti?
Ben poco. Quando l'esercito sovietico ha lasciato l'ex Germania dell'Est si è portato via tutto, lasciando edifici per lo più spogli e pochissime tracce dell'imponente presenza militare di un tempo. Restano invece molti segni della propaganda: statue di Lenin, pannelli e dipinti del partito, altri materiali interessanti. Purtroppo molti di questi reperti, sottoposti alle rigide intemperie, si stanno piano piano sgretolando. Partendo da questi resti abbiamo cercato di ricostruire fotograficamente un'idea di quello che è stato.

Un vecchio poster di Arnold Schwarzenegger (in cirillico) trovato all'interno di una caserma sovietica.

Quali sono state le tracce più sorprendenti che avete scovato negli edifici abbandonati?
Ci siamo imbattuti in diverse bombe inesplose, sparse nelle vecchie aree destinate alle esercitazioni militari per carri armati, a un centinaio di chilometri da Berlino. Abbiamo rinvenuto decine di poster in cirillico di "miti" occidentali degli anni '80—Arnold Schwarzenegger, Patrick Swayze, Jean-Claude Van Damme e perfino Adriano Celentano. In una caserma abbiamo incontrato un uomo che aveva trascorso lì la sua infanzia, poiché figlio di un militare. Tornava in quella base per la prima volta da 40 anni, ed era completamente spaesato; in un misto di russo, tedesco e inglese ci ha accompagnato alla scoperta della base, mentre i suoi ricordi di bambino prendevano vita davanti ai nostri occhi.

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Nei sotterranei del quartier generale dell'Armata Rossa a Wünsdorf.

Come vengono gestiti - e in che misura - il recupero e la conversione degli ex siti dell'Armata? Le municipalità e i governi locali tendono a cancellarne il ricordo, oppure in alcuni casi prevale la volontà di salvaguardare la memoria storica?
Gli edifici, le infrastrutture e le caserme all'interno dei centri urbani vengono gradualmente riconvertiti in strutture abitative o amministrative: ad esempio la sede del KGB a Karlshorst, a Berlino, è stata trasformata in un condominio e il suo "passato" è stato utilizzato per rendere gli appartamenti più appetibili agli occhi dei possibili compratori. La maggioranza delle strutture che si trovano lontano dalle città, invece, sono ormai in completo disfacimento, e spesso vengono demolite. Ma le eccezioni non mancano—il vecchio aeroporto di Müritz ospita il Fusion Festival, uno dei più importanti appuntamenti annuali di musica e di controcultura. Molti altre basi aeronautiche sono invece state utilizzate come campi di pannelli solari o piste di kart. Gli esempi particolari sono numerosi e sono stati documentati nel libro.

La sala di lettura "Lenin", presente in ogni base sovietica.

Sono trascorsi 21 anni dall'abbandono definitivo della Germania da parte dell'Armata Rossa: le vostre ricerche e le testimonianze oculari quanto ci possono "rivelare" del cambiamento socio-politico della Germania in questi ultimi due decenni?
Le connessioni tra la storia dell'Armata Rossa e l'attuale società tedesca sono ormai veramente esigue, sia nella memoria che nelle tracce della vita di tutti i giorni. I tedeschi che vivevano a Est conservano ancora alcuni ricordi delle aree proibite alla popolazione, ma pochi dei contatti avuti con quell'esercito. Le basi erano lontane dai centri abitati e isolate. I tedeschi dell'ovest, invece, ignorano questa parte di storia. Dopo la fine della Guerra Fredda, la vicenda dell'Armata Rossa fu la prima a essere dimenticata.

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Un monumento realizzato con un MIG-17.

Gli allestimenti del Fusion Festival all'interno di una base aerea dismessa.

Giocattoli sulle tombe dei bambini, in un cimitero sovietico in territorio tedesco.

Nella pista di un aeroporto in disuso è stato aperto un circuito di go kart.

La palestra di un ospedale utilizzato un tempo dall'Armata Rossa.

I vecchi murales propagandistici stanno svanendo, consumati dal tempo.

Una bomba inesplosa in un poligono di tiro, non lontano da Berlino.

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Tutte le fotografie sono state realizzate da Stefano CorsoDario J. Laganà per il progetto We Will Forget Soon.