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neofascismo

Hanno arrestato un responsabile locale di CasaPound che avrebbe pestato un ragazzo per un meme

Secondo il procuratore "si è trattata di una vera e propria azione punitiva".
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Grab via Facebook

Nella notte tra l'11 e il 12 febbraio 2017, a Vignarello (provincia di Viterbo), un ragazzo di 24 anni era stato aggredito da un gruppo di estremisti di destra locali per un motivo assurdo: l'aver postato un meme ironico contro CasaPound sulla propria bacheca Facebook.

Come ha raccontato Paolo, questo il nome della vittima, i fatti si sono svolti fuori da una pizzeria del paese.

"Uno mi ha strattonato per una spalla, chiedendomi: 'puoi venire un attimo?'," ha detto al Messaggero. "Ho risposto di no e me ne sono andato. Mentre camminavo mi giravo a controllare: continuavano a inseguirmi. Ho iniziato a correre verso il parco di fronte. Poi ce le ho prese da due di loro, un testimone dice tre."

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Il pestaggio è stato poi condotto "con calci da dietro, poi pugni, uno dei quali mi ha rotto il naso. Sono arrivate anche cinghiate. Erano una quindicina in tutto, hanno fatto riferimento alla presa in giro a CasaPound."

Paolo se l'era cavata con varie lesioni (rottura del setto nasale, escoriazioni alla schiena, e un incisivo scheggiato) giudicate guaribili in 30 giorni.

L'episodio, su cui la procura e i carabinieri di Viterbo avevano aperto un'inchiesta, era stato immediatamente condannato dai comuni del comprensorio—Canepina, Vallerano e Vignanello.

"Sindaci e amministratori comunali si pongono dalla parte della vittima e di chi ha dovuto assistere all'accaduto," si legge in un comunicato. "Invitano chiunque a denunciare ogni forma di prepotenza e prevaricazione che taluni perpetrano criminosamente a danno delle comunità locali."

Il 4 marzo, poi, a Vallerano si è svolta una "Camminata pacifica" che ha visto la partecipazioni di istituzioni, Anpi, associazioni e centinaia di persone.

"Paolo," ha detto il sindaco di Canepina, "è stato vittima di un'aggressione delinquenziale, che non può rimanere impunita. […] Dobbiamo tutelare le libertà che la nostra Costituzione ci ha riconosciuto. Una tutela che deve essere forte, perché fatti come quelli dell'11 febbraio non accadano mai più."

Nello stesso giorno è andata in scena la contromanifestazione di CasaPound.

I "fascisti del terzo millennio" si sono scagliati contro il corteo antiviolenza, dicendo che "non ci frega un cazzo della solidarietà di questi pagliacci, ma pretendiamo un atto di condanna per l'attentato che abbiamo subito. Nessuno ha condannato la bomba esplosa sotto la sede di CasaPound Cimini."

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Il danneggiamento, verificatosi tra il 18 e il 19 febbraio, era stato definito un "atto terroristico antifascista"; al contempo, CasaPound aveva declinato ogni coinvolgimento nel pestaggio di Paolo, denunciando che "il nostro movimento è stato subdolamente coinvolto in maniera aprioristica, senza prima aspettare l'esito delle indagini, tramite inesattezze ed omissioni le quali tra l'altro stanno venendo pian piano alla luce."

Ma in realtà, le indagini e i primi provvedimenti giudiziari vanno esattamente nella direzione opposta a quanto sostenuto da CPI.

La mattina del 15 marzo, infatti, il responsabile della sezione Cimini di CasaPound—Jacopo Polidori—è stato messo agli arresti domiciliari in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare spiccata dal gip di Viterbo.

Polidori, spiega la procura, è accusato di lesioni aggravate e minacce, per "aver ripetutamente percosso con la cinghia la vittima, dopo che era stata colpita violentemente al naso. Il ragazzo già sanguinava copiosamente, mentre veniva colpito a colpi di cinta."

A seguito di perquisizioni, inoltre, sono state fermate e indagate a piede libero altre due persone.

La dinamica del pestaggio di febbraio è stata ricostruita dal procuratore Paolo Auriemma. "Da quanto è emerso allo stato delle indagini," ha spiegato il magistrato, "si è trattata di una vera e propria azione punitiva, nel corso della quale gli aggressori hanno ripetutamente intimato alla persona offesa di astenersi, in futuro, dall'offendere in qualsiasi modo il loro movimento politico."

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Leggi anche: Un documento rivela cosa pensa la polizia italiana di CasaPound

Molti partecipanti all'aggressione, ha continuato Auriemma, sono minorenni. Polidori è stato "con ogni probabilità il leader del gruppo."

Il procuratore ha anche sottolineato le difficoltà incontrate dalle forze dell'ordine nel condurre l'inchiesta. La "determinazione" dell'azione, la sua "connotazione violenta e punitiva" e l'"ostentata sfrontatezza" dei picchiatori hanno "causato uno stato di forte timore e apprensione" nella vittima e nei testimoni, che "hanno concordemente riferito di temere nuove azioni di carattere ritorsivo."

Come a dire: non era così scontato che si arrivasse all'identificazione dei presunti responsabili.

Sulla propria pagina Facebook, intanto, CasaPound Viterbo si è detta "sconcertata" per la misura cautelare e ha accusato la magistratura di essersi mossa "sulla spinta della forte pressione politica e mediatica intorno ai fatti contestati."


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