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Julian Assange è senza internet: chi gestisce Wikileaks oggi?

Martedì scorso il governo dell'Ecuador ha confermato di aver tagliato la connessione internet di Julian Assange nell'ambasciata di Londra, per limitare le possibili interferenze dei leak di Assange e di WikiLeaks nelle elezioni americane.
Foto via AP

Martedì scorso il governo dell'Ecuador ha confermato di aver deliberatamente tagliato la connessione internet di Julian Assange nell'ambasciata di Londra - dove è rifugiato dal 2012 - per limitare le possibili interferenze dei leak di Assange e di WikiLeaks nelle elezioni americane.

Il sito di WikiLeaks aveva già comunicato la notizia lunedì, aggiungendo di aver messo in atto dei "piani di emergenza" per la gestione della piattaforma.

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Sebbene WikiLeaks non abbia fornito dettagli in merito a questi piani, l'impossibilità di Assange di accedere a internet non ha impedito la pubblicazione di nuove email, tra le quali molte del campaign manager di Hillary Clinton, John Podesta. Si sollevano così delle domande su chi stia gestendo attualmente il sito.

VICE News ha chiesto a WikiLeaks di chiarire se sia effettivamente Assange a gestire il portale e a pubblicare nuovi documenti, e, se così fosse, di spiegare in che modo. Non è chiaro se Assange disponga di uno smartphone con una connessione dati all'interno dell'ambasciata o se possa anche solo effettuare telefonate.

Oltre ad avere potenziali conseguenze sul funzionamento di WikiLeaks, la mancanza di un accesso a internet potrebbe influire negativamente anche su Assange come persona.

"Ho la netta sensazione che avere una connessione a internet aiutasse Julian ad alleviare lo stress provocato dal non poter lasciare l'ambasciata ecuadoriana," ha detto Vaughan Smith, amico di Assange e fondatore del Frontline Club di Londra, dove ha dato rifugio ad Assange nel 2010, prima di trasferirlo nella sua casa di campagna a Norfolk, in Inghilterra. Smith ha detto di non essere sicuro che Assange avesse ancora accesso a internet ma che per lui sono verosimili altre opzioni.

Fino a domenica scorsa, il fondatore di WikiLeaks aveva potuto contare sull'ospitalità dell'ambasciata per continuare a gestire la sua organizzazione. Ora, però, dopo l'ultima serie di leak connessi alle elezioni presidenziali statunitensi, sembra che gli ospiti di Assange abbiano perso la pazienza.

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"Il governo dell'Ecuador rispetta il principio di non intervento negli affari degli altri paesi, e non interferisce nei processi elettorali a supporto di alcun candidato in particolare," si legge in un comunicato.

WikiLeaks sostiene che sia stato il Segretario di Stato americano John Kerry a intervenire per costringere il governo ecuadoriano a tagliare la connessione di Assange, anche se il Dipartimento di Stato ha negato questa versione.

"Sebbene i nostri timori su WikiLeaks siano di lunga data, qualsiasi insinuazione sul fatto che il Segretario Kerry o il Dipartimento di Stato siano coinvolti nella chiusura di WikiLeaks è falsa," ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby in un comunicato pubblicato da Reuters martedì.

Nonostante questo screzio, il governo dell'Ecuador ha dichiarato di essere ancora intenzionato a proteggere Assange, impegnandosi a "salvaguardare la sua vita e la sua integrità fisica finché non raggiungerà un luogo sicuro." Assange è in asilo politico all'ambasciata per evitare l'estradizione in Svezia per un'accusa di stupro del 2010.


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