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analisi

L'attentatore di Manchester ha sfruttato una comunissima falla nella sicurezza

Molto spesso, per concerti o altri eventi, veniamo perquisiti prima di accedere a strutture come la Manchester Arena. Ma cosa succede quando siamo in coda e nessuno ha controllato l'area?
Foto via VICE News

Nella notte di lunedì scorso, 22 maggio, un attentatore suicida si è fatto esplodere nei pressi della Manchester Arena uccidendo almeno 22 persone mentre defluivano verso casa dopo un concerto di Ariana Grande.

Stando a quanto riportato dalle autorità, l'ordigno sarebbe esploso nel foyer della struttura, mentre centinaia di persone stavano muovendosi verso la stazione di Victoria.

Il fatto che l'attentatore—un ragazzo di 22 anni nato a Manchester da una famiglia di origini libiche—abbia deciso di farsi saltare in aria proprio quel posto, però, secondo alcuni esperti non sarebbe una scelta casuale.

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In molti infatti pensano che l'uomo abbia voluto sfruttare quella che viene definita una "key vulnerability"—un tallone d'Achille, in sostanza—tipica di eventi del genere: ossia il poter accedere a un'area densamente frequentata da persone in transito senza passare dai controlli delle aree di sicurezza. Come l'interno di un'arena prima di un concerto, appunto.

Se da una parte sono emerse critiche nei confronti delle misure di sicurezza un po' pigre da parte di chi ha avuto accesso alla struttura—si è parlato di carenze nei controlli degli zaini—dall'altra appare difficile pensare che perquisizioni più severe avrebbero potuto evitare la strage.

Soprattutto se effettivamente l'attentatore non ha mai avuto accesso all'Arena.

SECURITY IS NOT GOOD AT MANCHESTER ARENA NO ONE WAS CHECKING OUR BAGS OR JACKETS OR ANYTHING!!!

— ?ellie (@bbewhat_ellie)May 22, 2017

"Penso abbiano individuato una vulnerabilità applicabile alla gran parte degli eventi medio-grandi," ha spiegato a VICE News Sheelagh Brady, security analyst.

"Il terrorista ha sostanzialmente identificato una posizione strategica: un luogo che si poteva riempire di persone—come la coda per tornare a casa dall'evento—senza però essere perquisito."

Clare Goodband, che ha accompagnato sua figlia 17enne al concerto, ha spiegato a VICE News di aver attraversato proprio quel corridoio che porta ai parcheggi e alla Victoria Station, e di essersi accorta del fatto che non c'erano controlli né agenti di sicurezza.

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"Puoi andare e venire come vuoi: chiunque può passare da lì senza essere minimamente controllato."

Clare e sua figlia erano ancora dentro la struttura quando hanno "sentito l'esplosione:" ci hanno spiegato di non esser tornate a casa attraversando quell'uscita perché sembrava essere troppo affollata. "Se fossimo passate da dove siamo entrate, forse adesso saremmo morte o ferite."

AJEnglish: 'People were just running everywhere. It was total chaos.' - — Fazeen (DEAN)???? (@phaxyn)May 23, 2017

La donna è stata tra le prime a criticare il livello di controllo nell'area. Stando al suo racconto, sia a lei che a sua figlia è stato chiesto di controllare lo zaino, ma principalmente per cercare cose come bottigliette d'acqua o altri liquidi.

"Non controllano giacche o altro: chiunque avrebbe potuto portare dentro pistole o bombe portandole tranquillamente addosso. Era scioccante, come cosa."

Ma non è la sola ad essersi lamentata delle misure di sicurezza di quella sera. "Sostanzialmente non c'erano controlli," ha spiegato un'altra partecipante al concerto, Nikola Trochtova, a una radio della Repubblica Ceca.

"A loro interessava sapere solo se avevi delle bottiglie d'acqua. E nient'altro."

Altri ancora hanno segnalato una recensione apparsa il mese scorso su TripAdvisor dopo un concerto di Ed Sheeran. "Non c'erano controlli all'ingresso, è stato abbastanza inquietante," si legge.

La recensione su TripAdvisor di cui sopra.

Si ritiene che la società di sicurezza che si doveva occuparsi dei controlli al concerto di Ariana Grande fosse la ShowSec.

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VICE News ha provato a contattarli, ma dalla sede principale dell'azienda, a Leicester, nessuno ha risposto. Dal loro sito si evince il fatto che si occupano della sicurezza della Manchester Arena almeno dal 1995.

Stessa sorte quando abbiamo cercato di contattare la Manchester Arena per un commento. Sul sito della società che gestisce la struttura si legge che stanno collaborando con la polizia per trovare tutte le risposte possibili a questa "tragedia senza senso."

Leggi anche: Leggi anche: Davvero dobbiamo abituarci a convivere col terrore e coi militari nelle strade?

Ad ogni modo, in molti—conosciuti i primi dettagli sulla vicenda—hanno cominciato a tracciare dei paralleli con il sanguinoso attacco al Bataclan di Parigi, nel novembre del 2015. Il paragone, però, potrebbe non reggere.

"Qui nessuno ha portato in un locale armi semi-automatiche: stiamo parlando di ordigni artigianali," ha spiegato a VICE News Steve Park, analista esperto in sicurezza ed ex agente diplomatico.

"Pare si tratti di un lupo solitario, non sarebbe stato facile riuscire a identificarlo prima dell'esplosione."

Clare Goodband pensa che l'accaduto non impedirà a lei e a sua figlia di andare ai concerti in futuro, ma che per i prossimi mesi eviterà di frequentare certi posti. "Mi sa che non tornerò a Manchester per un po'," ci ha spiegato.

Secondo Steve Park, dovremmo aspettarci controlli più stringenti nell'ambito di eventi del genere. SheelaghBrady, piuttosto, si augura che l'accesso alle aree nei dintorni di concerti e simili sia reso più difficoltoso.

"Tenendoli più lontani da dove c'è più gente si rende più difficile fargli trovare un punto di riferimento, un posto pubblico non controllato così pieno di persone. Che poi è stata la vera vulnerabilità dell'attacco di Manchester."


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