Ancora: negli ultimi anni dieci anni il numero di obiettori di coscienza è aumentato del 12 percento, mentre il numero di aborti è calato sensibilmente. In sostanza, abortire in Italia è ancora complicato—come testimoniano la presenza di aborti clandestini, le polemiche che ciclicamente il tema scatena, e il fatto che l'Italia nel 2014 sia stata condannata dal Consiglio d'Europa in quanto i medici non obiettori incontrano discriminazioni e le donne che vogliono abortire incontrano difficoltà nel farlo.È in questo contesto che in Regione Lazio, a novembre del 2015, è stato indetto il bando di cui si parla in queste ore. Con questo, si cercava un dirigente medico (poi diventati due) per l'ospedale San Camillo, una delle strutture ospedaliere più grandi della capitale.La particolarità del concorso consisteva nel fatto che per la prima volta in Italia, veniva specificato che il posto sarebbe stato "a tempo indeterminato di un dirigente medico disciplina Ostetricia e Ginecologia da destinare al settore Day Hospital e Day Surgey per l'applicazione della Legge 194/1978." In altre parole: i candidati si sarebbero dovuti impegnare a svolgere—anche se non esclusivamente—le interruzioni volontarie di gravidanza.I numeri che hanno portato il #Lazio a un concorso per medici abortisti https://t.co/DPKftGYc4z #Aborto#Legge194 pic.twitter.com/3FTeMQR2Hl
— Agi Agenzia Italia (@Agenzia_Italia) February 23, 2017
In più, considerato il rischio che i medici si rivelassero obiettori dopo l'assunzione, in un'intervista a Repubblica Fabrizio D'Alba—il direttore generale del San Camillo—spigava che se chi avesse vinto il concorso e avesse fatto obiezione nei primi sei mesi dall'assunzione, avrebbe potuto "rischiare il licenziamento, perché sarebbe inadempiente rispetto al compito specifico per cui è stato chiamato." E che se invece l'obiezione fosse avvenuta dopo i sei mesi, questa avrebbe potuto portare "alla mobilità o addirittura alla messa in esubero."Insomma, in una regione in cui più dell'80 percento dei medici è obiettore di coscienza, si cercava personale da dedicare alle interruzioni di gravidanza con lo scopo di garantirne lo svolgimento e l'attuazione della 194. Del resto, non è la prima volta che la Regione Lazio si muove in questa direzione: nel 2014, sempre Nicola Zingaretti aveva firmato un decreto con il quale si sanciva che nei consultori della regione non si poteva fare obiezione di coscienza.Ma trattandosi di un tema quale l'aborto, sul quale in Italia prevale l'approccio morale rispetto a quello medico scatenando puntualmente dibattiti dai toni catastrofici in cui la Chiesa si sente in diritto di intervenire, l'episodio non poteva che dar adito a infinite polemiche.Leggi anche: Il Consiglio d'Europa conferma che l'aborto in Italia rimane un diritto a metà
#GiorgiaMeloni: "La #legge194 nasce per dissuadere e non per promuovere l'#aborto".#lavoroeconflitto #iostoconlaMeloni #ItaliaSovrana pic.twitter.com/CrKSLqzZPk
— Italia Sovrana (@ItaIiaSovrana) February 23, 2017
Tutt'altra reazione, invece, si è avuta a destra e tra gli ambienti cattolici.Fratelli d'Italia, tramite Fabrizio Santori (consigliere regionale del Lazio) si è schierata contro il bando dicendo che "per estremizzare è un po' come creare discriminazione religiosa assumendo per esempio solo medici musulmani o buddisti." Ma soprattutto, insieme agli interventi dei pesi massimi della destra italiana Giorgia Meloni e Matteo Salvini, c'è da registrare la presa di posizione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha criticato le assunzioni specificando che "la legge non prevede questo tipo di selezione."Incredibile che #Lorenzin del governo Pd attacchi buona iniziativa della Regione Lazio a difesa della piena applicazione legge 194#aborto
— nicola fratoianni (@NFratoianni) February 22, 2017
Le critiche sono inevitabilmente arrivate anche al di fuori della politica. Mentre il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, ha espresso dubbi sulla legittimità dell'iniziativa, Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell'associazione medici cattolici italiani, in una nota, ha commentato: "In un panorama sanitario nazionale che va sempre più in frantumi, nella regione Lazio si indicono concorsi e si stipulano contratti a tempo indeterminato per il ruolo sanitario, ponendo tra i requisiti concorsuali la clausola 'non obiettori', distintivo discriminatorio aggiuntivo assolutamente inaccettabile."
Per ultimo, non poteva mancare la presa di posizione della Cei. Don Carmine Arice, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, ha subito fatto sentire la sua voce, dichiarando che "la decisione di assumere al San Camillo di Roma medici dedicati all'interruzione di gravidanza, impedendo loro dunque l'obiezione di coscienza, snatura l'impianto della legge 194 che non aveva l'obiettivo di indurre all'aborto ma prevenirlo. Predisporre medici appositamente a questo ruolo è una indicazione chiara."Aborto, Ordine dei medici di Roma: "San Camillo ritiri atto, è discriminatorio" https://t.co/5kYnAp47Pt
— la Repubblica (@repubblicait) February 23, 2017
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