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Bayer sta cercando di comprare Monsanto, e per molti sarebbe un grosso problema

Se il colosso farmaceutico tedesco comprasse Monsanto, nascerebbe il più grande conglomerato dell'industria agrochimica, e una sorta di monopolio che avrebbe quasi sicuramente delle conseguenze.
Foto di Jagadeesh NV/EPA

Da qualche tempo gli attivisti anti-OGM sono terrorizzati dall'idea che il colosso farmaceutico tedesco Bayer possa acquistare l'azienda agrochimica americana Monsanto, preoccupati dal fatto che la fusione darebbe vita a un monopolio dell'approvvigionamento alimentare mondiale.

Secondo Gary Ruskin, co-fondatore di US Right to Know, un gruppo che promuove l'etichettatura degli alimenti geneticamente modificati, "La forza che Monsanto-Bayer sarebbero in grado di esercitare nei capitali americani ed europei sarebbe negativa per i consumatori — basta pensare a quanto sarebbero potenzialmente in grado di eliminare la trasparenza e alterare il cammino verso un'agricoltura meno chimica, meno dipendente da sostanze tossiche."

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"Alla lunga, sarebbe negativo anche per i contadini e per l'ambiente."

Ruskin si è espresso giovedì 19 maggio, dopo che Bayer ha rilasciato un comunicato stampa in cui diceva di aver fatto a Monsanto un'offerta di acquisto non richiesta. Stamattina, lunedì 23 maggio, Bayer ha reso nota la cifra in ballo, pari a 62 miliardi di dollari, circa 55 miliardi di euro.

"La fusione renderebbe Bayer un'innovativa azienda scientifica a livello globale, con posizioni di leadership nei suoi segmenti essenziali, e creerebbe un'impresa di agricoltura integrata di primo piano," si legge nella dichiarazione di Bayer.

'Con solo poche sementi, il consumatore avrebbe poca possibilità di scelta, e si perderebbe la biodiversità.'

Monsanto è uno dei più grandi fornitori al mondi di semi geneticamente modificati. È famosa anche per il suo erbicida Roundup. Fondata nel 1863, Bayer è invece una delle aziende più vecchie al mondo. I suoi scienziati hanno inventato l'Aspirina e molti altre noti e importanti farmaci.

Non è chiaro se Monsanto accetterà l'offerta di Bayer, o se i legislatori americani ed europei approveranno l'accordo, ma la potenziale vendita, che produrrebbe il più grande fornitore di semi e di sostanze chimiche al mondo, si inscriverebbe perfettamente in parte di una tendenza riscontrabile negli ultimi temi nell'industria agroalimentare. Le sei compagnie che dominano il mercato - tra cui Bayer e Monsanto, appunto - stanno cercando di fondersi in un totale di tre entità, in modo da ridurre i costi nella loro competizione globale l'una contro l'altra.

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DuPont e Dow Chemical hanno proposto una fusione, per esemoio. Stessa cosa per la China National Chemical Corporation, che sta tentando di comprare Syngenta, produttore svizzero di semi OGM e di sostanze chimiche impiegate nella coltivazione. Lo scorso anno Monsanto, tra l'altro, provò ad acquistare Syngenta per 46 miliardi di dollari (41 miliardi di euro), senza però successo.

Ruskin e altri detrattori di Monsant, di Bayer e delle varie aziende che producono OGM, accusano queste società di vendere semi provenienti da piante cresciute in monocoltura - un tipo di cotone, per esempio - senza tener conto della biodiversità. I semi, a loro volta, generano piante immuni agli erbicidi e ai pesticidi prodotti dalle aziende stesse, e incoraggiano così i contadini a utilizzare tossine che sterminano insetti e piante benefiche e che inquinano il pianeta.

"Con solo poche sementi, il consumatore avrebbe poca possibilità di scelta, e si perderebbe la biodiversità," spiega Ruskin. "Alcune aziende sono determinate a sviluppare un'elevata dipendenza chimica, un'agricoltura basata su pesticidi ed erbicidi."

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I dibattiti sugli OGM hanno portato metà dei membri dell'Unione Europea, tra cui la Francia e la Germania, a vietare ai contadini di coltivarli.

"Virtualmente in Europa non esiste un mercato per i semi geneticamente modificati, dal momento che sono così impopolari," ha detto a Bloomberg Dirk Zimmermann, attivista tedesco di Greenpeace, aggiungendo che una fusione tra Bayer e Monsanto "danneggerebbe il futuro dell'agricoltura sostenibile."

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In ogni caso, molti scienziati si sono dissociati dai pessimisti. Martedì 17 maggio l'Accademia Nazionale di Scienza, Ingegneria e Medicina (NAS) ha pubblicato una relazione di 388 pagine secondo cui gli alimenti OGM - comuni negli Stati Uniti - non comportano rischi per la salute. Per esempio, la maggior parte dei fagioli di soia e del grano consumati dalle persone e dal bestiame in America è geneticamente modificato.

"Il comitato dello studio ha riconosciuto la difficoltà intrinseca nel rilevare effetti sottili o a lungo termine sulla salute o sull'ambiente, ma non ha riscontrato prove di una differenza di rischio sulla salute umana tra i raccolti geneticamente manipolati (GE) attualmente in commercio e i raccolti convenzionali, né ha trovato prove definitive di causa-effetto per quanto riguarda problemi ambientali derivanti dai raccolti GE," si legge nella dichiarazione dell'Accademia.

Chi contesta gli OGM e la comunità agroalimentare hanno discusso molto sulla relazione.

Non ha raccomandato agli Stati Uniti di etichettare gli alimenti OGM, per esempio, ma ha riconosciuto che il dibattito è controverso e che non si tratta di una semplice decisione scientifica.

Ha inoltre fornito argomentazioni a coloro a favore dell'etichettatura dei prodotti OGM in un'accesa battaglia attualmente in corso a Washington. In Vermont è entrata in vigore una legge in base a cui, a partire dal primo luglio, bisognerà etichettare gli alimenti OGM. Ma Democratici e Repubblicani ora stanno discutendo nel Congresso un progetto di legge che bloccherebbe la normativa del Vermont.

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"Riguardo all'etichettatura OGM, la relazione dell'Accademia sottolinea che i consumatori quando fanno la spesa vogliono fare scelte di valore," afferma Michael Hansen, scienziato senior della Consumers Union, una delle associazioni a difesa dei consumatori. "Ci rallegra vedere che la relazione menziona numerosi sondaggi secondo cui i consumatori vogliono l'etichettatura OGM."

Ma la relazione dell'Accademia dice anche che erbacce e parassiti stanno diventando resistenti agli erbicidi e ai pesticidi utilizzati dai contadini nei raccolti OGM, che possono sopportare anche i veleni — un problema potenzialmente serio per i contadini.

Secondo il biochimico Bruce Chassy, professore emerito della University of Illinois a Urbana-Champaign, la fusione tra Bayer e Monsanto potrebbe essere utile per affrontare queste sfide. Ma bisogna segnalare che Chassy ha ricevuto finanziamenti da Monsanto.

"Bayer Crop Science è soprattutto un'azienda chimica con alcuni importanti interessi negli OGM," dice Chassy, riferendosi alla divisione agroalimentare di Bayer. "Molti anni fa Monsanto decise di smettere di essere un'azienda chimica e diventò una compagnia biologica. Ma senza la chimica la biologia alcune cose non può farle."

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Doug Gurian-Sherman, scienziato senior del Centro per la Sicurezza Alimentare, ha illustrato la minaccia alla base del suo scetticismo nei confronti della fusione tra Bayer e Monsanto. Bayer vuole impossessarsi del giro di affari di Monsanto e renderlo più efficiente e redditizio, senza spendere denaro per modificarlo, spiega. Ma il problema è il modello di business, afferma.

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Secondo Gurian-Sherman, sarebbe meno costoso e scientificamente più facile modificare un singolo gene per rendere le piante tolleranti a erbicidi e pesticidi, che per renderle resistenti alla siccità, o meno dipendenti da fertilizzanti pieni di gas a effetto serra che alla fine contribuiscono al cambiamento climatico. I semi per questi prodotti OGM in cui è stato mutato in un singolo gene possono essere venduti e piantati ovunque e tenuti in vita, con l'aiuto di erbicidi e pesticidi.

"Se vuoi ottimizzare l'agricoltura, se vuoi renderla davvero più resistente al cambiamento climatico, più adatta ai mercati locali, più resistente alla siccità, devi ottimizzare questi raccolti per le condizioni locali, che variano da luogo a luogo," sostiene Gurian-Sherman. "Questo è esattamente l'opposto rispetto a ciò che le aziende stanno facendo."

Ma il processo non è sostenibile, lamenta Gurian-Sherman. Le erbacce e i parassiti sono sempre più resistenti alle tossine e le aziende continuano a creare nuovi OGM e nuovi erbicidi e pesticidi - a detta dello studioso, è un circolo vizioso che accelererebbe se Bayer, Monsanto e altre società agro-chimiche si unissero, afferma.

"Ci siamo messi in una situazione davvero brutta per quanto riguarda la genetica dei nostri raccolti e la nostra capacità di rendere l'agricoltura più sostenibile e sensibile al cambiamento climatico," dice. "Lavorando contro anziché insieme alla natura ci stiamo scavando la fossa."


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