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I genitori di Regeni contestano punto per punto le ultime dichiarazioni di al-Sisi

“La solidarietà il presidente al-Sisi la dimostri coi fatti, non con le parole," si legge nel testo firmato da Paola e Claudio Regeni, mamma e papà del ricercatore italiano brutalmente torturato e ucciso a Il Cairo lo scorso gennaio
Una manifestazione di protesta contro al-Sisi [Foto via Alisdare Hickson/Flickr]

I genitori di Giulio Regeni hanno dichiarato, attraverso un comunicato diffuso dal proprio avvocato e riportato da La Repubblica, di non condividere le ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente egiziano Abdel Fattah Khalilal-Sisi alla stampa.

"La solidarietà il presidente al-Sisi la dimostri coi fatti, non con le parole," si legge nel testo firmato da Paola e Claudio Regeni, mamma e papà del ricercatore italiano brutalmente torturato e ucciso a Il Cairo lo scorso gennaio.

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"Non capiamo a quali dichiarazioni positive faccia riferimento al-Sisi né a quale solidarietà alluda, atteso che ad oggi le indagini sono ancora in una fase di stallo e nessuna risposta concreta ci è stata fornita dalle autorità egiziane."

Il riferimento è a un'intervista rilasciata tre giorni fa da al-Sisi a diversi giornali egiziani, in cui il presidente accusava ancora una volta "i media" di avere contribuito a complicare la vicenda Regeni, gettando discredito sull'operato del governo del paese nordafricano e sulla sua volontà di aiutare le indagini.

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Sisi, inoltre, aveva sottolineato come - secondo lui - tra le autorità dei due paesi ci sia completa cooperazione. "In Italia comprendono che stiamo collaborando con loro e che siamo desiderosi di scoprire la verità," aveva detto Sisi, che ha dimostrato "apprezzamento per i commenti positivi del presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi."

È difficile però capire a quali "commenti positivi" si riferisca Sisi, che ha aggiunto: "Siamo solidali con la famiglia. Vi è una cooperazione tra investigatori dei due Paesi. Lo scambio di visite tra le delegazioni popolari ha aiutato a mostrare l'immagine della cooperazione italo-egiziana."

Lo scorso 10 agosto Lucio Barani, senatore di sponda verdiniana e presidente del Gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, si era recato in visita in Egitto, rilasciando dichiarazioni a nome del governo italiano.

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"L'Egitto è più sicuro della Francia, ed è un grave errore da parte dell'Italia interrompere i rapporti perché il governo egiziano non ha avuto nessun ruolo nell'uccisione di Giulio Regeni," aveva detto Barani. "È stato danneggiato almeno quanto quello italiano. E Renzi lo sa che il governo egiziano è innocente."

Non era la prima volta che Barani rilasciava simili dichiarazioni ai media egiziani, elaborando teorie del complotto "a nome di un importante gruppo determinante per la maggioranza di governo che rappresenta il 10 per cento del Senato."

Nel comunicato di ieri, i genitori di Regeni hanno però contestato le affermazioni di al-Sisi, mettendo in dubbio in particolare l'efficacia della presunta collaborazione delle autorità egiziane: "Non sono stati consegnati gli atti richiesti dai nostri avvocati alla procura egiziana, non è stata fornita alcuna risposta circa la nostra pubblica domanda riguardo la veridicità di quanto affermato nel dettagliato dossier consegnato da un anonimo alla nostra ambasciata a Berna."

"Infine non è stata minimamente presa in considerazione la nostra richiesta di libertà e giustizia per il nostro consulente Ahmed Abdallah, presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecfr), che si trova in carcere dal 25 aprile e che ha anzi subito recentemente una gravissima aggressione in cella ed è stato privato dei libri che aveva con sé."

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Foto in apertura di Alisdare Hickson via flickr in Creative Commons