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Giubileo

Con il blitz della polizia al 'Baobab' di Roma è ufficialmente iniziato il Giubileo della Misericordia

Nel corso di un'operazione legata alle misure di sicurezza per il Giubileo, 23 migranti ospitati nel centro d'accoglienza autogestito sono stati portati via. Secondo i volontari la polizia cercava anche "armi e droga."
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Foto via Twitter - Amici del Baobab

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Verso le 6.30 di questa mattina, una sessantina tra carabinieri e agenti di polizia – alcuni in assetto antisommossa – ha effettuato un blitz nel centro d'accoglienza autogestito Baobab, situato in una ex vetreria in via Cupa a Roma, bloccando la strada con due mezzi blindati.

All'interno del centro, hanno raccontato i volontari che gestiscono il Baobab, le forze dell'ordine hanno separato chi possiede i documenti e chi invece non li ha; al termine del "censimento" – così è stato definito dagli stessi agenti – 23 migranti di diverse nazionalità, sui 70 ospiti presenti al momento del blitz, sono stati caricati in un autobus e portati all'ufficio immigrazione della Questura.

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Antisommossa nel dormitorio. Dicono che è un censimento! — Amici del Baobab (@centrobaobab)November 24, 2015

La polizia, stando a quanto ha raccontato un volontario, cercava anche "armi, droga e chissà cos'altro, invece non hanno trovato nulla. Sembrava una vera e propria operazione antiterrorismo, ma a Baobab ci sono solo rifugiati e richiedenti asilo, molti dei quali 'transitanti', ovvero di passaggio in Italia per andare verso altri paesi europei."

Successivamente, la Questura ha spiegato che l'operazione "rientra nel più ampio progetto di controllo del territorio romano previsto dall'Ordinanza di Servizio del Questore Nicolò D'Angelo per la sicurezza del Giubileo."

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"Sono controlli che immaginiamo legati a esigenze di ordine pubblico e sull'onda emotiva degli attentati di Parigi," hanno riferito i volontari a Repubblica, criticando anche la sproporzione dei mezzi impiegati dalle forze dell'ordine.

"Ma noi abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere all'amministrazione comunale e al ministero dell'Interno una soluzione al problema dei migranti a Roma: dallo sgombero di ponte Mammolo a oggi, di fatto, non è stata proposta alcuna soluzione alternativa," continuano i volontari.

Di fatto, in questi mesi il Baobab ha svolto una vera e propria attività di supplenza alle istituzioni nell'accoglienza dei migranti a Roma. Lo scorso giugno, infatti, in via Cupa si erano rifugiati molti dei migranti accampati a Largo Mazzoni – vicino alla stazione dell'alta velocità di Tiburtina – e sgomberati dalle forze dell'ordine.

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Da quel momento in poi, una rete di volontari riuniti sotto la sigla "Amici del Baobab" – sostenuta anche dalla solidarietà dei cittadini romani, che da tempo stanno donando generi alimentari e beni di qualsiasi tipo – aveva iniziato a occuparsi della gestione del centro, in maniera del tutto informale e senza costituirsi come un'associazione, e quindi senza percepire i fondi pubblici.

Come ha scritto Alessandro Gilioli in un recente reportage sull'Espresso, il Baobab è diventato un punto di riferimento importanti per i migranti "transitanti" che arrivano soprattutto da Eritrea, Somalia ed Etiopia e poi proseguono il loro viaggio verso altri paesi europei.

Dal canto suo, la polizia aveva tollerato questa situazione, "perché il centro alla fine svolge una funzione utile anche a loro: niente disperati per strada, tutti dentro quando fa buio e dopo un po' di giorni vanno via dall'Italia. Di più le forze dell'ordine non potrebbero chiedere."

Con il blitz di oggi, tuttavia, la situazione sembra essere cambiata profondamente.

Sullo sfondo – ha spiegato il professore Fulvio Vassallo Paleologo, esperto in diritto d'asilo e dell'immigrazione – c'è "l'incrocio delle misure antiterrorismo con le prassi applicate da tempo nei confronti dei migranti, soprattuto se privi di permesso di soggiorno o provenienti da 'paesi terzi sicuri'," che ha comportato "un inasprimento ulteriore delle procedure di identificazione, arresto e deportazione."

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Inoltre, come ha detto il prefetto Mario Morcone (capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno), ad oggi "sono poche" le persone "ricollocate" dall'Italia in base al piano dell'Unione Europea sull'immigrazione.

"Da una parte perché, per fortuna, sono diminuiti gli sbarchi in questo periodo, ma anche perché abbiamo meno disponibilità," ha precisato in un'intervista. "La vicenda di Parigi ha creato preoccupazione e prodotto una frenata sulle ricollocazioni. Non credo che abbia compromesso gli accordi, ma una frenata c'è stata, non possiamo negarlo."

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Dopo l'operazione al centro Baobab, i volontari – preoccupati per un possibile sgombero della struttura – hanno convocato attraverso Facebook un presidio davanti all'ufficio immigrazione per "portare solidarietà ai migranti e chiedere una politica di accoglienza degna."

Dove sono le istituzioni? dove sta la politica? dove un'alternativa? — Amici del Baobab (@centrobaobab)November 24, 2015

Ad ora, comunque, dalle istituzioni locali non è arrivata nessuna dichiarazione. A livello nazionale, invece, Matteo Salvini ha prontamente chiesto sui social network misure esemplari, invitando a "ESPELLERE" i migranti senza documenti e a "chiudere il centro che ospitava."


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