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Cosa pensano i perugini del documentario su Amanda Knox?

Sono andato in giro per Perugia a chiedere cosa pensano gli abitanti del recente documentario Netflix su Amanda Knox e della tragica vicenda che nel novembre del 2007 ha fatto finire la città sotto i riflettori.

Sul fatto che il caso Meredith Kercher sia tra i più anomali della storia criminale contemporanea italiana ci sono pochi dubbi. Che sia stato il presunto processo iniquo, la causa del decesso, le prove non sufficienti, la storia intrigante o il mistero sull'identità dell'assassino, non lo so; quello che so, è che ha assunto una portata globale che per settimane, mesi e anni ha riempito le colonne di cronaca delle testate giornalistiche.

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A darne l'ultima conferma è il documentario che la settimana scorsa è apparso su Netflix. Quello che c'era da dire su Amanda Knox lo abbiamo già detto qua, ma ciò che ho avuto modo di verificare più da vicino è come questa attenzione mediatica abbia influenzato la vita di una piccola città come Perugia, dove sono nato e tuttora vivo.

Visto che tra i commenti più ridondanti che ho letto negli ultimi giorni c'è anche quello che vuole Perugia gettata per l'ennesima volta in un processo di diffamazione senza possibilità di riscatto, ho deciso di scendere per strada e chiedere cosa pensano davvero i perugini del documentario e della tragica vicenda che nel 2007 ha fatto finire la città sotto i riflettori.

MICHELA, 30 ANNI, DOTTORESSA IN STORIA DELL'ARTE

VICE: Hai visto l'ultimo documentario su Amanda Knox? Se sì, come ti è sembrato?
Michela: Sì, l'ho visto pochi giorni fa. L'impressione che ho avuto è che volessero creare una storia e pur di riuscirci abbiano stereotipato i personaggi in maniera ridicola. Pensa a Sollecito che si fuma gli spinelli ma alla fine è un bravo ragazzo e Amanda la ragazza strana, carina che si scioglie perché le regalano un profumo.

E per quanto riguarda la presentazione dei fatti?
Non credo abbiano fatto un lavoro approfondito. Il fatto che Rudy Guede appaia per dieci minuti su un'ora e mezzo, quando è uno dei protagonista della vicenda, fa capire come Netflix avesse bisogno di una storiella e qui abbia trovato tutti gli ingredienti: ragazzi giovani, la "bella Italia", sesso, droga e un omicidio.

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Quanto pensi abbia influenzato questa vicenda la vita della città?
Tantissimo. [Prima] era una qualsiasi città universitaria. Io ti giuro che dal giorno alla notte Perugia si è svuotata. È come se la storia avesse intimorito tutti. Solo adesso si sta riprendendo, ma per anni la città è stata ridotta a un caso di cronaca.

Credi che la stampa abbia avuto un ruolo pesante in questo processo?
Ovvio, e non solo pesante ma anche fuorviante. Pensa a tutti quei servizi che urlano allo scandalo di Vespa o chi per lui. Mi ricordo per esempio che una sera un nostro amico venne bloccato da una ragazza che stava bevendo del vino. Dopo averci parlato un po', la ragazza gli chiese di finire il vino e lui iniziò a bere. Esattemente in quel momento spuntò fuori uno con la telecamera per riprendere la scena e mostrare la Perugia "dai giovani e dell'alcol". La ragazza era una giornalista.

LUIGI, 70 ANNI, GIORNALAIO

VICE: Ciao Luigi, hai sentito parlare del documentario su Amanda Knox che è uscito settimana scorsa?
Luigi: No, non ne ho sentito parlare, sennò lo avrei visto. Me lo guardo a questo punto, direttamente stasera. Vuoi che passi domani allora?
Domani non ci sono, comunque non credo cambierà molto la mia visione delle cose.

Ovvero?
Diciamo che la vicenda l'ho sempre seguita da vicino: per forza di cose dal primo giorno ho seguito praticamente ogni passo dell'indagine e del processo. Mi ha sempre innervosito molto questa storia. Tralasciando le colpe non date o che qualcuno non si è preso, mi ricordo come i giornalisti e media hanno descritto Perugia in quegli anni. L'hanno descritta come capitale della droga, come una città in cui girano gli assassini. Cioè, voglio dire, lo spaccio esiste in tutte le città e gli omicidi avvengono in tutte le città, o sbaglio?

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Pensi che tanta gente abbia una visione distorta di Perugia?
Be', basta che pensi agli studenti americani che per anni non si sono più visti a Perugia. Avevamo un ricambio di culture e generazioni bellissimo e per anni non si è visto nulla di tutto questo.

GIORGIA E IRENE, 20 ANNI, STUDENTESSE

VICE: Avete sentito parlare del documentario su Amanda Knox?
Giorgia: Sì, ma non ho Netflix quindi non l'ho guardato.
Irene: [Io non l'ho guardato perché] non mi piacciono molto queste storie, non credo ci sia bisogno di aumentare l'attenzione mediatica.

Pensate che la storia abbia influenzato la percezione che la gente ha di Perugia?
Giorgia: Secondo me tantissimo.
Irene: Molto. Mi ricordo per esempio che appena mi sono trasferita qua in centro mi hanno vietato di uscire sola la sera perché dicevano fosse pericoloso. Si parlava costantemente di risse notturne, sparatorie, spaccio e credo che molte di queste storie siano legate al caso Kercher.

MARCO, 33 ANNI, SOCIAL MEDIA MARKETING MANAGER VICE: Nel 2007 tu frequentavi l'università qui a Perugia. Hai qualche ricordo personale dell'omicidio Kercher?
Marco: Be', diciamo di sì. Meredith faceva un corso all'università con me. Non la conoscevo e non ci avevo mai parlato, ma la mattina dopo l'omicidio quando il professore chiese dov'era "il gruppo Erasmus" risposi che non c'era perché una di loro era morta. La lezione è poi andata avanti normalmente

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So che hai visto il documentario, cosa ne pensi? Cosa ti aspettavi?
Avevo letto tempo fa del risultato di un incontro tra Netflix Italia, i registi del documentario e qualcuno della Rai. Dicevano che il documentario sarebbe stato incentrato sul ruolo dei media nella storia e a essere sincero l'avevo trovato anche una cosa interessante. Poi sono andato a vederlo e le uniche parti che ritraggono il rapporto con i media sono costituite da un giornalista [ Nick Pisa] che con le sue stesse parole si vanta di essere uno sciacallo e pressapochista per "finire in prima pagina."

Parecchie persone hanno avanzato un confronto con Making a murderer. Tu cosa ne pensi?
È un paragone che non regge. Making a murderer è una serie, ha preso una storia dall'inizio alla fine facendo un lavoro molto più tecnico ma anche psicologico. Penso che i titoli in sé siano una dichiarazione d'intenti. Il documentario su Amanda Knox è appunto su Amanda Knox, non sul caso di Meredith Kercher. Making a murderer cerca di mostrare la sottile linea, che spesso esiste nei processi, tra colpevolezza e non.

ANTONIO, 55 ANNI, CHEF MANAGER DI UN BISTROT-TABACCHI

VICE: Il tuo bistrot è vicino al tribunale dove si è svolto il processo per l'omicidio Kercher, hai qualche ricordo in merito?
Antonio: Mi ricordo che tutti ne parlavamo. La mattina la gente veniva al bar solo per parlare di questo. Durante i giorni d'udienza poi c'erano centinaia e centinaia di giornalisti da tutto il mondo. Tutta la piazza era costantemente piena di telecamere e fotocamere.

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Credi che l'attenzione mediatica abbia dato alla gente una visione particolare della città?
Direi proprio di sì. Basta pensare che a volte vengono turisti e chiedono della casa di Meredith e non, che ne so, della Galleria Nazionale dell'Umbria.

Sapevi del documentario americano uscito in questi giorni sul caso?
No, non ne ho sentito parlare.

ANDREA, 22 ANNI, CUOCO

VICE: Qual è il tuo giudizio sul documentario su Amanda Knox di cui si sta parlando?
Andrea: Volevano creare una storia e hanno fatto di tutto pur di renderla vendibile a un grande pubblico.

Come ti sembra che vengano riportati i fatti?
Secondo me la ricostruzione non è fatta male, perché si basa su documenti reali. Certo, poi ci sono delle cose che al fine della "storia" non hanno riportato—tipo il fatto che il corpo di polizia che ha seguito la seconda parte dell'indagine non era di Perugia ma del sud Italia e sono cose così che hanno evitato di raccontare per non "annoiare".

Hai qualche ricordo specifico legato al caso?
Mi ricordo del caos allucinante la notte dell'omicidio: c'era la polizia che girava ovunque e mentre ancora non si capiva cosa fosse successo Perugia era nelle televisioni di tutto il mondo.

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