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In Brasile le armi da fuoco uccidono cinque persone ogni ora

Secondo un report, nel paese sudamericano 21,9 persone ogni 100.000 muoiono uccise da un'arma da fuoco. È il secondo risultato più alto di tutti i tempi.
Foto di Todor Todorov/Wikimedia Commons

Le armi da fuoco causano ogni giorno 116 morti in Brasile, all'incirca cinque persone ogni ora.

La Map of Violence 2015, pubblicata dall'UNESCO a maggio 2015 in collaborazione con la Facoltà Latino-Americana di Scienze Sociali e il governo Brasiliano, ha stimato che la violenza da armi da fuoco abbia causato la perdita di 42.416 vite umane soltanto nel corso del 2012, l'ultimo anno per cui si hanno dati completi.

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È il più alto tasso di mortalità nazionale mai registrato nei 35 anni in cui è stato condotto lo studio: 21,9 morti per armi da fuoco su 100.000 abitanti – il 95% dei quali morti per omicidio, mentre il bilancio totale comprende anche suicidi, incidenti e casi incerti.

Quasi il 60% delle vittime aveva tra i 15 e i 29 anni. Nel 2012, un brasiliano di colore aveva il 142% di probabilità in più di essere colpito e ucciso di un bianco.

Lo stato di Alagoas, nel nord-est del paese (regione dove sorge Maceió, la capitale brasiliana degli omicidi) ha ottenuto il primo posto della classifica con 55 morti per arma da fuoco ogni 100.000 abitanti.

Le regioni del nord e nel nord-est del Brasile hanno visto un significativo aumento di decessi, mentre gli stati di San Paolo e di Rio de Janeiro sono risultati in controtendenza: in entrambe le regioni le morti per armi da fuoco, infatti, sono calate del 50%.

Nonostante i numeri siano impressionanti, sarebbe potuta andare anche peggio: lo studio ritiene infatti che l'introduzione nel 2003 del controverso Statuto sul Disarmo - che ha limitato il diritto di possedere armi alle persone con più di 25 anni e introdotto controlli di sicurezza e un registro nazionale delle armi da fuoco - abbia salvato 160.000 vite tra il 2004 e il 2012.

Alcuni brasiliani non concordano, e al contrario credono che lo statuto abbia invece aumentato l'incidenza delle morti per armi da fuoco. Un venditore di armi di San Paolo, a condizione di rimanere anonimo, ha detto che lo statuto ha reso praticamente impossibile per il brasiliano medio possedere legalmente una pistola.

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"Lo statuto non ha migliorato nulla, anzi: ora il crimine e le morti sono aumentati," ha spiegato. "Le autorità si sono concentrate sulla regolamentazione degli acquisti legali in modo assurdo. Qui ci può volere fino a un anno per ottenere una licenza." Secondo l'uomo, quindi, la difficoltà nell'acquistare legalmente un'arma ha costretto le persone a procurarsele in maniera illegale.

Si stima che i cittadini brasiliani posseggano più di 18 milioni di pistole, e di queste più della metà sarebbe stato ottenuto illegalmente.

Intanto, nel paese stanno prendendo piede movimenti che propongono l'ammorbidimento delle norme sull'acquisto di armi da fuoco: una commissione speciale della camera bassa del Congresso Nazionale brasiliano ha promesso di facilitare l'accesso alle armi e di rendere meno rigide le limitazioni sui luoghi in cui esse possono essere portate. Le pistole legali sono attualmente limitare ad una residenza registrata, o al luogo di lavoro.

"Il processo prevede una montagna di burocrazia e costi alti, al giorno d'oggi," ha raccontato recentemente al portale di news R7 il deputato federale e presidente della commissione Marcos Montes. "Chi è povero non può permettersi di comprare una pistola perché è troppo costosa. Lo statuto deve essere modificato."

Montes, che ha ricevuto donazioni da parte di produttori di armi oltre che dalla NRA, l'Associazione Nazionale delle Armi e degli Armamenti, è tra quei brasiliani che sposano la scuola di pensiero del "più pistole, meno crimine."

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Ma José Viente da Silva Filho, un ex colonnello della polizia militare ed ex segretario nazionale per la sicurezza pubblica, critica tenacemente le affermazioni del deputato, chiedendo invece che le attuali leggi sul possesso di armi siano complementate da ulteriori riforme.

"Lo statuto, che era nato come passo preliminare, ha avuto solo un effetto limitato, ma garantire l'accesso ad ancora più armi non è la risposta," ha detto a VICE News. "Si pensa che il 15% dei brasiliani possegga un'arma, rispetto al 90% degli americani. La differenza è che [in Brasile] se il numero di pistole aumenta dell'1%, gli omicidi crescono del 2%."

Silva sostiene che il problema della armi in Brasile non dipenda dalla quantità di pistole, ma dall'impunità del loro uso.

"In media i brasiliani uccidono sei volte più persone rispetto agli americani," ha detto.

Stando alle conclusioni del rapporto Map of Violence, in genere la società brasiliana condona l'uso della violenza per risolvere dispute come incidenti stradali o discussioni personali. L'inchiesta ha stabilito che le indagini inadeguate della polizia e il sistema giudiziario lento, in cui spesso molti casi vengono considerati irrilevanti, favoriscono un clima di violenza.

Da Silva Filho auspica l'approvazione di riforme del codice penale che assicurino un numero maggiore di condanne e sentenze più lunghe. E teme che le proposte di modifica allo statuto che chiedono un accesso più facile alle armi possano, al contrario, produrre un aumento significativo di crimini violenti.

I sostenitori della sicurezza pubblica in Brasile domandano maggiore vigilanza da parte delle forze di polizia, per garantire in particolare che le pistole sequestrate dalle autorità non tornino in circolazione.

Il numero sorprendente di crimini commessi con armi da fuoco spinge molti a procurarsi una pistola per proteggersi, creando così un circolo vizioso. La situazione potrà migliorare solo quando i brasiliani inizieranno a sentirsi più sicuri.

Fino ad allora, le armi da fuoco saranno viste da gran parte della popolazione come l'unico mezzo per difendersi in uno dei paesi più violenti del pianeta.

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Foto via Wikimedia Commons