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Brexit

Dopo il voto sulla Brexit nella politica inglese regna il caos più totale

L'ultima notizia riguarda le dimissioni di Nigel Farage alla guida dello UKIP, uno dei partiti che di più si era speso a favore della Brexit.
Foto di Michael Vadon/Flickr

Due degli sfidanti principali per il ruolo di prossimo Primo Ministro del Regno Unito hanno espresso pubblicamente il loro disaccordo sul momento in cui dovrebbero iniziare i negoziati per l'uscita dall'Unione Europea.

Il ministro dell'Interno Theresa May, l'attuale favorita che ha fatto campagna per il Remain nel referendum del 23 giugno, ha detto che la Gran Bretagna ha bisogno di avere una posizione negoziale chiara, e che lei non si affretterà a dare inizio alla procedura formale per l'uscita dall'UE quest'anno.

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Il Sottosegretario per l'energia Andrea Leadson, proveniente dal fronte del Leave e che è emersa come una forte rivale di May, si è mostrata più impaziente, dicendo che la Gran Bretagna deve "darsi una calmata e fare progressi."

Il 52 per cento dei britannici ha votato per lasciare l'Unione a cui partecipa dal 1973, sconfiggendo la campagna per il Remain guidata da David Cameron, che ha annunciato le sue dimissioni la mattina successiva al voto.

L'agitazione politica è stata esacerbata anche da scontri all'interno del partito d'opposizione: la grande maggioranza dei deputati del Labour ha dichiarato apertamente che il leader del partito, Jeremy Corbyn, non è adatto al ruolo, ma lui non ha voluto dimettersi appellandosi al sostegno degli iscritti al partito.

Nel frattempo, lunedì il capo dello UK Independence Party (UKIP) e protagonista della campagna per il Leave Nigel Farage ha annunciato le sue dimissioni da leader del partito.

Farage, che in un discorso ha detto di "aver fatto la sua parte," e che "non ci sarebbe stato un referendum senza lo UKIP."

Il Parlamentare Europeo, che dopo le elezioni di maggio 2015 in Gran Bretagna si era già dimesso da leader dello UKIP per poi tornare sui suoi passi dopo qualche giorno, ha detto che stavolta non cambierà idea.

Cinque candidati sono in lizza per succedere a Cameron come leader del partito Conservatore e come Primo ministro. Nel corso dell'estate i parlamentari del partito ridurranno gli sfidanti a due, poi gli iscritti sceglieranno il vincitore entro il nove settembre.

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Secondo alcuni articoli pubblicati domenica, May appare già in vantaggio con il sostegno di più di 100 parlamentari, quattro volte di più di qualsiasi altro candidato.

Ma i suoi critici, tra cui i rivali Leadson e il ministro della Giustizia Michael Gove, hanno detto che il prossimo leader deve arrivare dalle file della campagna per il Leave.

May, che giovedì all'inaugurazione della sua campagna ha giurato di onorare il voto, ha detto che la Gran Bretagna ha bisogno di un leader che è in grado di unire il paese.

"Le persone non stanno cercando un Primo Ministro che sia solo un Primo Ministro per la Brexit, ma un Primo Ministro che possa governare tutto il paese," ha dichiarato durante un'intervista con il canale ITV.

La decisione inaspettata di lasciare l'UE ha fatto crollare la sterlina a livelli mai visti negli ultimi 30 anni, e ha sollevato preoccupazioni riguardo alla possibilità che l'economia britannica si possa avviare verso una recessione.

I leader UE stanno facendo pressione sul Regno Unito affinché si appelli all'Articolo 50 al più presto, per iniziare il processo di uscita dall'Unione ed evitare un periodo di incertezza prolungato, che potrebbe destabilizzare anche gli altri 27 stati membri.

Dal momento in cui viene invocato l'Articolo 50, un accordo per l'uscita dev'essere raggiunto entro due anni.

"Dobbiamo essere chiari sulla nostra posizione negoziale prima di applicare l'Articolo 50, perché una volta che sarà invocato inizieranno tutte le procedure," ha detto May.

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L'ex banchiera Leadsom, che è stata una delle più agguerrite sostenitrici della Brexit durante la campagna per il referendum, ha detto che lei agirebbe il prima possibile.

"Si tratta di dare certezze alle aziende, di dire al mondo 'Siamo aperti e pronti a fare affari'," ha spiegato alla BBC.

Leadsom, che non è molto nota tra i cittadini britannici, sta eclissando il suo collega Gove, la cui campagna fatica a superare le accuse di tradimento nei confronti del leader della campagna per il Leave, Boris Johnson.

Gove ha ritirato il suo sostegno all'ex sindaco di Londra Johnson, e giovedì ha deciso di sfidare il suo ex alleato nella corsa alla leadership del partito.

La scelta finale del leader, e quindi del prossimo Primo Ministro britannico, sarà presa dai soli 150.000 iscritti al partito Conservatore.


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Foto di Michael Vadon/Flickr rilasciata su licenza Creative Commons