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amministrative 2016

La candidatura di Parisi a Milano è la vittoria definitiva dei manager sulla politica

In caso di successo di Giuseppe Sala alle primarie del centrosinistra, a Milano potrebbe profilarsi una sfida tra manager: l’ex amministratore delegato di Expo, e l’attuale ad di Chili TV, Stefano Parisi.
Fotomontaggio di VICE News.

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Dopo il successo dell'ex amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala alle primarie del centrosinistra, e con la candidatura arrivata ieri dell'attuale ad di Chili TV Stefano Parisi, a Milano potrebbe profilarsi una sfida tra manager

Parisi è un simpatizzante berlusconiano di lungo corso, ma piace anche a Matteo Salvini: è con queste credenziali che il 59enne è diventato il candidato del centrodestra nel capoluogo lombardo—a oggi l'unica grande città che potrebbe, forse, risollevare le speranze di vittoria di Forza Italia e Lega Nord alle amministrative di giugno.

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L'ultimo indizio era arrivato a inizio febbraio, al termine della cena tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, cui erano presenti anche Giorgia Meloni, Licia Ronzulli e Ignazio La Russa. "Non voglio fare nomi perché è prematuro," aveva detto Berlusconi ai giornalisti, "ma credo che lo sforzo sia quello di garantire da parte nostra un candidato capace di gestire la città al di fuori delle appartenenze politiche."

Qualcuno dunque che si trovi fuori dai partiti, proprio come Parisi, il quale vanta un lungo curriculum lavorativo in posizioni manageriali: è stato direttore generale di Confindustria e amministratore delegato di Fastweb. Oggi gestisce Chili TV, la piattaforma italiana di video streaming che si pone in concorrenza diretta con Netflix.

Nel suo passato si contano anche due parentesi politiche: a livello nazionale a metà anni novanta, quando fu chiamato a gestire il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria, e a livello milanese negli anni duemila, quando ricoprì la carica di direttore generale del Comune. Al tempo, il sindaco era Gabriele Albertini.

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Tra Parisi e Sala - che hanno appena due anni di differenza - i punti in comune non mancano: come il primo, anche il secondo ricoprì la carica di city manager, sotto la giunta di centrodestra guidata da Letizia Moratti.

"Beppe," l'uomo forte del Partito Democratico, ha lavorato nelle telecomunicazioni: prima come Chief Financial Officer di Tim, poi come direttore generale di Telecom Italia. Il primo incarico rilevante della sua carriera fu affidatogli dalla Pirelli, dove ricoprì anche la carica di amministratore delegato.

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Nel 2007 Parisi è stato indagato - e poi prosciolto, nel 2013 - a causa di presunti fondi neri utilizzati dall'azienda. Dopo essere finito sotto indagine, l'allora amministratore delegato di Fastweb si dimise—una mossa studiata, anche, per evitare anche il possibile commissariamento dell'azienda.

Dopo la sentenza di proscioglimento, Parisi a Panorama si disse "perseguitato dalla giustizia." Raccontò così la vicenda: "Sin dall'inizio ci fu chiaro che la truffa veniva ordita, con la complicità di due dirigenti infedeli, ai danni di Fastweb. Insomma noi eravamo la vittima di un raggiro che, come hanno certificato i giudici, ha sottratto circa 50 milioni di euro alla nostra società."

A questo punto, Milano vedrà due top manager contendersi la poltrona politica più ambita delle amministrative di giugno. E la campagna elettorale, a soli tre mesi dal voto, potrebbe finalmente entrare nel vivo.

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Foto in apertura di Milano di Sgt. Pepper57 in Creative Commons. Foto di Giuseppe Sala dalla pagina Facebook del candidato.
Foto di Stefano Parisi dal profilo ufficiale di Confindustria.