FYI.

This story is over 5 years old.

francia

"L'assassino è ancora libero:" la copertina di Charlie Hebdo un anno dopo gli attacchi

Un anno dopo l'attacco contro la redazione del settimanale satirico che ha causato la morte di 12 persone, la rivista pubblicherà un numero speciale con una tiratura iniziale di un milione di copie.
Pierre Longeray
Paris, FR
Capture d'écran via Twitter

Segui VICE News Italia su Facebook per restare aggiornato

Mercoledì il settimanale satirico francese Charlie Hebdo pubblicherà un'edizione speciale con una tiratura iniziale di un milione di copie, un anno dopo aver subito un attacco all'interno della propria redazione parigina e in cui sono morti giornalisti, fumettisti, correttori di bozze e collaboratori.

Durante quel sanguinoso sette gennaio, sono morti nove giornalisti — fatto che nel 2015 ha reso la Francia il secondo paese più pericoloso al mondo per i giornalisti, dopo la Siria.

Pubblicità

Il giornalista di AFP Jean-François Guyot ha postato su Twitter la copertina del prossimo numero della rivista, che uscirà nelle edicole il 6 gennaio. Sulla copertina è rappresentato un uomo barbuto, con le sembianze di un dio monoteista, un kalashnikov in spalla. Sopra al disegno campeggia la scritta: "Un anno dopo: l'assassino è ancora libero."

Le 6 janvier, en kiosques, numéro spécial — Jean-François Guyot (@JFGuyot)January 3, 2016

Il fumetto è stato disegnato da Laurent Sourisseau, noto come Riss, il direttore del controverso settimanale. Nel disegno di Riss, Dio ha indosso una tunica bianca sporca di sangue, mentre l'occhio della Provvidenza - che generalmente rappresenta l'occhio di Dio che sorveglia il genere umano - fluttua sopra la sua testa.

La copertina ha scatenato molte reazioni lunedì mattina. Nicolas Hénin, giornalista francese ed ex ostaggio di IS, ha detto alla radio France Info che è come se il fumetto di Riss stesse dicendo "che Dio è la causa di tutto questo […], è come dire che i terroristi sono la mano di Dio," fatto che sfortunatamente "legittima le idee dei terroristi."

Secondo Hénin, che è anche esperto di jihad e autore del libro Jihad Academy, "ricondurre il terrorismo ai suoi aspetto religiosi ha un effetto disastroso. […] Questo è esattamente quello che vogliono i terroristi: ottenere la legittimazione religiosa."

"Molti speravano che saremmo morti"

La copertina, già controversa, è seguita da un editoriale scritto anch'esso da Riss (disponibile in francese sul sito di France Inter). Nella sua chiamata alla laicità intitolata "Muori, Charlie! Vivi, Charlie!" Riss critica ogni genere di religione e di religiosi.

Pubblicità

"Sì, molte persone speravano che saremmo morti. M-O-R-T-I," scrive Riss. "Tra loro, i fanatici storditi dal Corano, ma anche i culs-bénits [letteralmente "culi santi," un'espressione francese usata per indicare le persone molto religiose] di altre religioni, che ci hanno augurato l'inferno in cui loro credono, perché abbiamo osato ridere delle loro religioni."

Nel suo primo editoriale dell'anno, il direttore del settimanale satirico sottolinea come lui (e i suoi colleghi) vogliono continuare a lavorare per Charlie Hebdo. "Non saranno due piccoli stronzi [i fratelli Kouachi] a distruggere il lavoro delle nostre vite. […] Non vedranno la morte di Charlie. Sarà Charlie ad assistere alla loro morte. […] Le convinzioni degli atei e dei laici possono muovere le montagne molto più di quelle dei credenti."

Molti personaggi pubblici hanno partecipato a quest'edizione speciale, che sarà distribuita in tutto il mondo. Hanno contribuito al numero speciale il Ministro della Cultura francese Fleur Pellerin e le attrici Isabelle Adjani e Charlotte Gainsbourg. Nel numero saranno pubblicati anche i disegni inediti dei fumettisti uccisi nell'attacco — Cabu, Wolinski, Char, Tignous e Honoré.

Dissensi interni

Quello appena passato è stato un anno caotico per la redazione del piccolo settimanale famoso per le sue copertine controverse. Charlie Hebdo è diventato un'icona mondiale della libertà di parola — un fardello pesante per alcuni dei suoi vignettisti.

Pubblicità

Il primo numero del settimanale ad uscire dopo il 7 gennaio del 2015 ha venduto sette milioni e mezzo di copie. Prima degli attacchi la tiratura della rivista non superava le 30.000 copie. Luz, uno dei vignettisti di punta di Charlie Hebdo, disegnò sulla copertina il Profeta Maometto in lacrime con il titolo 'Tutto è perdonato.'

Subito dopo gli attacchi il gruppo si è diviso, mentre Riss è diventato proprietario del giornale con due-terzi del capitale. "Mi dispiace che la rifondazione di Charlie Hebdo non si sia verificata. I suoi proprietari si sono rifiutati, perdendo l'opportunità unica di ricreare un giornale partecipativo caratterizzato dallo spirito di squadra e aperto a tutti," dichiarò ad AFP Laurent Léger, un giornalista di Charlie Hebdo.

Luz, colpito emotivamente dall'attacco di gennaio, ha lasciato il giornale lo scorso settembre insieme a un altro collaboratore di punta, il dottor Patrick Pelloux. Lo scorso aprile i due avevano chiesto una nuova amministrazione e uno 'statuto dei dipendenti e degli azionisti', che non sono stati concessi. I due hanno detto che "rifiutavano il fatto che un piccolo gruppo avesse preso il controllo" del settimanale.

"Disperatamente soli"

A causa degli scontri interni, la redazione di Charlie Hebdo non si sente molto sostenuta. Domenica Eric Portheault, co-azionista con Riss e direttore finanziario del settimanale, ha dichiarato ad AFP che "ci sentiamo disperatamente soli. Nessun altro fa quello che facciamo noi, proteggendo i valori repubblicani fino alla fine, tra cui, ad esempio, la laicità."

Pubblicità

Nonostante tutto, la salute finanziaria del settimanale sembra essere a posto. Le vendite sono stabili - 100.000 copie vendute per ogni edizione - e Charlie Hebdo può contare su 183.000 abbonati. Inoltre, il giornale ha un fondo di 20 milioni di euro grazie alle donazioni ricevute da tutto il mondo all'indomani degli attacchi. A metà dicembre, Charlie Hebdo ha annunciato di aver consegnato 4 milioni di euro alle vittime degli attentati che hanno colpito Parigi lo scorso novembre.

Le 17 vittime dei tre giorni di uccisioni nella capitale francese - negli uffici di Charlie Hebdo, a Montrouge e in un negozio kosher - saranno ricordate questa settimana a Parigi. Placche commemorative verranno installate nei luoghi colpiti. Il 10 gennaio il presidente francese François Hollande parteciperà a una celebrazione pubblica a Place de la République, dove verrà piantata una quercia alta 10 metri in onore delle vittime.


Segui VICE News Italia su Twitter e su Facebook

Segui Pierre Longeray su Twitter: @PLongeray