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Roma

La Questura di Roma ha chiuso il circolo DalVerme in base a una legge d'epoca fascista

Il noto circolo culturale del Pigneto è stato chiuso per volere della Questura, che avrebbe riscontrato in esso una “frequentazione delinquenziale.” Intanto la protesta, online e offline, è già comincia
Dalla pagina Facebook del Circolo DalVerme.

Ieri sera il circolo Arci DalVerme avrebbe dovuto ospitare il concerto dei Fuzz Orchestra, un trio rock sperimentale attivo dal 2006. Da venerdì, tuttavia, lo spazio culturale è chiuso al pubblico — e tutti i suoi eventi sono stati messi in stand-by, prima di essere spostati altrove.

Sono i primi effetti della chiusura improvvisa del noto spazio culturale del Pigneto, notificata venerdì mattina ai soci di No More T, l'associazione che gestisce il circolo, cui è stata sospesa la licenza con effetto immediato "nell'ottica di un doveroso soddisfacimento delle esigenze di tutela sociale […] e con finalità dissuasive nei confronti della frequentazione delinquenziale."

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Su Facebook e sul proprio sito il DalVerme ha denunciato la vicenda, e invitato amici e frequentatori a chiedere la "immediata riapertura" dello spazio inviando mail di protesta all'indirizzo di Francesco Paolo Tronca, Commissario di Roma, e dell'Assessore alla Cultura Annunziatina Castello.

Secondo quanto riportato dai gestori, la base legale con cui cui la Polizia e la Questura di Roma hanno motivato la chiusura del circolo è l'Articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS) — una legge approvata con Decreto Regio in piena epoca fascista, e ancora oggi vigente (seppur con alcune, lievi modifiche) nell'ordinamento della Repubblica Italiana.

Nell'Articolo in questione si legge: "Il Questore può sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l'ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini."

Secondo i gestori del DalVerme si tratta di "un'accusa infamante, che assimila la nostra associazione di promozione sociale e tutti i soci che ne fanno parte a forme gravissime di illegalità quali narcotraffico, associazione criminale, sfruttamento della prostituzione, eversione, traffico di armi."

Il concerto dei Fuzz Orchestra di ieri sera è stato spostato al 30 Formiche, diventando il primo evento ufficiale del circolo al di fuori delle sue mura dopo la chiusura. Prima del live, i soci di No More T hanno spiegato al pubblico le motivazioni della vicenda, assicurando che la protesta continuerà e che la mobilitazione è già in atto.

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"Chi pensi che questo sia un necrologio è fuori strada: è solo l'apertura di un altro fronte di conflitto," si ribadisce sul sito del DalVerme. "Se non ci sarà permesso di esistere legittimamente all'interno delle nostre mura, forti dell'appoggio degli spazi e delle realtà che riconoscono il valore del lavoro e delle persone che hanno reso possibile questo folle ma lungimirante progetto, proporremo un serrato calendario di eventi e di iniziative per portare avanti le nostra attività."

Intanto, su Facebook il circolo ha lanciato la campagna #riapriamoildalverme, chiedendo la collaborazione di tutti per diffondere la voce della chiusura, e contestualmente chiedere l'annullamento della mozione.

Negli ultimi giorni, la Questura di Roma ha chiuso anche il "Trabant Bar" di Piazzale Prenestino, denunciando le "pessime condizioni igienico-sanitarie" riscontrate durante un controllo all'interno del locale, che potrà riaprire soltanto dopo essersi rimesso in regola.

Motivazioni diverse, appunto, rispetto a quelle che hanno portato alla chiusura del DalVerme — le quali, in effetti, restano ancora poco chiare.

VICE News ha inviato una richiesta di commento alla questura di Roma, ma non ha ricevuto risposta in tempo per la pubblicazione di questo articolo.


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