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Propagandă

Come una bufala politica diventa virale su Facebook

Questa mappa falsa, pubblicata da Breitbart e condivisa migliaia di volte su Facebook, ci dimostra quanto è difficile arginare le bufale online.

"Donald Trump si è aggiudicato il voto popolare di 7,5 milioni di persone negli stati centrali". Così titolava all'indomani delle elezioni americane uno degli articoli più condivisi di Breitbart, il sito d'informazione conservatore che ha sostenuto il tycoon nella sua campagna presidenziale.

In realtà, la notizia era completamente falsa, così come la mappa dei collegi elettorali riportata al suo interno. Questo, però, non ha impedito che questa si diffondesse in modo capillare, principalmente su Facebook, e che anche oggi - nonostante il testo sia stato corretto - continui a ingannare migliaia di lettori.

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L'articolo non fa altro che proporre una teoria alternativa alla vittoria del voto popolare da parte di Hillary Clinton. Se si escludono le 50 contee che hanno votato nettamente a favore di Clinton e si definisce il resto degli Stati Uniti come "heartland" (stati centrali) - sostiene l'articolo - allora sì Trump avrebbe fatto segnare "una vittoria schiacciante."

Al di là di questa strana analisi della distribuzione dei voti, l'elemento più ingannevole della storia pubblicata da Breitbart era una mappa elettorale totalmente falsa. Il grafico continua a essere condiviso su Facebook, nonostante il Washington Post l'abbia smascherata e l'articolo originale sia stato corretto.

Questo è un esempio calzante di come sia facile spargere notizie false, e di come sia difficile sradicarle, una volta che sono entrate nella coscienza comune.

La falsa mappa disegnata da Breitbart non è un'eccezione. Le notizie distorte e fasulle sono state uno degli elementi fondanti di questo ciclo elettorale — in parte perché funzionano bene su Facebook. Secondo un'analisi di BuzzFeed News, le storie più popolari dei siti di bufale (tipo: "Wikileaks CONFERMA che Hillary ha venduto armi all'ISIS…") sono più condivise di quelle dei giornali "mainstream" come il New York Times.

Il titolo da 'contro-narrazione' associato all'illustrazione forte rendevano questa mappa dei collegi elettorali un'esca perfetta da condividere su Facebook. John Philip Riffice, un elettore di Trump che ha condiviso l'articolo su Facebook, dice a VICE News di essersi subito pentito.

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"L'ho pubblicato e mi sono accorto: aspetta un attimo, manca del blu (colore dei democratici) qui. Hillary ha vinto in Illinois e in una manciata di altri stati," dice Riffice. "Non voglio pubblicare niente che sia sfacciatamente falso, e ho inavvertitamente pubblicato quella mappa. Quindi, col senno di poi, quell'articolo di Breitbart falso non vorrei averlo condiviso."

Sentito da VICE News, il caporedattore politico di Breitbart, Matthew Boyle, spiega di non sapere come la mappa sia saltata fuori, ma ammette che averla inclusa nella storia è stato un errore. "Ovviamente abbiamo aggiornato la mappa dopo aver ricevuto numerose critiche," ha aggiunto Boyle.

Quando gli chiediamo perché la versione fasulla stia ancora circolando su Facebook, la sua risposta è abbastanza vaga. "La nostra pagina Facebook è gestita da altre persone," dice Boyle. "A essere onesto, non la leggo neanche. Ma in generale, credo che la storia sia buona… non è una novità far notare che l'America sia spaccata in due."

Fino a oggi, il post originale - comprensivo della mappa fasulla - ha racimolato 35.000 condivisioni, 59.000 like e 2.400 commenti. Anche su Twitter la mappa è stata condivisa migliaia di volte, anche da utenti di rilievo come Laura Ingraham, analista conservatrice e candidata al ruolo di Responsabile Stampa della Casa Bianca.

Donald Trump Won 7.5 Million Popular Vote Landslide in Heartland — Laura Ingraham (@IngrahamAngle)15 novembre 2016

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"Credo che sia un problema importante; la precisione è il nostro valore aggiunto. Puntiamo a garantire che i nostri articoli siano accurati," dice Boyle. "Certo, siamo trasparenti per quanto riguarda la nostra posizione politica, ma la cosa più importante per noi è assicurarci di avere informazioni e grafici veritieri sul sito."

L'autore dell'articolo, Michael Patrick Leahy, è un contributore esterno che sembra avere una seconda occupazione: l'attivista del Comitato Nazionale Repubblicano (RNC). Il Comitato non ha risposto a una nostra richiesta riguardo al ruolo di Leahy.

Come per la maggior parte delle testate moderne, Facebook è il principale canale di distribuzione dei contenuti di Breitbart. Secondo i dati di NewsWhip, Breitbart è stato il quarto sito di news più attivo su Facebook il giorno delle elezioni (per numero di like, commenti e condivisioni), preceduto da NBC, Huffington Post e USA Today.

"Possiamo vedere come Facebook contribuisca al 30-40 per cento del traffico totale," dice Dan Valente, data scientist di Chartbeat, azienda che si occupa di web analytics. "La mia impressione è che [Breitbart] sia una delle pubblicazioni più popolari su Facebook grazie al tipo di contenuti che pubblica."

All'indomani delle elezioni, Mark Zuckerberg e Facebook avevano inizialmente negato che le bufale avessero influenzato il voto. Poi però il boss del social network ha fatto un dietrofront, promettendo di fare qualcosa per arginare le notizie false che circolano sulla piattaforma.

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Tuttavia, Zuckerberg ha sottolineato che Facebook "non vuole essere un giudice supremo della verità ma che vuole affidarsi alla propria comunità e a dei soggetti terzi di fiducia."

Valutare in modo indipendente le modifiche promesse dal Zuckerberg sarà difficile perché Facebook condivide pochissimi dati con gli osservatori esterni. Inoltre, questi accorgimenti non possono cambiare la struttura portante di Facebook, la quale permette la proliferazione delle bufale.

"Per sua natura, Facebook mette in risalto gli aspetti di condivisione del sito. Scoraggia ogni tipo di attività che non avviene sul social network, come leggere l'articolo," dice Mike Caufield, professore della Washington State University.

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"A un certo punto tutto si concentra su 'Quanto velocemente la gente condivide questo post?' Quindi per facilitare la condivisione, devi fomentare la rabbia e il disgusto. E i siti hanno imparato a sfruttare questa strategia."

Google ha annunciato di voler rimuovere gli articoli segnalati come falsi dai suoi migliori risultati di ricerca. Il design di Facebook, invece, non permette di fare una scelta simile: lo stesso peso viene attribuito alle notizie vere e quelle false.

"La struttura di Facebook non è concepita come una piattaforma di condivisione delle notizie, ma come una piattaforma per votare titoli e immagini," dice Caufield. E se pensare a titoli e contenuti che funzionano su Facebook è una capacità essenziale di ogni pubblicazione, per Breitbart c'è un vantaggio naturale.

"I contenuti che funzionano bene su Facebook sono quelle fortemente emotivi… Come i commenti politici e i pezzi di opinione, più che quelli di cronaca," conclude Valente. "I titoli di Breitbart tendono a fare cose del genere."


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