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Quali sono i paesi europei che confiscano i beni ai migranti — e perché

C'è tanta confusione riguardo la contestata normativa approvata in questi giorni in Danimarca e quelle già in vigore in Svizzera e Germania: abbiamo cercato di fare chiarezza.
Foto via Flickr

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Grazie a un emendamento approvato martedì, le autorità danesi potranno confiscare parte dei beni personali in possesso dei richiedenti asilo presenti sul suo territorio.

Quanti e quali beni potranno essere confiscati ai richiedenti asilo?

Le autorità danesi potranno sequestrare ai migranti oggetti o soldi nella misura del valore eccedente le 10.000 corone danesi (circa 1.350 euro). A finire delle mani degli agenti potranno essere, oltre ai soldi, anche "orologi, telefoni cellulari e computer". Esclusi invece i beni di valore affettivo — come ad esempio "fedi, anelli di fidanzamento, ritratti di famiglia, riconoscimenti e medaglie."

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Come verranno utilizzati i beni confiscati?

I soldi e i beni confiscati andranno a contribuire alle spese sociali previste dal welfare danese, secondo quanto affermato dal primo ministro Lars Løkke Rasmussen (Partito Liberale Venstre). "Tutti i cittadini danesi e i rifugiati che vengono qui ricevono assistenza sanitaria, pensioni, educazione, istruzione linguistica, corsi di integrazione. L'unica nostra richiesta è questa: se hai i mezzi per pagarti vitto e alloggio - sia che tu sia danese, o un rifugiato - allora dovresti farlo," aveva spiegato alla CNN il portavoce del partito liberale Jakob Ellemann-Jensen.

Chi ha promosso l'emendamento?

La normativa è stata proposta e sostenuta dal Partito Liberale, il quale gode dell'appoggio del Partito del popolo danese (Dansk Folkeparti, DF) di ispirazione conservatrice e xenofoba. Sostegno è arrivato anche dal principale partito di opposizione, quello dei socialdemocratici. Non si tratta in realtà di una vera e propria nuova legge, ma di un emendamento a una legge che già esisteva in Danimarca.

Come ha reagito la comunità internazionale?

La misura ha raccolto molte critiche, soprattutto all'estero e tra i partiti minori di opposizione. Nils Muiznieks, commissario dei Diritti Umani del Consiglio d'Europa, l'ha definita "una violazione della dignità umana." Secondo l'UNHCR la norma "potrebbe alimentare paura e xenofobia." Per il Washington Post, l'approvazione della legge ricorderebbe le spoliazioni effettuate ai danni degli ebrei durante il nazismo.

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È una misura consentita a livello internazionale?

Difficile a dirsi, dato che le legislazioni europee si applicano sulla Danimarca in modo parziale. Secondo quanto spiegato su Redattore Sociale da Salvo Nicolosi, ricercatore dell'International Human Rights Law presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Ghent, "la confisca dal punto di vista internazionale è problematica, perché potrebbe violare il diritto alla proprietà privata che è riconosciuto dalla maggior parte degli strumenti internazionali a tutela dei diritti umani. Ad esempio, la Convenzione sui rifugiati del 1951 impone agli Stati di rispettare i diritti di proprietà dei richiedenti asilo sulla base del principio di non discriminazione. La Cedu, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, di cui la Danimarca è Stato membro, inoltre è accompagnata da un protocollo dedicato alla tutela della proprietà privata e questa legge potrebbe creare un'interferenza con tale diritto."

Esistono norme simili anche in altri paesi?

Secondo quanto riferito dall'emittente locale SRF, una misura simile a quella applicata in Danimarca è già operativa da diversi anni in Svizzera, dove i migranti devono consegnare ogni bene eccedente il valore di 1000 franchi svizzeri (circa 910 euro) — oltre a cedere il 10 per cento del proprio stipendio per dieci anni o almeno fino al raggiungimento di una soglia di quasi 14mila euro. La normativa era stata introdotta dalla SEM, la Segreteria di Stato della migrazione, e il contributo andrà a sostenere i costi dell'assistenza sociale e della gestione burocratica delle richieste "per quanto possibile." Se la persona lascia il paese entro sette mesi dal suo arrivo, tuttavia, può chiedere la riconsegna di beni e denaro sequestrati al momento dell'ingresso. Secondo quanto riportato da Swissinfo, "l'apporto è comunque modesto: l'anno scorso le autorità elvetiche hanno confiscato a 112 persone valori per complessivi 210.000 franchi."

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E in Germania?

Nello stato di Angela Merkel, i vari Länder hanno ampi poteri decisionali a prescindere dalle politiche del governo centrale. Così due Land - quello della Baviera e quello del Baden-Wüttenberg, entrambi nel sud della Germania - sono in vigore delle norme simili a quella danese, con soglie di possesso però ancora più basse — rispettivamente, 750 e 350 euro. Secondo il Commissario federale per l'Immigrazione e i Rifugiati Aydan Özoguz il richiedente asilo in Germania "non ha un trattamento diverso rispetto a chi riceve l'indennità di disoccupazione."


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Foto di apertura di KLMircea in Creative Commons