FYI.

This story is over 5 years old.

asia e pacifico

In Corea del Sud i mariti che tradiscono le mogli non possono più chiedere il divorzio

Sebbene sia possibile trovare un accordo tra parti consenzienti, in Corea del Sud la legge stabilisce che la persona responsabile per il fallimento di un matrimonio non può richiedere il divorzio.
Photo par Jeff Belmonte

A febbraio in Corea del Sud, in molti avevano festeggiato la decisione della Corte Costituzionale di revocare una legge che puniva l'adulterio con pene fino a due anni di carcere. A inizio settembre, però, lo stesso organo di giustizia ha affermato che i mariti fedifraghi non hanno alcun diritto di divorziare dal proprio coniuge.

A portare il caso alla Corte Costituzionale è stato un 68enne identificato con il cognome di Baek, il quale - 15 anni fa - lasciò la moglie e i tre figli per andare a convivere con un'altra donna. Baek ha avuto un figlio dalla sua nuova partner, ma non ha potuto formalizzare il divorzio dalla prima moglie. Così, nel 2011, ha intentato una causa per ottenerlo.

Pubblicità

La legge sudcoreana stabilisce che alla persona responsabile per il fallimento di un matrimonio non è permesso fare domanda di divorzio, nonostante un accordo possa essere raggiunto se il coniuge acconsente. Le decisioni dei tribunali di grado inferiore hanno confermato questa normativa e rigettato la richiesta di Baek, poiché l'uomo aveva portato avanti una relazione extra-matrimoniale. Ma Baek e il suo avvocato hanno deciso di mettere alla prova la sua legittimità ponendo la questione di fronte alla massima autorità giudiziaria, sostenendo che una persona dovrebbe avere il diritto di ottenere un divorzio anche se il partner non è d'accordo.

La Corea del Sud è un paese conservatore che sta ancora delineando i parametri legali per i coniugi infedeli. La decisione della Corte Costituzionale di depenalizzare l'adulterio si fondava sull'idea che il diritto di una persona di ricercare la propria felicità include la libertà di condurre una vita sessuale privata con chiunque egli voglia. I critici temono che la delibera potrebbe indebolire l'istituto della famiglia.

La netta divisione creatasi all'interno della corte sul caso di Baek, con sei giudici contro e sei a favore, indica che il principio della libertà di scelta nella vita privata ha avuto un certo peso ma è stato infine superato dalla preoccupazione per il benessere del coniuge e dei figli. In Corea del Sud non esiste una legge che preveda un contributo alimentare o per il sostentamento dei figli in caso di divorzio; solitamente gli accordi di divorzio comprendono questo tipo di supporto solo se vengono concordati dalle due parti. La Corte ha spiegato che se dovesse concedere ai mariti libertini di divorziare le proprie mogli su due piedi, questo metterebbe molte donne in una situazione problematica dal punto di vista finanziario.

"Più del 77 percento delle coppie divorziano dopo essersi assunte una parte della colpa, un meccanismo non molto dissimile dai divorzi senza colpa riconosciuti in altri paesi," hanno detto i giudici riferendosi ai divorzi che sono concessi in seguito a un accordo tra i coniugi. "Di conseguenza, è una pretesa eccessiva che gli uomini vogliano ottenere il divorzio dopo una relazione extra-coniugale citando il diritto alla libertà di scelta e alla ricerca della felicità."

Nonostante l'elezione del primo presidente donna della storia del paese, Park Geun-hye, avvenuta due anni fa, la questione della disparità di genere in Corea del Sud rimane irrisolta. I dati dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) mostrano che la Corea del Sud vanta il più grosso divario tra gli stipendi di uomini e donne all'interno dell'organizzazione, con una disparità media del 36,6 percento a favore degli uomini. Nel 2014 la Corea del Sud si è piazzata 117esima su 142 paesi nell'indice di disparità di genere stilato dal World Economic Forum.

La Corea del Sud cominciò a trattare l'adulterio come reato nel 1953 per proteggere le donne in un'epoca in cui dipendevano finanziariamente dai mariti ed erano confinate dentro le mura domestiche. Il divorzio poteva renderle stigmatizzate e vulnerabili, creando loro enormi difficoltà a trovare un'occupazione o un nuovo coniuge. La legge sull'adulterio fu intesa come una salvaguardia che accordava alle donne un pizzico di potere legale nei confronti dei mariti.

Segui VICE News Italia su Twitter e su Facebook Foto di Samuraijohnny via Wikimedia Commons