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razzismo

Questo studio dimostra che Hollywood è effettivamente 'razzista'

Malgrado Hollywood sia comunemente considerata un baluardo liberal, secondo questo studio i suoi film continuano a essere dominati da un certo tipo di personaggio: uomini, e prettamente bianchi.
Photo via Wikimedia Commons

Malgrado Hollywood sia comunemente considerata un baluardo liberal, secondo un recente studio i suoi film continuano a essere dominati da un certo tipo di personaggio: uomini, e prettamente bianchi.

Alcuni professori della Annenberg School for Communication and Journalism hanno esaminato 800 film usciti tra il 2007 e il 2015 (il 2011 non è stato preso in considerazione), scoprendo che dei 35.205 personaggi presenti nelle pellicole, le donne con dialoghi erano circa il 31,4 per cento, le minoranze razziali il 26,3, i disabili il 2,4, meno dell'1 per quelli provenienti dalla comunità LGBT.

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Stando allo studio, "dei 100 film principali del 2015, in 49 non vedevano la partecipazione personaggi asiatici o americani di origine asiatica che parlassero o avessero un nome, e 17 non ospitavano personaggi afro-americani."

"Allo stesso modo, 45 film non comprendevano personaggi con disabilità, e in 82 non era presente una persona lesbica, gay, bisessuale o transgender."

Di recente, il ritratto dei sex-worker transessuali fatto da Matt Bomer nel film di prossima uscita "Anything" ha riportato alla ribalta il tema: il film ha sollevato perplessità sul perché un attore transessuale non avrebbe potuto impersonare il ruolo del protagonista (transessuale, appunto).

A tal proposito Mark Ruffalo, che ne è il produttore, è intervenuto su Twitter:

To the Trans community. I hear you. It's wrenching to you see you in this pain. I am glad we are having this conversation. It's time.

— Mark Ruffalo (@MarkRuffalo)August 31, 2016

Lo studio ha tuttavia evidenziato che la situazione è ancora più sbilanciata per chi lavora dietro le telecamere: tra più di 800 film esaminati, solo il 5,5 per cento dei registi erano neri, e il 2,8 per cento asiatici o di origine asiatica. Il 4 per cento erano donne, ma tra di loro le donne di colore erano quasi completamente non rappresentate.

Secondo una degli autori dello studio, Katherine Pieper, "Alzare la voce per invocare il cambiamento è importante, ma lo è anche sviluppare soluzioni pratiche e strategiche fondate sulla ricerca."

"Lo slancio creato dall'attivismo ha bisogno di essere accompagnato da strategie concrete per creare il cambiamento."

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