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I dati sui decessi per inquinamento in Italia sono preoccupanti

Come si è arrivati al blocco del traffico causa smog a Milano a Roma?
Foto via Flickr

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Dalle 10 di questa mattina, e fino alle 16, la circolazione delle auto per le strade di Milano è stata bloccata.

Anche a Roma, dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30, vige il divieto di circolazione nella Fascia Verde per tutti i veicoli con targa dispari, ad eccezione di quelli meno inquinanti—metano, gpl, ibride, euro6.

Il Comune lombardo ha deciso di fermare il traffico a causa del preoccupante superamento del livello di guardia delle polveri sottili nell'atmosfera (Pm10), alimentato anche dalla carenza di piogge nelle ultime settimane.

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Nella sola città di Milano, nel corso del 2015, il livello di Pm10 ha sforato la soglia consentita per ben 97 giorni, superando decisamente il limite di 35 giorni annuali consentito dalla legge. Con la giornata di ieri, sono stati 32 i giorni consecutivi oltre il limite di concentrazioni del particolato.

Non a caso il 2015 si appresta a diventare - per il nostro paese - uno degli anni più 'inquinati' della storia recente.

In Italia, in un solo anno, 59.500 persone sono state uccise dal Pm2.5, 3.300 dall'ozono, 21.600 dal diossido di azoto—più che in ogni altro paese europeo.

Sono i numeri riportati dalla ricerca Air Quality in Europe 2015, pubblicata dall'Agenzia Europea per l'Ambiente, che ha analizzato i dati sull'inquinamento provenienti da 40 stati europei, conteggiando oltre mezzo milione di vittime collegate o collegabili agli effetti dello smog e di altri agenti inquinanti presenti nell'atmosfera.

Di queste morti, oltre 400.000 sono state registrate nella cerchia 'ristretta' dei 28 paesi che compongono l'Unione Europea. L'Italia - peggior risultato - condivide con la Germania il primato di vittime causate dal Pm2.5 (quasi 60mila) ma fa ancora peggio dei tedeschi nelle altre due categorie di inquinanti principali analizzate nel report: l'ozono e il biossido di azoto.

Leggi anche: In Cina l'aria inquinata uccide ogni giorno 4.400 persone

La soglia di ozono considerata dalle norme vigenti nell'Unione Europea come "non dannosa per la salute umana" è stata superata, nel 2013, da 18 dei 28 stati membri, colpendo direttamente circa il 15 per cento della popolazione—ma si sale al 98 per cento contando la percentuale di cittadini europei che hanno respirato livelli di ozono sopra il livello di sorveglianza, più basso, previsto dalla World Health Organization.

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Discorso simile per l'ossido di azoto, che causa problemi respiratori e polmonari anche molto gravi, e che si origina durante processi di combustione a temperatura molto elevata come in impianti di riscaldamento, centrali termoelettriche o con il traffico. I livelli di sicurezza sono stati superati nel 93 per cento dei rilevamenti, con le punte maggiori registrate vicino a strade trafficate.

Anche all'interno del territorio italiano non mancano le differenze: in particolare, la Pianura Padana si conferma tra le aree più inquinate d'Europa—insieme ad altre regioni estremamente industrializzate come la Ruhr tedesca, l'area metropolitana di Londra, alcune zone del Benelux.

L'inquinante più letale, stando ai dati dello studio, è e resta sicuramente il Pm2,5 che viene causato dalle emissioni degli automobili, dalla combustione di carbone o legna da ardere, ma anche da processi industriali e dalle combustioni di biomasse.

Morti premature causate in Europa dal Pm2.5 (2012):

1. Italia 59.500
2. Germania 59.500
3. Polonia 44.600
4. Francia 43.400
5. Regno Unito 37.800
6. Spagna 25.500
7. Romania 25.500
8. Bulgaria 14.100

Se si valuta l'incidenza di questi dati anche in rapporto alla popolazione dei diversi stati, tuttavia, il quadro cambia. Così facendo, infatti, l'Italia abbandona il primo posto di questa ben poco gloriosa 'classifica', collocandosi invece al settimo. Bulgaria, Serbia e Ungheria risultano gli stati con il maggior numero di morti per Pm2.5 in rapporto al numero dei cittadini.

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Percentuale di morti premature causate dal Pm2.5 in rapporto alla popolazione (2012):

1. Bulgaria 0,194%
2. Serbia 0,187%
3. Ungheria 0,129%
4. Romania 0,127%
5. Polonia 0,115%
6. Grecia 0,11%
7. Italia 0,099%
8. Repubblica Ceca 0,098%

Il report ha analizzato anche gli anni di vita 'persi' a causa degli inquinanti. Anche in questo caso l'Italia risulta tra i peggiori, insieme ai Balcani occidentali e all'Ungheria.

Il limite europeo dei Pm10, le particelle sottili presenti nell'atmosfera di cui le Pm2.5 rappresentano un sottogruppo, e in nome delle quali furono avviate negli anni passati iniziative ambientali in diverse città italiane - come le targhe alterne, i blocchi del traffico, le domeniche a piedi - è stato "largamente superato," si legge nel report, in Bulgaria, Italia, Polonia, Slovacchia e nei Balcani, ma anche in diverse regioni ad alta densità urbana in tutto il continente.

È successo persino nei paesi scandinavi, che rappresentano invece esempi di eccellenza per le altre categorie di inquinanti. Uniche eccezioni positive, in questo caso, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Regno Unito: in questi paesi il Pm10 è rimasto sempre al di sotto delle soglie di legge.

L'Italia viene citata nel report anche a causa della massiccia presenza di piombo nell'atmosfera. Tracce di questo metallo tossico sopra il livello d'allerta (0.5 ?g/m3) sono state rilevate in meno di 10 stazioni in tutta Europa. E tutte queste stazioni, sottolinea Agenzia Europea per l'Ambiente, si trovavano in territorio italiano.

Leggi anche: Il cambiamento climatico potrebbe ridurre in povertà 100 milioni di persone entro il 2030


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