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Per questo famoso attivista LGBT americano la situazione italiana “è uno scandalo”

Abbiamo incontrato James Esseks, direttore dell'American Civil Liberties Union, per chiedergli come sono riusciti ad approvare i matrimoni egualitari negli Stati Uniti, e cosa pensa della discussione intorno alle unioni civili in Italia.
Foto via Flickr

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È iniziata giovedì la discussione in Senato del DDL Cirinnà, il disegno di legge che prevede l'istituzione in Italia delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. L'inizio del dibattito parlamentare è stato corredato da due reazioni opposte, di appoggio e di dissenso, convogliate in due manifestazioni di rilevanza nazionale.

Sabato 23 gennaio l'iniziativa Svegliati Italia, sostenuta dalla organizzazioni LGBT e da numerose voci della società civile, ha portato in 98 piazze italiane, secondo l'Arcigay, un milione di persone, che hanno chiesto a governo e parlamento "di guardare in faccia la realtà, di legiferare al più presto per fare in modo che non ci siano più discriminazioni e di approvare leggi che riconoscano la piena dignità e i pieni diritti alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, cittadini e cittadine di questo Paese."

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Sabato 30 gennaio, invece, andrà in scena al Circo Massimo a Roma il Family Day, organizzato dal comitato Difendiamo i Nostri Figli e sostenuto da numerose associazioni cattoliche del Forum Famiglie, da politici di centro-destra come Roberto Formigoni (Ncd), Maurizio Gasparri (Forza Italia) e alcuni esponenti della Lega Nord, e anche da alcuni 'ospiti' più controversi, come Forza Nuova e CasaPound.

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Gli organizzatori si aspettano il tutto esaurito, tanto che hanno spostato il luogo della manifestazione da Piazza San Giovanni al Circo Massimo. La manifestazione si propone "di difendere la famiglia e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà."

In questo clima infuocato VICE News ha incontrato James Esseks, direttore del progetto LGBT e HIV della American Civil Liberties Union, in Italia per una serie di conferenze patrocinate dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (CILD).

Esseks è stato consulente nel caso Obergefell v. Hodges, che una volta arrivato davanti alla Corte Suprema americana ha portato all'approvazione dei matrimoni gay in tutti gli Stati Uniti. Ci ha spiegato come si è arrivati alla storica decisione del 26 giugno scorso, e cosa pensa dello stato dell'arte dei diritti LGBT in Italia.

VICE News: Qual è stato il processo che ha portato la Corte Suprema americana a legalizzare i matrimoni tra coppie dello stesso sesso in tutti gli Stati Uniti?

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Esseks: È un processo che è durato molti anni. In breve, abbiamo cercato di creare il maggior numero possibile di stati favorevoli ai matrimoni egualitari, tramite i processi giudiziari, la legislazione degli stati, e le iniziative elettorali. Si è trattato anche di lavorare sull'opinione pubblica e di alimentare il sostegno per i matrimoni gay. Volevamo creare un contesto in cui la Corte Suprema si sarebbe sentita a suo agio nell'emettere una sentenza in nostro favore. Da subito sapevamo di aver ragione sulle questioni di legittimità costituzionale, ma eravamo anche abbastanza realisti, e sapevamo di poter vincere solo se la Corte si fosse convinta di non imporre al paese qualcosa per cui i tempi non erano maturi.

È stato raggiunto un risultato storico, ma ci sono stati alcuni problemi di applicazione della legge — come ad esempio nel caso di Kim Davies, l'impiegata di una contea del Kentucky che si è rifiutata di convalidare matrimoni omosessuali. Come state affrontando i problemi di implementazione?

Kim Davies è un nostro caso, le stiamo facendo causa. Il quadro d'insieme per quel che riguarda l'implementazione della decisione della Corte Suprema indica che il matrimonio [omosessuale] è diventato una realtà quasi in ogni angolo degli Stati Uniti. Non ci sono state proteste nelle strade, non ci sono state proteste organizzate dei governi [degli stati], non c'è stata alcuna forma di resistenza organizzata.

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L'eccezione è rappresentata da Kim Davies e da alcune contee in Alabama. Ma a parte questi casi, anche in zone molto conservatrici degli Stati Uniti i governi hanno detto 'Va bene, emetteremo i certificati di matrimonio.' Quindi in generale non ci sono stati grandi problemi. Kim Davies è un'anomalia. Si è rifiutata di fornire i certificati a qualsiasi coppia, gay o etero, per 'non discriminare.'

Noi ci siamo opposti perché lei lavora per il governo, e il governo lavora per tutti i cittadini. Essendo una dipendente federale, non può decidere a chi fornirà dei servizi garantiti dal governo e certamente non può farlo in base al loro orientamento sessuale. È parte del suo lavoro, non una violazione della sua libertà religiosa.

"Quando si conoscono di persona coppie gay unite civilmente, ci si accorge che il cielo non cade."

Per quel che riguarda i diritti LGBT in senso più ampio, in che direzione vi state muovendo ora?

Una delle maggiori priorità per la comunità LGBT riguarda le leggi sui diritti civili, per la protezione dei diritti fondamentali delle persone LGBT. Al momento a livello federale non abbiamo una protezione esplicita delle persone LGBT. La legge sui diritti civili del 1964 vieta le discriminazioni per quel che riguarda la concessione di lavoro o abitazioni, o l'ingresso in ristoranti, bar e studi medici, e copre le categorie di razza, colore, nazionalità, sesso, religione.

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Altre leggi sui diritti civili si occupano delle discriminazioni per età o disabilità, ma nessuna legge fa riferimento espressamente alle persone LGBT. Allo stesso modo, nella maggior parte degli stati americani le leggi sui diritti civili [queste regolamentazioni] non si occupano espressamente delle persone LGBT. Stiamo quindi cercando di far approvare queste leggi nei singoli stati, e allo stesso tempo lottiamo per far approvare a livello federale una legge chiamata Equality Act.

Guardando all'Italia, siamo l'unico paese dell'Europa occidentale a non prevedere alcuna forma di riconoscimento per le coppie omosessuali.

Credo sia uno scandalo.

Cosa possono fare le organizzazioni e gli individui coinvolti per dare una spinta per il riconoscimento dei diritti delle persone LGBT?

Credo che le organizzazioni italiane stiano facendo un ottimo lavoro per creare questa spinta, sia le organizzazioni gay che i loro alleati eterosessuali. Le manifestazioni di sabato 23 gennaio, che hanno visto scendere in piazza un milione di persone in 98 città di tutto il paese, sono state un risultato incredibile.

Abbiamo visto una mobilitazione molto organizzata, e la mia impressione è che molte persone che sono scese nelle piazze di tutta Italia fossero eterosessuali, venute lì per sostenere un ideale di giustizia per le coppie omosessuali. Spero che il Parlamento ne prenda nota, e capisca che questa non è più l'Italia di dieci o di venti anni fa, è un'Italia che vuole far parte di un'Europa moderna, dove sono garantite a tutti - anche alle coppie omosessuali - le protezioni fondamentali. Io sono ottimista, credo che ci arriveremo.

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In questo contesto, crede che puntare all'approvazione delle unioni civili possa essere un trampolino per mirare poi ai matrimoni egualitari, o ritiene che il processo rischi di impantanarsi al primo "stadio"?

Capisco perfettamente le preoccupazioni riguardo alla possibilità che il processo si blocchi, è qualcosa di cui abbiamo discusso anche all'interno del movimento per i matrimoni egualitari negli Stati Uniti. Nei primi anni Duemila, molti attivisti temevano che le unioni civili sarebbero state un punto d'arrivo e non un trampolino.

Per noi questo non si è verificato: ogni stato che aveva approvato le unioni civili è poi arrivato ai matrimoni egualitari. Anzi, le unioni civili ci hanno aiutati lungo il percorso, molte più persone aperte all'idea delle unioni civili hanno iniziato ad aprirsi anche all'ipotesi dei matrimoni egualitari. Credo che quando si conoscono di persona coppie gay unite civilmente, ci si accorge che il cielo non cade; queste coppie diventano più visibili all'interno della comunità, e questo processo indirizza tutti su un percorso basato su accettazione, rispetto e valorizzazione delle coppie omosessuali. Negli Stati Uniti è stato un fattore positivo, un trampolino; spero avvenga lo stesso anche in Italia. Le unioni civili garantiscono delle protezioni fondamentali per le coppie gay, e per questo motivo vale la pena attuarle.

Detto questo, è importante sottolineare che le unioni civili non sono egualitarie. E soprattutto, c'è l'intenzione di non renderle egualitarie, sono intrinsecamente e strutturalmente inique. L'idea che ci debba essere un'istituzione separata, con un nome diverso, per i rapporti delle coppie omosessuali, serve unicamente allo stato per dire 'voi siete diversi.' E questa non è uguaglianza. Stiamo parlando di un passo avanti, ma è anche un compromesso molto significativo. Quindi spero che l'Italia farà questo passo, ma che lo aggiusti presto e arrivi alla piena uguaglianza.

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Si parla molto dell'influenza esercitata dalla chiesa cattolica sul nostro paese. Crede che si arriverà all'approvazione delle unioni civili nonostante questo?

Credo di sì. E lo dico da persona che non è esperta del sistema politico italiano. Lo dico perché anche negli Stati Uniti diverse forze religiose hanno molto potere e molta influenza sulle dinamiche politiche, sia a livello nazionale che nei singoli stati. Non si tratta della sola chiesa cattolica, che esprimere una voce religiosa prevalente; negli Stati Uniti abbiamo molte voci religiose, e molte di queste sono estremamente conservatrici, socialmente anche più dei cattolici stessi. Se siamo riusciti ad arrivare a questo punto negli Stati Uniti, con l'opposizione religiosa che abbiamo dovuto affrontare, ce la può fare anche l'Italia.

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Una delle grandi controversie del DDL Cirinnà è la stepchild adoption, la possibilità per una persona di adottare il figlio biologico del partner. Cosa pensa di questo dibattito?

La legge sulle unioni civili in Italia non consente alle persone omosessuali di adottare al di fuori del sistema di affido familiare. Quello che prevede è che se il partner di una persona gay ha un figlio biologico, la persona in questione può diventare un secondo genitore legale per quel bambino. La legge fa riferimento a un tipo di adozione molto limitato, non si tratta di 'adozione legittimante,' ma di 'adozione per casi particolari,' ed è qualcosa che non esiste negli Stati Uniti, è una disposizione strana che sto lentamente iniziando a comprendere. Ma è così limitata, così diluita, che a me risulta strano che una norma simile possa aver scatenato questo gran trambusto, questa controversia.

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Parliamo di una situazione in cui c'è già un bambino, e quel bambino crescerà comunque in una famiglia con due padri o due madri. Se quel bambino ha un legame legale con entrambi i genitori o solo con uno, il bambino vivrà comunque in quella famiglia, sarà cresciuto e accudito da due padri o due madri.

Come diamine può essere un vantaggio per quel bambino avere una rapporto legale solo con uno dei due genitori? Non lo è, reca senza dubbio un danno al bambino. Tutto questo dibattito è basato su un'agenda politica che vuole screditare le persone gay e bloccare la legge sulle unioni civili, invece di pensare al bene dei bambini. Credo sia spregevole, queste persone dovrebbero vergognarsi. È una cosa orribile da fare a questi bambini, che vivranno comunque all'interno di queste famiglie.

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Foto di Elena Gatti rilasciata su licenza Creative Commons