FYI.

This story is over 5 years old.

USA 2016

C'è ancora un modo per far perdere le elezioni a Trump

L'ultima speranza è una legge del 1800 che rimetterebbe tutto in gioco, ma che potrebbe portare allo scontro istituzionale più violento dai tempi della Guerra Civile.
Foto di Gage Skidmore

Dopo la vittoria del novembre scorso, Donald Trump si sta avvicinando inesorabilmente alla Casa Bianca. Sul suo percorso, però, c'è ancora un 'ostacolo'.

È quello del 6 gennaio, quando è previsto il conteggio finale dei voti del Collegio Elettorale in sessione congiunta al Congresso.

È in quella occasione che i Democratici—sebbene non sia mai stato fatto prima—potrebbero fare appello a un'oscura e antica legge del 1887 per fermare Trump prima che presti giuramento.

Pubblicità

La legge, la "3 U.S. Code section 15", permette di impugnare il risultato elettorale—sia a livello federale che statale—se un membro del Congresso invia una lettera in cui si esprime timore per il fatto che i voti potrebbero non esser stati "espressi regolarmente". A quel punto, una vittoria di Hillary Clinton potrebbe teoricamente diventare possibile, anche se poco verosimile.

"Bisogna essere onesti: è molto improbabile," ha spiegato il professore di legge della Ohio State University Edward Foley, il cui libro "Ballot Battles", sulla storia delle elezioni più contestate, è uscito proprio quest'anno. "È una legge parecchio contorta: il Congresso—quando l'ha scritta—sapeva benissimo non aveva molto senso, ma si trattava di un compromesso."

In pratica, se un membro di entrambe le camere spedisce la sua obiezione, il Congresso deve riunirsi per due ore per analizzare la richiesta e decidere sul da farsi. Due Democratici, uno per ogni ramo del Congresso, potrebbero per esempio fare una richiesta del genere per il voto in Pennsylvania, citando le interferenze russe.

"Ci sono state manipolazioni nel risultato elettorale: è un dato riscontrato anche da CIA e FBI. È successo in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin—per esempio. Ed è sufficiente per inviare un'obiezione al Congresso," ha spiegato Pippa Norris, docente di Harvard. Anche se rischia di venire rifiutata—visto che i Repubblicani hanno la maggioranza in entrambe le camere.

Pubblicità

Leggi anche: 9 dichiarazioni di Donald Trump talmente assurde da sembrare inventate

Non è mai successo in passato, sicuramente non per motivi 'ideologici'—come spiega l'associate professor della Pepperdine University Derek Muller. "Dubito altamente possa succedere qualcosa. Nei precedenti più simili a questo—come il voto nelle Hawaii del 1960 e quello in Florida nel 2000—non è successo nulla del genere."

Certo, queste elezioni sono state effettivamente 'irregolari'. Non è mai successo che un paese straniero fosse accusato di aver alterato il risultato elettorale—per dirne una.

Comunque: è davvero fattibile?

I numeri sono questi: al Senato, i Repubblicani hanno una maggioranza di soli due voti, e in caso di parità l'ultima parola spetta al vice presidente Joe Biden. Quindi, se il Senato approva la richiesta, ma la Camera dei rappresentanti vota contro, la legge dice che il governatore dello stato in questione debba dirimere il voto elettorale contestato. E dunque: se il voto della Pennsylvania venisse impugnato con questo metodo, il governatore Tom Wolf—Democratico—potrebbe dare i 20 voti elettorali del suo stato a Clinton. Che a quel punto, però, avrebbe bisogno di almeno un altro stato per arrivare a 270 grandi elettori.

Se entrambe le camere approvassero l'obiezione, invece, i grandi elettori di quello stato non verrebbero più inseriti nel computo totale, e Trump si troverebbe in vantaggio di soli 15 voti al Collegio Elettorale. Tuttavia, nel caso non si arrivasse alla maggioranza, la decisione spetterebbe alla Camera, che verosimilmente eleggerebbe Trump.

Pubblicità

Ovviamente, nel caso in cui i Democratici riuscissero a sfruttare questa legge, il team di Trump lancerebbe un'offensiva legale di tale portata che si rischierebbe di arrivare—in sostanza—alla più grave crisi costituzionale dai tempi della Guerra Civile.

Leggi anche: Chi sono e cosa vogliono davvero gli italiani che sostengono Donald Trump

Dopo la vittoria di Trump, i Democratici hanno cercato in tutti i modi una via per ostacolare l'arrivo del tycoon alla Casa Bianca: donando 7 milioni di dollari al candidato dei Verdi Jill Stein per fare richiesta di riconteggio in tre stati dove Clinton ha perso di poco, per esempio, o lanciando il movimento "Hamilton Electors" per spingere i membri del collegio elettorale a esprimersi in modo diverso da quanto espresso dal voto popolare dei loro stati di appartenenza.


Segui VICE News Italia su Twitter e su Facebook

Foto di Gage Skidmorevia Flickr, pubblicata su licenza Creative Commons