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Droga

L'Italia teme che i droni possano essere usati per portare la droga in carcere

Secondo il deputato del Partito Democratico Dario Ginefra, dei droni potrebbero essere usati per consegnare la droga all'interno del perimetro della casa circondariale.
Foto via Flickr

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Il deputato del Partito Democratico Dario Ginefra ha presentato oggi un'interrogazione al Ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla sicurezza del carcere di Bari. Una delle preoccupazioni del deputato barese è che potrebbero essere usati dei droni per consegnare la droga all'interno del perimetro della casa circondariale.

Ginefra ha dichiarato a Repubblica che nell'interrogazione chiede "di conoscere l'attuale stato di funzionamento del sistema di videosorveglianza del carcere di Bari, se sono previste dal ministero e dal Dap forme di sostegno per l'efficientamento delle telecamere interne ed esterne per fronteggiare l'uso avanzato di tecnologie, a partire dai droni, nell'immissione di eventuali sostanze stupefacenti o altro."

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L'annuncio dell'interrogazione al Ministro Orlando era stato fatto dal deputato PD all'indomani di una visita al carcere di Bari il 15 gennaio, volta a verificare "il mancato funzionamento del servizio di videosorveglianza" e per ottenere informazioni su una rissa avvenuta nel penitenziario nei giorni precedenti.

Era stato già il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (SAPPE) a denunciare i modi più disparati con cui la droga riesce a valicare le mura del carcere. È almeno dal 2008 che il sindacato sostiene che proprio la particolare "dislocazione logistica del carcere di Bari consente di sbizzarrirsi nel cercare di introdurre la droga in carcere."

Vengono "lanciate verso le celle all'interno dell'Istituto palline o involucri appesantiti, contenenti sostanze stupefacenti," o "pacchettini che finivano sui terrazzini adiacenti la prima sezione consentendo ai detenuti ,attraverso rudimentali strumenti formati da mazze di scope a cui veniva attaccato uno specchio per localizzare questi involucri, di recuperarli usando scope e fili quasi come canne da pesca," si legge nel comunicato del SAPPE.

Sono state scoperte sostanze stupefacenti "nelle suole delle scarpe, oppure ben occultate nelle scarpe, oppure negli orli dei pantaloni." La droga viene anche nascosta in ovuli di plastica avvolti nella gomma da masticare, che a sua volta viene passata dal familiare al detenuto "attraverso il bacio di saluto alla fine dei colloqui"—involucri che vengono immediatamente ingoiati e in seguito espulsi. Altri fanno buon uso della posta, "in cui la droga è mischiata con la colla con cui vengono attaccati bolli, oppure ben dissimulata nelle lettere."

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L'idea che la droga possa essere consegnata con un drone non sembra quindi particolarmente impossibile, considerando sia i problemi strutturali e di organico riscontrati a più riprese nel carcere di Bari, sia il fatto che simili consegne sono già avvenute altrove.

A dicembre, le autorità canadesi hanno trovato un detenuto del carcere di Rivière-des-Prairies, a Montreal, in possesso di una pistola che gli sarebbe stata consegnata con un drone. Un drone che trasportava telefoni cellulari, SIM card e droga è stato rinvenuto nel cortile della prigione di Manchester lo scorso novembre, mentre a settembre un altro velivolo carico di droga, coltelli e altri beni di contrabbando - come pacchetti di sigarette - è precipitato all'interno delle mura di un carcere in Oklahoma.

Al tempo stesso, le condizioni precarie del carcere di Bari si prestano al compimento di simili operazioni. Ci sono problemi strutturali in quanto, come denunciato da Ginefra e dal SAPPE, le telecamere interne ed esterne del muro di cinta non funzionano. "Per questo si rende necessario intensificare la vigilanza del muro di cinta, in alcune occasioni sguarnito per carenza di personale di polizia penitenziaria, nonchè la riparazione dei sistemi di controllo," ha detto Federico Pilagatti, segretario del SAPPE.

C'è quindi anche il problema personale: secondo il sindacato, negli ultimi cinque anni "l'organico della polizia penitenziaria della Puglia è passato da 2.800 a 2.300 unità." Nello specifico del carcere di Bari, secondo quanto affermato da Ginefra, la prigione è a corto "di 30 unità, con previsione di altre 20 che andranno via per anzianità."

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Foto di Don McCullough rilasciata con licenza Creative Commons