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Perché si parla tanto di "droni anti-migranti" sul confine fra Italia e Svizzera

Nelle ultime ore, sulle testate locali tra il Canton Ticino e Italia, è circolata la notizia secondo la quale la Svizzera starebbe controllando il confine con dei droni militari per evitare l'ingresso di migranti sul suolo elvetico.
Foto di Byrion Smith/Flickr

Nelle ultime ore, sulle testate locali tra il Canton Ticino e Italia, è circolata la notizia secondo la quale la Svizzera starebbe controllando il confine con dei droni militari per evitare l'ingresso di migranti sul suolo elvetico.

Su testate come La Provincia di Como si leggono titoli come "Confine svizzero blindato: c'è il drone anti migranti." Ma è su La Prealpina, per esempio, che la faccenda si allarga, arrivando a toccare il territorio italiano, quanto meno acusticamente.

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"Droni svizzeri nelle notti italiane," si legge: "Stando alle lamentele di diversi residenti, è in atto un'attività aerea particolarmente intensa" a ridosso "del limite geografico italiano," con il rumore che valicherebbe "il Canton Ticino per arrivare in Italia, bussando alle porte e alle finestre tricolore."

Stando ai report locali, arricchito dalle testimonianze dei cittadini del luogo e dal sito flightradar, si tratterebbe di droni Aerospace ADS-95 Ranger delle forze aeree svizzere.

Dotati di potenti telecamere, i velivoli starebbero sorvolando la zona di Maslianico, Bisbino, e in generale l'area di Mendrisio "tra le 23 e le 3 di notte," come ha spiegato ai giornali locali un abitante del versante italiano - "fra Clivio, Saltrio e Viggiù" - che si è autodichiarato "appassionato di aerei."

"Ho scaricato anche un app" per "seguire il tracciato dei droni," ha continuato, specificando che i mezzi volerebbero anche "a soli 200 metri di altezza," diventando particolarmente fastidiosi.

Ma è così? Davvero è stata lanciata un'operazione "anti-migranti" sui cieli del Cantone?

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Il giornale Il Corriere del Ticino, stamattina, ospita un articolo dal titolo "Il drone elvetico che sorprende la stampa italiana," un tema che "continua a far scorrere fiumi d'inchiostro" soprattutto in questo periodo, in cui - riporta il giornale sul suo sito - "l'emergenza profughi è infatti riesplosa, mettendo in crisi anche numerosi centri."

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In queste settimane, infatti, la situazione alla stazione di Como San Giovanni starebbe diventando abbastanza complicata: diversi migranti da giorni si stanno accampando dentro lo scalo in attesa di poter passare il confine e proseguire verso la Germania.

La direttrice Como-Brogeda-Chiasso è infatti uno dei canali più battuti di recente, a causa dell'inasprimento dei controlli alle frontiere negli altri paesi per bloccare rotte come quella balcanica.

Nei giorni scorsi, i partiti di destra dell'arco parlamentare svizzero hanno chiesto l'intervento dell'esercito per arginare il fenomeno. Una fonte del luogo ha dichiarato a VICE News che i migranti accampati nella stazione di Como al momento sarebbero circa 200.

In realtà, non sembra essere stata questa specifica "emergenza" a motivare il varo di un progetto del genere. Gli Aerospace ADS-95 Ranger Drone infatti sorvolano da anni il confine tra Svizzera e Italia, come certificano sia i giornali locali - versante elvetico -, sia il sito delle forze aeree svizzere.

Su questo, si legge come il "sistema di drone ricognitori telecomandati" sia in uso sin dal 2001: 28 i droni acquistati, 15 quelli in uso al novembre 2014 "per la ricerca di informazioni."

Non a caso, di "droni e pattuglia italo-svizzere a caccia di clandestini al confine" si legge da tempo — come si evince, anche, da questo articolo della Provincia di Varese.

"Si sentono da anni," conferma a VICE News Antonio, uno studente dell'accademia di Mendrisio. "Soprattutto di notte" e per le attività più diverse, che comprenderebbero anche la lotta al bracconaggio.

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Contattato da VICE News, l'ufficio delle Forze Aeree Svizzere ha dichiarato di non poter commentare la vicenda. L'Amministrazione Federela delle Dogane, invece, ad ora non ha ancora risposto alle nostre sollecitazioni.

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Foto di Byrion Smith via Flickr, rilasciata su licenza Creative Commons