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Brexit

L'effetto di Brexit sui movimenti indipendentisti europei

I movimenti indipendentisti dell'America del Nord e dell'Europa hanno preso nota della Brexit e la stanno usando per radunare le proprie forze.
Il leader del UK Independence Party, Nigel Farage. (AP/Kirsty Wigglesworth)

La vittoria del fronte per il Brexit nel referendum di giovedì scorso non ha fatto gioire soltanto gli antieuropeisti del Regno Unito.

A festeggiare sono stati anche i capi dei movimenti secessionisti di Scozia, Catalogna e Texas, a cui la scelta britannica di abbandonare l'Unione Europea può portare vantaggi inattesi.

Regno Unito

In seguito all'annuncio dei risultati della votazione, Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese, ha dichiarato che con "tutta probabilità" si terrà un nuovo referendum secessionista in Scozia.

Il 62 per cento dei cittadini scozzesi si è espresso a favore della permanenza nell'Unione Europea. È probabile, quindi, che la futura uscita della Gran Bretagna dalla UE ponga le basi per un nuovo referendum.

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Uno scozzese pro-indipendenza a una manifestazione del 2014. (AP Photo/Matt Dunham)

Nel 2014 il 55 per cento degli scozzesi ha votato contro la possibilità di diventare uno stato indipendente. Il referendum è stato organizzato dopo che nel 2007 lo Scottish National Party (SNP), il partito nazionalista scozzese fondato nel 1934, aveva promesso la votazione nel suo manifesto. Dopo aver ottenuto la maggioranza dei seggi all'interno del Parlamento scozzese nel 2011, il partito ha tenuto fede alla promessa.

Il post-Brexit potrebbe portare capovolgimenti anche sul fronte nordirlandese. Il vice primo ministro Martin McGuinness ha dichiarato all'Independent che un referendum nell'Irlanda del Nord sarebbe "il prossimo passo razionale."

"La nostra richiesta di una votazione popolare sui confini del paese è rafforzata dal risultato di questo voto," ha detto McGuinness dopo che il 56 per cento dei cittadini nordirlandesi si era detto favorevole alla permanenza nell'UE.

Spagna

Secondo Carles Puigdemont, presidente regionale della Catalogna, l'esito del referendum "ha dimostrato che è perfettamente plausibile prendere decisioni sulla propria sovranità."

Puigdemont sostiene che il processo di trasformazione della Catalogna in uno stato indipendente si già stato attuato per il 70 per cento. Il presidente spera inoltre di poter approvare una nuova costituzione nei prossimi 18 mesi.

Anna Gabriel, vice presidente del partito anticapitalista Candidatura d'Unitat Popular (CUP), indossa una t-shirt con uno slogan indipendentista nel parlamento catalano. (AP Photo/Manu Fernandez)

Il movimento separatista ha ottenuto forti consensi in seguito al crollo finanziario mondiale del 2008, che ha spinto la Spagna in una crisi profonda. Negli ultimi anni sono sorte proteste di massa a favore dell'indipendenza catalana, nel corso delle quali più di un milione di persone sono scese per le strade di Barcellona.

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"Nel 2012 c'erano solo 14 deputati [su 135] eletti nel parlamento catalano con un programma separatista. Adesso siamo la maggioranza," ha detto Puigdemont al Guardian.

Ci si aspetta che la lotta per la sovranità della Catalogna si intensifichi in vista delle prossime elezioni, previste per il 20 dicembre.

Una spinta ulteriore per il movimento separatista catalano è arrivata questa settimana, quando è stato rivelato che il ministro dell'interno del governo di centro-destra aveva cercato di incastrare i due principali partiti indipendentisti in una falsa inchiesta sulla corruzione.

Stati Uniti

Dopo lo scalpore della Brexit, il Movimento Nazionalista Texano (TNM) ha lanciato il nuovo slogan "Texit."

Anche se il movimento indipendentista texano non raccoglie grandi consensi da decenni, una serie di gruppi continua ad auspicare il divorzio dello stato dal governo americano.

"Pare che i cittadini britannici abbiano scelto di assumere il controllo del proprio destino politico ed economico," si legge in una dichiarazione rilasciata dal presidente del TNM Daniel Millar dopo il voto.

"Le forze del terrore hanno perso. Adesso è importante che il Texas veda Brexit come fonte d'ispirazione e un esempio che i texani possono seguire per prendere controllo del proprio destino."

Negli ultimi mesi il TNM ha ottenuto alcune vittorie politiche. Questa primavera il movimento è riuscito a far approvare risoluzioni secessioniste in 22 assemblee distrettuali. Un successo tanto importante che adesso la questione verrà dibattuta nella prossima convention repubblicana del Texas.

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Un funzionario statale del partito repubblicano ha dichiarato all'Houston Chronicle che si tratta di "qualcosa di incredibile."

Canada

Gli indipendentisti del Quebec dicono di aver guardato alla Brexit con molta attenzione. Tuttavia, il movimento secessionista della provincia canadese ha subìto una serie di colpi durissimi negli ultimi anni.

L'ultima volta che lo stato a maggioranza francofona ha tenuto un referendum per separarsi dal resto del Canada è stata nel 1995. All'epoca il fronte per il 'No' la spuntò con una maggioranza risicata, il 50,8 per cento.

Negli ultimi anni il supporto per l'indipendenza del Quebec è andato declinando. Un recente sondaggio di Leger Marketing ha fissato la quota dei cittadini favorevoli alla separazione al 39 per cento. Tuttavia, il movimento non è completamente defunto.

Il Parti Quebecois (PQ), il principale partito indipendentista della provincia, è salito al governo nel 2012, per poi essere sconfitto due anni più tardi. Da allora si sono succeduti due diversi leader e il gruppo si trova ora nel mezzo di una nuova votazione interna per scegliere il candidato da presentare alle elezioni provinciali del 2018. Alcuni candidati hanno già promesso di indire un nuovo referendum in caso di nomina a leader del partito.

"Siamo pronti per diventare indipendenti… Quindi, propongo di fare le cose in modo diverso e di ottenere l'indipendenza nel nostro primo mandato," ha detto Martine Ouellet, una candidata alla leadership del PQ.

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Una foto scattata nel 1995 durante una manifestazione per il 'Sì' al referendum del Quebec. (AP Photo/Eric Draper)

Alexandre Cloutier, ritenuto il favorito nella corsa alla guida del partito, ha sfruttato l'esito del Brexit per punzecchiare il primo ministro Justin Trudeau, il quale sostiene una normativa che, sulla carta, impedirebbe al Quebec di separarsi dal Canada con una maggioranza semplice.

"La gente è sempre padrona del proprio destino. Rendo onore al vostro rispetto per la democrazia. L'unica regola attuabile è il 50 per cento + 1," ha twittato Cloutier in risposta al riconoscimento del referendum britannico da parte di Trudeau.

Belgio

In seguito agli attacchi terroristici di Bruxelles dello scorso marzo, in cui hanno perso la vita 32 persone, il New York Times ha parlato di una crescita delle spinte secessioniste fiamminghe. Alcuni si chiedono se il governo belga di predominio francofono sia in grado di affrontare le problematiche dell'immigrazione e del terrorismo.

Nel 2014 il partito nazionalista fiammingo è entrato a far parte di un governo di coalizione federale per la prima volta. Il successo è stato celebrato come una vittoria per il movimento secessionista belga.

In vista del referendum britannico, il primo ministro belga ha richiesto un meeting urgente per discutere del futuro dell'UE.

"Ci sono segnali dappertutto, non solo nel Regno Unito. Percepiamo sempre più dubbi riguardo al progetto europeo," aveva detto mercoledì Charles Michel, secondo quanto riportato da Politico. "Abbiamo bisogno di un progetto europeo con maggiore dedizione e volontà politica."

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Il leader della NVA (Nuova Alleanza Fiamminga) Bart De Wever dopo le ultime elezioni tenute in Belgio. (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

I nazionalisti fiamminghi entrati nel governo di coalizione avevano inizialmente promesso di abbandonare l'idea di realizzare uno stato indipendente.

Una decisione che è però stata ritrattata lo scorso gennaio, quando è emerso che la Nuova Alleanza Fiamminga, un partito nazionalista, aveva iniziato a porre le basi per la trasformazione del Belgio in una confederazione. Diversi osservatori sospettano che si tratti di un piano per dissolvere completamente lo stato.

"A livello federale faremo questa domanda: che cosa abbiamo ancora intenzione di fare insieme? In teoria, tutte le competenze dovrebbero spostarsi a livello regionale, ma, secondo noi, ci sono delle competenze che è meglio, o più efficiente, tenere insieme," ha dichiarato a Politico Veerle Wouters, che si occupa di affari economici per la Nuova Alleanza Fiamminga.


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