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Siamo andati a vedere come si elegge un sindaco in un comune di 30 abitanti

VICE News è stata a Morterone, in provincia di Lecco, dove il quorum - su 31 elettori - è stato raggiunto a fatica.
Due elettori escono dal seggio di Morterone, in provincia di Lecco. [Foto di Lidia Baratta/VICE News]

Sei scrutatori. Trentatré residenti, trentuno votanti. Una sola lista con un candidato sindaco e nove consiglieri su dieci seggi.

Morterone, Lecco, a 1.100 metri di altitudine sulle pendici del Resegone, è il comune italiano più piccolo andato al voto nella tornata elettorale del 5 giugno. Per essere rieletta ad Antonella Invernizzi, il sindaco uscente, bastava raggiungere il quorum di 16 votanti, di cui almeno la metà dei voti validi (nel conteggio valgono anche le schede bianche).

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Ma sulle montagne di Morterone nulla è scontato. E il quorum si è raggiunto a fatica qualche minuto prima delle 23. "Avrei preferito avere una lista avversaria. Non si può pensare che solo un piccolo gruppo di persone debba impegnarsi," dice il sindaco. Ma a fine serata pure lei ha tirato un sospiro di sollievo.

Perché tra queste poche baite distribuite in una trentina di frazioni isolate, in mezzo a prati popolati da capre, camosci e vacche, scorrono rancori e veleni che si trascinano da decenni. Di generazione in generazione. E la vittoria è stata un'impresa. Un po' come arrivare a Morterone.

Per salire in paese bisogna arrampicarsi lungo 15 chilometri di curve e tornanti a strapiombo, l'unica strada di collegamento con il resto del mondo. I guardrail sono pochi e la vista sul lago di Como è mozzafiato. Arrivati in alto, nella bacheca elettorale c'è solo il manifesto della lista "Vivere Morterone" guidata da Antonella Invernizzi.

Uno dei 36 elettori di Morterone. [Foto di Lidia Baratta/VICE News]

Al referendum dello scorso 17 aprile, già a metà mattinata aveva votato più del 50 per cento dei residenti. Per scegliere il sindaco stavolta nessuno ha puntato la sveglia. A mezzogiorno solo in sette si erano presentati al seggio. Poco prima delle 19 si saliva a 12. Nel pomeriggio alle urne si è visto qualche volto inaspettato rispetto ai "sondaggi pre-elettorali", che ha fatto ben sperare. Risultato finale al fotofinish: 54,8% di affluenza, con 17 votanti su 31. Di cui due schede bianche e 15 voti per la lista di Antonella Invernizzi.

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Intorno alle 8.45 del mattino, il primo a votare è Michele Invernizzi, 26enne presidente di seggio, che si è appena laureato in fisica a Milano e presto andrà a Lugano per fare il ricercatore, facendo scendere l'elenco dell'anagrafe del paese a 32.

Gli scrutatori ammazzano il tempo in attesa dei compaesani. La stufa a pellet all'inizio non ne vuole sapere di accendersi. Ma Nerina Invernizzi, scrutatrice e allevatrice, risolve subito il problema. Dietro allo scatolone delle schede c'è pure Gabriele, che ha una quindicina tra mucche e vitelli da macello, e torna giù dalla famiglia solo una volta alla settimana.

Uno degli scrutatori del seggio di Morterone, insieme al suo cane.

La piazza con la chiesa e il municipio, l'ultimo angolo del paese dove batte il sole, si riempie quando suonano le campane per la messa delle dieci. Arriva anche il sindaco, accompagnata dal padre anziano.

Lui vota. Lei no, perché non è residente in paese. A dire la verità non ci è neanche nata. "Ma ho sempre mantenuto un forte legame con la casa dei miei," dice. Dopo la messa, si vede arrivare al seggio anche la signora Giannarosa, 74 anni, che per 45 anni ha gestito la trattoria del paese prima di trasferirsi (anche lei) a valle. "Ho fatto di tutto per venire a votare," dice accompagnata dalla figlia. "Io ho sempre votato: qui a Morterone il voto è più importante che a Roma o Milano."

Il sindaco saluta tutti, poi si reca nell'unica trattoria del paese in attesa dei risultati. Cinquantadue anni, maestra alle scuole elementari, Antonella Invernizzi a Morterone si candida la prima volta nel 2009, quando le liste erano tre, ma un anno dopo viene sfiduciata dalla sua stessa maggioranza. Nel 2011 i morteronesi si presentano tutti alle urne e la Invernizzi vince nuovamente per due soli voti di scarto. Ma con il secondo mandato cominciano i problemi. "Sono stati anni difficili," racconta a VICE News. "Ho ricevuto attacchi duri e denunce pesanti."

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Il sindaco di Morterone, Antonella Invernizzi.

Accanto al municipio sorge un cimitero, che nel 1600 era destinato ai malati di peste. Durante la campagna elettorale del 2011, il sindaco fa costruire lo scivolo per disabili all'ingresso del palazzo comunale e nel corso degli scavi emergono resti di ossa umane. "È una cosa comune," dicono tutti qui, "da piccoli giocavamo con i crani che scendevano dalla collina."

Ma Antonella Invernizzi si vede recapitare una denuncia per occultamento di cadavere. Dopo diecimila euro di spese legali, viene assolta. "E ancora sono indagata per peculato," racconta. In una notte d'estate del 2013 si ritrova le ruote dell'auto squarciate e diversi graffi sulla carrozzeria. Il segretario comunale approva un rimborso di 800 euro per il risarcimento dei danni. Ma non tutti, a quanto pare, hanno gradito.

Nella sua lista ci sono nove candidati su dieci seggi spettanti in consiglio. Uno solo, l'attuale vicesindaco Ercole Michetti, è residente a Morterone, anche se vive e lavora a Torino. Ha comprato una baita qui e ha deciso di impegnarsi per il paese. Gli altri vengono da Lecco, Milano e Ballabio, il comune a valle più vicino. Per formare il governo del paese, a Morterone i candidati si devono recuperare all'esterno, come talvolta accade nelle squadre di calcio. Ma alla fine, con nove consiglieri, un seggio non viene assegnato per mancanza di candidati.

Benedetta Madella siederà in consiglio comunale.

La giunta, composta dal sindaco e due assessori, si riunisce una volta a settimana nella sede comunale distaccata di Ballabio. Il consiglio si ritrova quattro volte l'anno, tranne in casi straordinari. L'unico impiegato comunale è la segretaria, che lavora part-time. "Nonostante si tratti di un piccolo comune, le difficoltà sono enormi," dice il sindaco. Dietro l'angolo la aspetta la fusione con Lecco o Ballabio.

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Con un bilancio di 100mila euro non si può fare molto. "È come una famiglia in cui bisogna far quadrare i conti. Le risorse umane ed economiche sono poche." Per realizzare qualcosa la giunta guidata dalla Invernizzi si è inventata la formula del partenariato con le aziende private.

A Morterone i cellulari non prendono. Ma grazie alla convenzione con una società che fornisce la linea Internet senza fili, nella piazza di fronte al municipio c'è il wifi libero. E basta un'antenna sul tetto di casa per navigare online.

Per attirare i turisti, poi, in collaborazione con un ente di ricerca, presto sarà attiva una navetta elettrica che farà su e giù tra le curve a strapiombo. E tra una baita e l'altra, in mezzo ai prati, sta nascendo pure un museo all'aperto con l'esposizione di opere d'arte contemporanea. "C'è bisogno di energie nuove per evitare lo spopolamento del paese," ripete il sindaco.

La vista sul lago di Lecco dal paese di Morterone.

Per questo Invernizzi ha messo pure all'asta la stalla comunale, assegnandola a due studenti di agraria dell'università di Milano, che presto avvieranno un'azienda agricola. "Stiamo creando un'attività in un posto da cui sono scappati tutti," racconta uno di loro, Giovanni Pizzamiglio. "È una grande occasione."

L'anagrafe di Morterone dice che i residenti sono 33, ma d'inverno qui restano sì e no in dieci. Farmacie e ospedali non ce ne sono. In caso di urgenza, c'è l'elisoccorso. Di scuole neanche l'ombra. Giorgia, 14 anni, la più giovane del paese, figlia di Nerina, la scrutatrice, ogni giorno fa su e giù da Ballabio con una navetta messa a disposizione dal comune. Poi, una volta arrivata a valle, prende altri due autobus per andare al liceo, a Lecco. "E quando nevica aspettiamo la ruspa," dicono al bar davanti a un caffè corretto. "Ma ormai qui non nevica neanche più."

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Le persone passeggiano per le vie di Morterone alla fine della messa della domenica mattina.

D'estate il paese si ripopola. La processione della Madonna a Ferragosto è il principale evento dell'anno. "Una volta a tornare a Morterone con il bel tempo erano i bergamini (da berger, pastore), i mandriani che facevano la transumanza," racconta Giuseppe Invernizzi, padre di Michele, che ha scritto un libro sulle storie di vita contadina del paese.

Anche il parroco, che durante l'anno si inerpica una volta a settimana per celebrare la messa della domenica, solo ad agosto si trasferisce nella chiesa di fronte al municipio. Ma i turisti sono pochi. Le case sono per lo più seconde case. E le uniche camere disponibili sono quelle della trattoria. La strada e i tornanti a strapiombo d'altronde non aiutano. I pullman neanche ci pensano a salire fin qui. I pochi a sfidare le salite ripide sono i ciclisti più coraggiosi.

Nell'unico bar di Morterone, dove gli avventori si ritrovano per chiacchierare.

Il cognome più diffuso in paese è Invernizzi. Chi non porta questo cognome ha sposato un Invernizzi. Invernizzi è il cognome del sindaco. Invernizzi è pure il giovane presidente di seggio. Invernizzi sono tanti di quelli che sono andati a votare. È su queste colline di allevatori e casari che prese le mosse il marchio del famoso produttore di sottilette.

L'attuale vicesindaco, Ercole Michetti.

Alla lontana sono tutti parenti, ma tra loro non scorre buon sangue. Per distinguersi, si sono dati pure dei soprannomi. I rusin, quelli con i capelli rossi. I sindec, quelli che hanno avuto un sindaco in famiglia. Raccontano che durante un acceso consiglio comunale qualcuno ha ricordato a un compaesano addirittura le malefatte del bisnonno. "Siamo come un condominio," racconta il vicesindaco. "Ci sono piccoli screzi che visti da qui sembrano problemi insormontabili."

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Vecchi cartelli indicano i sentieri di montagna e il centro del paese di Morterone.

Su queste montagne i pochi rimasti hanno i capelli bianchi. La più anziana, Antonia Invernizzi, ha 90 anni. La più giovane, Giorgia, 14. L'altra figlia di Nerina ormai è 'scesa' a valle pure lei. "Qui non succede nulla," racconta l'unico barista dietro l'unico bancone dell'unica locanda. I carabinieri passati per fare un giro di perlustrazione in occasione delle elezioni confermano.

Niente furti o rapine. "Anche perché a scappare per questi tornanti non ci riuscirebbero." Prima a Morterone c'era anche un'altra trattoria, che faceva pure da tabaccaio. Ma ha chiuso qualche anno fa. E da allora chi fuma ha due scelte: smettere, o guidare per 15 chilometri lungo le curve a picco nel vuoto.


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Tutte le foto di Lidia Baratta/VICE News.