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La Colombia sta pensando di legalizzare la cocaina

"Andiamo avanti da 40 anni con una legge che costa miliardi di dollari e dà zero risultati, anzi, fa ancora più danni. Proviamo un’alternativa."
sequestro droga repubblica dominicana
Un sequestro di droga nella Repubblica Dominicana. Foto via Getty Images.

Dopo quarant’anni di politiche antidroga influenzate dagli USA e fondate sulla criminalizzazione della foglia di coca, un gruppo di parlamentari colombiani è intenzionato a cambiare le cose.

Il senatore Iván Marulanda e altri suoi colleghi hanno infatti firmato un disegno di legge per legalizzare la cocaina, che in questi giorni sta venendo esaminato dal congresso colombiano.

La proposta punta a creare un’industria legale che distribuirebbe la droga agli utilizzatori come antidolorifico, ma non a scopo ricreativo. Come è successo in Bolivia, la speranza è di portare centinaia di migliaia di coltivatori di coca illegali fuori dall’ombra, integrandoli in un settore economico legale e fruttuoso per lo stato.

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VICE World News ha incontrato il senatore Marulanda a Medellín per farsi spiegare il disegno di legge e cosa cambierebbe nel paese se dovesse essere approvato.

VICE World News: Che cosa dice nel dettaglio la sua proposta di legge?
Sen. Iván Marulanda: La proposta è che lo stato acquisti la totalità della produzione di coca della Colombia a prezzo di mercato.

La distruzione delle piantagioni costa allo stato quasi un miliardo di euro all’anno. Comprare il raccolto di tutti gli agricoltori ne costerebbe 608 milioni: meno che distruggerlo.

Con questo intervento da parte del governo succederebbero due cose fondamentali. La prima: 200mila famiglie rientrerebbero nella legalità e non sarebbero più perseguite dallo stato. Di solito, queste famiglie contadine finiscono per dover lasciare la propria terra, disboscare nuove aree e ricominciare a coltivare coca clandestinamente. In secondo luogo, la Colombia distrugge circa 300mila ettari di foresta all’anno. Si stima che le famiglie che coltivano coca siano responsabili del 25 percento di questa deforestazione annuale. Gli ecosistemi della Colombia sono il danno collaterale.

Che cosa farebbe il governo con tutte quelle foglie di coca?
Lo stato fornirebbe le materie prime alle industrie artigiane—perlopiù di origine indigena—che le userebbero per produrre cibo, farina, prodotti medicinali e bevande come il tè.

Questi lavori ancestrali non hanno avuto la possibilità di crescere in Colombia, perché la materia prima è stigmatizzata e perseguitata dalle autorità giudiziarie. Quindi la proposta è anche un modo per far sviluppare questo settore dell’artigianato. I gruppi indigeni hanno un forte legame con questa foglia perché la custodiscono e se ne prendono cura da secoli.

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Ora, la foglia di coca ha anche altre proprietà. Ci sono studi che dimostrano che contiene significative quantità di calcio. Ha proprietà nutrizionali. Quindi ci sono molte opportunità di usarla in diverse produzioni industriali. Si può anche trasformare in fertilizzante.

L’altra cosa che lo stato potrebbe fare sarebbe produrre cocaina e fornirla agli utilizzatori, nonché ai gruppi di ricerca in tutto il mondo che potrebbero studiarla per le sue proprietà analgesiche. Non è stato facile farlo, finora, perché non è facile per i ricercatori ottenere la cocaina. Questo significherebbe stipulare contratti con aziende farmaceutiche con laboratori all’avanguardia e protocolli di sicurezza pressoché inviolabili per comprare la sostanza pura dallo stato.

In Colombia, il consumo personale di cocaina è legale. È legale grazie a una sentenza che riconosce il consumo personale come diritto umano. In Colombia abbiamo questa libertà e lo stato non può intervenire. Tuttavia, non abbiamo un modo legale per soddisfare questa domanda. Ciò significa che i consumatori devono rivolgersi al crimine organizzato per avere la cocaina. È cocaina di pessima qualità ed è spesso tagliata con sostanze non sottoposte ad alcun controllo. Ed è ovunque: nelle scuole, nelle università, nei parchi e nei bar. È in tutti gli spazi pubblici.

Quindi, la mia proposta di legge taglierebbe i ponti tra coltivatori e criminalità organizzata, ma anche tra criminalità organizzata e consumatori. Lo stato colombiano potrebbe distribuire la sostanza agli utilizzatori con un programma di salute pubblica, tramite medici in grado di valutare se la persona è in condizioni tali da avere bisogno di cocaina per i propri dolori. È nelle condizioni mentali e fisiche adatte? Questa è la domanda che si deve fare. E sarebbe cocaina di alta qualità. Un altro fattore importante è che non tutti i consumatori sono dipendenti dalla sostanza. Meno del 10 percento lo è.

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Quanto successo ha avuto la guerra alla droga in Colombia?
La Colombia ha una legge sulla droga basata su azioni militari e poliziesche che risale agli anni Ottanta, quando il traffico di droga era l’arma più potente a disposizione dei cartelli.

La prima reazione della Colombia—che rispecchiava la risposta della comunità internazionale—è stata quella di dichiarare una “guerra alla droga,” intesa esclusivamente come un’operazione di ordine pubblico. Questo ha portato ad una persecuzione della pianta di coca, dalle cui foglie si ricava la cocaina.

Questo approccio non è mai cambiato dagli anni Ottanta. Anzi, la legge sulle droghe in Colombia è stata addirittura consolidata, applicata in modo più rigido e severo, quasi come un dogma. Eppure, la Colombia esporta il 90 percento della cocaina consumata in tutto il mondo.

Ogni anno circa 1500 tonnellate escono dai nostri confini. E ci sono circa 200mila ettari di territorio dedicati alla coltivazione della coca. Siamo sommersi dalla cocaina e sommersi dalla morte e dalla violenza che si porta dietro. Abbiamo perso la sovranità sul territorio colombiano a favore delle organizzazioni criminali internazionali.

Come intendete togliere il commercio di cocaina dalle mani delle organizzazioni criminali?
Bisogna ricordare che su questo punto lo stato ha un ampio margine. Comprare le foglie di coca, invece di distruggere i raccolti, ci da un forte margine fiscale che permette di alzare il prezzo in caso di bisogno. E se serve, si possono investire ancora più soldi pubblici. La cosa fondamentale, qui, è salvare vite.

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Dobbiamo riprenderci il controllo dello stato. Lo stiamo perdendo a causa della corruzione e dell’interferenza dei narcos sulla politica. Sono nei consigli comunali, nei dipartimenti federali e nel congresso. Arrivano fino ai piani più alti del governo nazionale.

legalizzazione cocaina in colombia - senatore ivan marulanda

Il senatore colombiano Iván Marulanda a casa sua a Rionegro, nel dipartimento di Antioquia, in Colombia, il 15 settembre, 2020. Foto: JOAQUIN SARMIENTO/AFP via Getty Images

Che cosa penserebbero gli Stati Uniti, secondo lei, della legalizzazione del commercio di cocaina in Colombia?
Gli Stati Uniti sono stati un importante alleato della Colombia. Andiamo avanti da 40 anni con una legge che costa miliardi di dollari e dà zero risultati, anzi, fa ancora più danni. Proviamo un’alternativa. Perché se una cosa non ha funzionato per 40 anni, continuerà a non funzionare.

Gli Stati Uniti sono proprio come la Colombia. Investiamo quantità gigantesche di denaro nella “guerra alla droga” e finisce tutto nell’immondizia, invece di dedicarci allo sviluppo umano e sociale per migliorare il benessere dei cittadini.

Le relazioni tra Colombia e Stati Uniti saranno molto diverse quando Joe Biden sarà presidente.

La Colombia ha il diritto di fare ciò che vuole con la sua cocaina?
Questo è il problema. La politica antidroga qui in Colombia non ha lo stesso effetto che ha in un paese come gli Stati Uniti o un paese europeo. Siamo i produttori. Qui significa distruggere le vite dei nostri giovani, dei nostri soldati e delle nostre forze dell’ordine.

L’economia è totalmente sfigurata a causa di questo volume di affari. È una situazione drammatica. L’attuale legge antidroga sta distruggendo la Colombia.

Ci sono paesi che hanno espresso solidarietà alla Colombia su questo punto. La Colombia ha ogni diritto di cercare una via d’uscita da questo problema. Ma non escludo la possibilità che altri paesi possano implementare una legge di salute pubblica che permetta allo stato di fornire cocaina ai consumatori. Potrebbero comprare dallo stato colombiano e poi distribuire a loro discrezione, fuori dal mercato nero.

Quali sono i maggiori ostacoli che minacciano la sua proposta di legge?
Il primo ostacolo è aprire un dialogo nell’opinione pubblica. Si tratta di un enorme tabù. I colombiani nascono e crescono con l’idea che il traffico di droga è una guerra. Non vengono diffuse informazioni sulla coca e la cocaina. Con questa proposta di legge speriamo di aprire un dialogo.

In questo momento ci sono molti partiti che hanno potere, ed è un potere guadagnato con la “guerra alla droga.” È la loro bandiera politica e ha fruttato tantissimi voti. Per questi partiti—il partito di governo Centro Democratico e il partito conservatore, Cambiamento Radicale—si tratta di una posizione scontata, tradizionale: la cocaina è un problema di ordine pubblico.

Alle prossime elezioni presidenziali, nel 2022, spero che l’opinione pubblica chieda ai candidati: “Che cosa ne pensate della legalizzazione della cocaina?” Finora non è mai successo in Colombia.