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Perché l’autocertificazione sui vaccini è una presa per il culo

La ministra della salute Giulia Grillo ha annunciato che basterà un'autocertificazione per iscrivere i propri figli a scuola, dicendo che non è un favore ai no-vax. Ma è davvero così?
Leonardo Bianchi
Rome, IT
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La settimana scorsa il ministro della salute Giulia Grillo, del MoVimento 5 Stelle, ha tenuto la sua prima conferenza stampa. Nel corso di questa, ha annunciato che “tra qualche mese nascerà il mio primo figlio” e “ovviamente sarà mia premura farlo vaccinare, esattamente come il 96 percento degli italiani.” Grillo ha voluto sottolineare di non essere una “no vax,” ma che esistono “legittime preoccupazioni dei cittadini che devono avere risposta.”

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A tale proposito, il ministro—di concerto con Marco Bussetti, titolare del ministero dell’istruzione—ha fatto sapere che per l’iscrizione al prossimo anno scolastico (2018-2019) i genitori potranno presentare un’“autocertificazione” sui vaccini somministrati ai loro figli. La decisione, si legge su Il Post, “depotenzia sensibilmente la legge Lorenzin dello scorso anno, che aveva reso di fatto obbligatorie le vaccinazioni per consentire l’accesso agli asili e alle scuole, in modo da fare aumentare le coperture vaccinali.”

La circolare, in sostanza, dice che per bambini e ragazzi tra i 6 e i 16 anni è da considerarsi valida la documentazione già presentata per l’anno scolastico 2017-2018, mentre ora per i bambini tra gli 0 e i 6 deve essere presentata una “dichiarazione sostitutiva” di avvenuta vaccinazione, che può essere compilata dai genitori.

Stando alla legge Lorenzin, i genitori avrebbero dovuto presentare entro il 10 luglio—termine a sua volta prorogato rispetto alla data originaria del 10 marzo—un certificato ufficiale dell’Asl sull’avvenuta vaccinazione dei propri figli. Inutile a dirsi, quella previsione temporale è sempre stata considerata dall’arcipelago no-vax come un’imposizione di stampo dittatoriale.

Grillo ha sostenuto che la circolare non favorisce affatto gli antivaccinisti: l’autocertificazione è comunque un atto ufficiale, e se si dichiara il falso si corrono grossi rischi penali. Lo ha ribadito anche Massimo Baroni, capogruppo del M5S della commissione Affari Sociali alla Camera, che ha aggiunto: “Il provvedimento semplifica la burocrazia che grava sulle famiglie per iscrivere i propri figli a scuola.”

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Ma è davvero così? Secondo un articolo di fact-checking compilato sul sito dell’Agi da Pagella Politica, è un po’ azzardato parlare di semplificazione. In base al DPR 445/2000, che regola le dichiarazioni sostitutive, “i certificati medici, sanitari […] non possono essere sostituiti da altro documento.” Quindi, l’autocertificazione vaccinale sarebbe vietata in linea teorica, a meno che una norma non stabilisca diversamente; in questo caso, il grosso problema è che una circolare ministeriale non è una legge né un atto avente forza di legge.

Le cose, continua Pagella Politica, si complicano ulteriormente; perché un’eccezione su vaccini e autocertificazioni—pur temporanea (fino al 10 luglio, appunto)—era contenuta proprio dal decreto Lorenzin. Di qui, insomma, si arriva al grosso nodo giuridico: può una circolare ministeriale modificare una legge “al punto da trasformare una soluzione temporanea […] in una soluzione definitiva?”

Per ora, di risposte non ce ne sono. È comunque possibile, conclude l’articolo, che la magistratura “rilevi l’inadeguatezza dello strumento […] per ampliare quanto previso dal decreto Lorenzin e ne bocci il contenuto, invitando il legislatore ad adottare una legge o un atto equivalente.”

Al di là della questione giuridica, in diversi hanno criticato il provvedimento e sollevato problemi di opportunità politica—con le più varie motivazioni. Curiosamente, nei gruppi no-vax/free-vax la circolare non è stata accolta per niente bene; molti, rileva NeXt Quotidiano, ritengono che “l’autocertificazione sia un’arma a doppio taglio”; mentre altri lo considerano un “contentino” che non risolve davvero i problemi (cioè l’obbligo vaccinale, sui cui tornerò in seguito).

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E di “contentino” parla pure il giornalista Michele Bocci su Repubblica, che cita esplicitamente un passaggio della circolare—quello dedicato alle Regioni che “hanno un’anagrafe vaccinale e si avvalgono della procedura semplificata.” In Emilia, Lazio, Toscana, Piemonte e altrove, i genitori—scrive Bocci—“non devono fare proprio niente,” perché scuole e Asl già comunicano tra loro tutti i dati. In queste regioni, pertanto, l’autocertificazione non porta “semplificazioni maggiori”; porta solo a una “concessione alle famiglie che non vogliono vaccinare e mandare lo stesso il figlio al nido o alla materna.”

La giornalista scientifica Roberta Villa, che da anni si occupa del tema, ha espresso un giudizio particolarmente negativo sulla circolare: “Chi voleva vaccinare, in un anno ha avuto tutto il tempo di farlo,” ha detto su Twitter. “Oggi, l’autocertificazione la farebbe solo chi non ha nessuna intenzione di vaccinare. Spero che la ministra Grillo ci ripensi.” Il medico Roberto Burioni, su Facebook, ha invece fatto notare il grosso “controsenso” contenuto nella misura.

Una critica particolare, poi, è arrivata dalle file dello stesso M5S. La senatrice Elena Fattori, sempre su Facebook, si è rivolta direttamente alla compagna di partito augurandosi che “tutti quelli che firmano l’autocertificazione dichiarino il vero, così potrà portare il suo bimbo al nido senza patemi d’animo.” Inoltre, Fattori ha pregato Grillo di “ricordarsi quando darà i suoi pareri sulla legge che verrà di tutti i bimbi fragili e di tutte le mamme silenziose che li osservano senza fare clamore come foglie appese a un albero quando tira vento forte.”

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Il riferimento non potrebbe essere più esplicito: nella conferenza stampa che ho menzionato in apertura, la ministra ha dichiarato che durante questa settimana dovrebbe approvare in Parlamento un disegno di legge per modificare il decreto Lorenzin.

Secondo le prime indiscrezioni—raccolte da Quotidiano Sanità—la proposta ricalcherebbe i ddl Taverna (M5S) e Arrigoni (Lega), presentati nei mesi scorsi al Senato. In breve, si potrebbe tornare all’obbligo per sole 4 vaccinazioni: antidifterite, antitenica, antipoliomelite e antiepatite B. Tutte le altre verrebbero “fortemente raccomandante,” e la decisione dovrebbe essere presa “sulla base delle necessità e dei nuovi dati riguardanti le coperture.”

C’è da notare che, nonostante tutte le critiche, la legge Lorenzin ha effettivamente contribuito a far innalzare le coperture vaccinali: quella sul morbillo, la più critica, è passata dall’85 percento nel 2015 al 91,6. Ma quando hai un ministro dell’interno che dice cose tipo “dieci vaccini sono inutili e dannosi,” e in campagna elettorale prometti tu stessa di fare piazza pulita di quel decreto, prima o poi bisogna mantenere certe promesse, altrimenti il tuo elettorato di riferimento te ne chiederà conto.

Per questo, l’autocertificazione è solo un primo passo; un passo, a dir la verità, in cui c’è molto di propagandistico e poco di concreto. La vera partita si giocherà nei prossimi mesi—e le premesse non sono le migliori.

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