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"Non siamo Mossack Fonseca": che cosa pensano i panamensi dei Panama Papers

Il gigantesco leak di documenti dallo studio Mossack Fonseca ha diffuso un risentimento diffuso verso l'eco avuto sulla stampa internazionale, unito a un certo livello di orgoglio nazionale.
Foto di Alejandro Bolivar/EPA

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La gente di Panama non è contenta dell'eco avuta dai Panama Papers.

"Si parla soltanto di questi maledetti documenti," spiega la studentessa Barbara Ames. "Ma questa vicenda riguarda tutto il mondo, non solo Panama."

La rabbia di Ames riflette l'ondata di orgoglio nazionalistico scatenatosi in seguito al leak dei documenti dello studio legale Mossack Fonseca, che ha portato alla luce i legami con i patrimoni offshore dell'elite mondiale: governanti, dittatori, personaggi pubblici.

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"Siamo stati etichettati a livello internazionale come dei corrotti, dei riciclatori di denaro," aggiunge Daniela Arias, di professione avvocato. "Si tratta di una nazione con quasi quattro milioni di abitanti: non possiamo permettere che venga denigrata così."

L'indignazione generale ha trovato ampio risalto sulla stampa locale. Diversi giornali si sono particolarmente risentiti per la copertina della rivista satirica francese Charlie Hebdo, in cui diversi dei personaggi coinvolti nello scandalo reggono un cartello con scritto Je Suis Panamá.

Anche in radio, numerosi presentatori hanno accusato altri paesi di stare infangando il nome di Panama, associando l'intera nazione con il torbido business della finanza offshore.

Leggi anche: La guida di VICE News ai Panama Papers: tutti i segreti di Mossack Fonseca

I panamensi si sono anche riversati su Twitter, con hashtag di supporto come #YoSoyPanama, ovvero Io Sono Panama, e #YoNoSoyMossackFonseca, ovvero Io Non Sono Mossack Fonseca.

Anche Rubén Blades, famoso cantante di salsa, ex ministro del turismo e candidato presidenziale, è intervenuto sulla questione. "L'indignazione mostrata da Francia, Gran Bretagna e altri governi mi sembra ipocrita e sospetta," ha scritto sul suo sito. "La rabbia è diretta soltanto verso uno studio legale e verso la nazione in cui questo opera, e non verso le leggi dei propri paesi."

Nonostante il suo impegno a formare una commissione internazionale di esperti per revisionare le regolamentazioni di Panama in merito a servizi finanziari e legali, il presidente Juan Carlos Varela ha ribadito che i Panama Papers non debbano essere visti come "un problema del paese."

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"La realtà è che la questione ha danneggiato molto Panama," ha detto Luis Eduardo Quiros, politico ed ex presentatore televisivo. "I Papers stanno facendo più danni al nostro stato che allo studio legale."

I fondatori di Mossack Fonseca, intanto, non hanno ceduto alle pressioni del leak. Mercoledì, Jürgen Mossack ha riferito al Wall Street Journal che la sua società potrebbe aver "commesso degli errori," ma che ciò rientrerebbe nella norma.

"Non abbiamo intenzione di smettere di fornire i nostri servizi e andare a coltivare banane o cose del genere," ha detto.

Ed è stato comunque molto più diplomatico di una donna che ha comunicato di essere la nipote dell'altro socio dello studio, Ramón Fonseca.

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"Vivo senza sensi di colpa, e non me ne frega un cazzo di tutti voi che prendete in giro la mia famiglia in questo articolo," ha scritto Carolina Isabel Fonseca nella sezione commenti sotto un'inchiesta di VICE su Mossack Fonseca pubblicata lo scorso dicembre. "Siamo un paese felice dove nessuno lavora perché TUTTI I CRIMINALI degli altri paesi portano i loro soldi sporchi qui. LOL, noi li spendiamo e basta."

Alcuni panamensi, comunque, dicono di essere sicuri che il furore sui Panama Papers finirà presto, e potrebbe persino finire con l'aiutare il paese.

"Tra una settimana ci saremo dimenticati tutto di questa roba sull'offshore perché, a parte i soldi che facciamo con il canale, la finanza offshore è quello che ci porta un sacco di soldi," dice Federico Angulo, proprietario di una libreria a Panama City. "Come sempre, ogni tipo di pubblicità è comunque pubblicità. Ci porterà più turisti."

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