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Non c'è speranza per il futuro della privacy

A dirlo non siamo noi, ma Jacob Appelbaum, collaboratore di Wikileaks e uno degli sviluppatori di Tor. L'hanno definito l'uomo più pericoloso del cyberspazio. Ma a sentire qual è la sua utopia non potrebbe esserci niente di più lontano.

Jacob Appelbaum a Berlino.

Jacob Appelbaum è stato definito "l'uomo più pericoloso del cyberspazio." Ma non lo è, e quell'etichetta lo infastidisce non poco. Perché, in realtà, Appelbaum è un esperto di sicurezza informatica che nella vita ha contribuito allo sviluppo di Tor, collabora con Wikileaks—e insieme a Julian Assange ha appena concluso un libro—, ed è un amico fidato di Laura Poitras, la documentarista che ha aiutato Snowden a rivelare i suoi segreti.

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Nel 2010 Jacob è diventato un bersaglio dei servizi segreti statunitensi a causa di suoi legami con WikiLeaks, e in più occasioni è stato trattenuto dalla polizia e ha subito il sequestro dei suoi apparecchi elettronici. Non particolarmente onorato dalle attenzioni delle autorità americane, Appelbaum si è trasferito in Germania, dove è stato contattato da quasi tutti i principali partiti politici tedeschi in qualità di esperto di informatica, e di tanto in tanto fa da consulente per film che trattano di cyber sorveglianza.

Il giorno della nostra intervista i suoi colleghi del Chaos Computer Club, il principale collettivo europeo di hacking, sono riusciti a violare il sistema di impronte Touch ID dell’iPhone 5. E, ha promesso Appelbaum, molte altre novità sono in cantiere anche per quanto riguarda il network Tor. Ci siamo incontrati per una chiacchierata, e abbiamo discusso della possibilità che la libertà individuale sia quasi scomparsa nel mondo moderno.

VICE: Secondo te qual è il modo migliore per inquadrare internet, in modo da non ridurlo a una questione di "cyberspazio"?

Jacob Appelbaum: Non c'è una separazione vera e propria tra il mondo reale e internet . E stiamo iniziando ad assistere alla militarizzazione di quello spazio. Questo non vuol dire che sia un processo nuovo: semplicemente, ora ci è evidente in maniera incontrovertibile. In Occidente siamo di fronte a un controllo esagerato della rete—vedi la vicenda del Quantum Insert seguita dallo Spiegel, o il programma Tempora. Non si tratta di controllo di internet, ma dell'utilizzo di internet per controllare lo spazio fisico e le persone all'interno di questo spazio. In poche parole, internet viene utilizzato come un gigantesco apparato di sorveglianza. E poiché non è più possibile chiamarsi fuori da questo apparato, sorgono dei problemi.

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Ovviamente è un sistema imperfetto, però, giusto? Altrimenti queste cose non sarebbero venute allo scoperto.

Sì, ovviamente si può discutere della loro imperfezione, ma questo è il punto; l'occhio che tutto vede è presentato come se fosse la soluzione perfetta, ma in realtà non lo è, e pone minacce nei confronti della stessa democrazia. Non puoi disporre del sistema di spionaggio più grande mai costruito e poi sostenere che non ne abuserai.

E l'unica alternativa è un sistema in cui l'anonimato è interamente garantito, anche se al suo interno si commettono frodi o cose del genere?

È importante riconoscere che ci sono diversi tipi di anonimato. Ad esempio, noi due ci troviamo in questo ristorante a Berlino e non abbiamo cellulari in funzione. Geograficamente siamo anonimi, ma non abbiamo intenzione di commettere frodi in questo ristorante. Allo stesso modo, su internet non c'è motivo per cui il mio ISP dovrebbe essere a conoscenza dei siti che visito o del luogo in cui mi trovo, e questo non significa che io sia lì per commettere azioni negative. Ovviamente si registreranno anche condotte indesiderate, ma ce n'è una ancora più indesiderata e ingombrante, ed è quella di internet quale gigantesco apparato di spionaggio globale—che non è ciò che vogliamo per la società umana.

Che dire di quelli che vendevano armi o droga o commissionavano omicidi su Silk Road, prima che venisse chiuso?

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Fammi l'esempio di uno Stato moderno in cui cose del genere non succedono comunque: di certo non è il Regno Unito o gli Stati Uniti. Quelle cose sono un problema, ma di proporzioni irrisorie in confronto al fatto di non avere il diritto di parlare liberamente o di sapere. E dobbiamo trovare il modo far quadrare il tutto, non in termini di ciò che le persone malvagie faranno su internet, ma più su ciò che una società libera deve essere in grado di avere.

Un sacco di gente sembra pensare , "non sono a rischio spionaggio da parte di NSA e GCHQ perché non sono abbastanza importante."
Sì, be', perché avere un Bill of Rights o una Magna Carta, giusto? "Non avrò mai problemi con lo Stato, non ho mai fatto niente di male," così dice la gente. Il punto di godere di libertà fondamentali sancite attraverso i documenti legali su cui si fonda un sistema è che non si sa cosa riserva il futuro.

Pensi che le notizie per cui Tor non sarebbe così sicuro siano pensate per screditarne l'utilizzo?
Non penso, il fatto è che fin troppo spesso le eccezioni vengono presentate come la regola per pura abitudine giornalistica. Scrivere pezzi che parlano male di Tor piace a un sacco di giornalisti, gli stessi che non sanno nulla di crittazione o privacy on-line. Penso che un giorno capiremo come Tor garantisca l'anonimato meglio di qualsiasi altra cosa. Tanti dicono, "Usa una VPN," ma fondamentalmente non hanno idea di quello che dicono. L'utilizzo di una VPN non è una soluzione, in fatto di anonimato.

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Julian Assange parla dall'ambasciata dell'Ecuador. Foto di Henry Langston

Ma se sei in Arabia Saudita, per fare un esempio, e vuoi guardarti un porno o siti web vietati come Wikipedia, una VPN è perfettamente adeguata, giusto ?
Sì, a meno che non lavori per una compagnia petrolifera saudita e sei sorvegliato dalla NSA, facendo sì che loro decidano che l'utilizzo di VPN sia motivo sufficiente per isolare il tuo traffico e compiere attacchi in sitle man-in-the-middle.

Cosa pensi dell'hacking del sistema di impronte digitali iPhone?
Una follia. Non so cosa dire, davvero.

Ma secondo Apple le impronte vengono crittate sul telefono e non si muovono da lì.
Almeno finché non effetti un jailbreak, forse. Sono inorridito da come, in un periodo in cui continuano a uscire storie di spionaggio, Apple —partner di PRISM—abbia deciso di incrementare la sorveglianda al punto da richiedere l'impronta digitale elettronica di una persona ogni volta che questa vuole sbloccare il proprio telefono. Steve Jobs non sarà stato il collega migliore del mondo, ma non riesco a immaginarlo fare una cosa del genere. Questo, e l'iPhone in oro.

Un iPhone d'oro e un lettore di impronte digitali in un'unica release? Jobs si starà rivoltando nella tomba. Credo ci sia grande ottimismo per queste cose, e non ho alcun problema nel constatarlo. Ma a un certo punto l'ottimismo diventa solipsismo. Insomma, non possiamo impedire che la NSA o i cinesi o il GCHQ si intrufolino nei nostri computer, quindi dovremmo più che altro fare attenzione a quanto "totali" siano tali sistemi.

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Cosa possiamo fare per cambiare la situazione?
Non è chiaro. Lo stato naturale delle cose non è facilmente osservabile e non è chiaro cosa stia accadendo, perciò figuriamoci se lo sono le soluzioni. Prendi il GCHQ e il fatto del ricorso a una richiesta ufficiale per censurare le notizie relative alla sorveglianza: così facendo si mette fine a tutto il dibattito democratico che dovrebbe svolgersi nel Regno Unito. È per questo che se ne discute in Germania e negli Stati Uniti, ma non nel Regno Unito.

E l'Europa Orientale? In Grecia un esponente di Alba Dorata aveva accennato al trasformare gli immigrati in sapone per pulire le strade. La cosa terribile è che il clima di austerity crea e alimenta l'odio di classe e l'odio razziale, e in alcuni casi l'austerity entra in gioco in maniera tutt'altro che democratica. Nel senso, questo clima viene imposto solo su una determinata categoria di persone, ed è molto pericoloso.

In un tuo tweet dici, "Ogni volta che riscopro musica o libri grandiosi noto quanto le strategie di oppressione del governo degli Stati Uniti abbiamo pesato sulla mia vita." Ti va di parlarne?
Oh, certo. Stavo leggendo un libro e ascoltando un po’ David Bowie e ho pensato, Ehi, in questo momento con ogni probabilità sono sotto stretta sorveglianza, e le cose non cambieranno di qui a breve. Ma sono abbastanza sicuro del fatto che negli Stati Uniti si intrufolassero nel mio appartamento, e mia madre è stata arrestata per accuse apparentemente non collegate, e—in almeno due occasioni—ha dovuto rispondere a domande sul mio ruolo all'interno di WikiLeaks.

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Sono abbastanza certo che la mia compagna si sia svegliata con un visore notturno puntatole contro da qualcuno che si trovava fuori casa. E qui a Berlino sono sicuro di non essere meno sorvegliato, ma la percezione che ho è diversa. È la capacità di immaginare anche solo per un momento di non essere trattato come un nemico dello stato o un dissidente di qualche tipo; negli Stati Uniti una sensazione del genere era fuori discussione. Qui almeno posso accarezzare l'idea che quando ascolto David Bowie nessuno mi stia a sua volta ascoltando.

Rolling Stone ti ha definito l'uomo più pericoloso di Internet. Ma in un certo senso non si può dire che l'Uomo sia il più pericoloso di internet?
Quell’articolo mi fa davvero incazzare. L'autore è una brava persona, e Rolling Stone l’ha pubblicato come "Il cattivo di Wikileaks che non conosci." Insomma, puro sensazionalismo. Ero davvero arrabbiato quando mi hanno descritto come l'uomo più pericoloso nel cyberspazio, è ridicolo. La più grande minaccia per le persone su internet non è un hacker, è l'abuso sistematico delle leggi che permettono di sorvegliare chi naviga senza che la gente che infrange quelle leggi sia chiamata a renderne conto.

Così, la più grande minaccia per le persone su Internet in qualche modo è l'Uomo. Però non è solo un uomo, ma molti stati che collaborano contro il singolo. Serve una sorta di rinascita della libertà individuale.

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Ora è molto facile parlare di distopie, ma abbiamo rinunciato alle utopie. Hai un'idea su come potrebbe configurarsi un'utopia oggi?
Quelle a cui eravamo abituati a pensare erano visioni perfette di mondi futuri, e credo che ora uno degli ideali utopici della gente sia l'idea che si possa ancora avere democrazia. Così l'ideale utopico ha un che di conservatore, di limite agli Stati nazione. E la realtà distopica in cui ci troviamo prevede che non ci siano limiti; esiste una struttura parallela di potere quasi completamente regolamentata dal Congresso.

Sanno benissimo che stanno violando i diritti di tutti, e lo fanno così spesso che non si può nemmeno cominciare a punirli. Se avessero controllato i telefoni di una persona una sola volta quell'atto verrebbe qualificato come un crimine grave, ma se lo si fa 330 milioni di volte al secondo, che cos'è? Non è una teoria della cospirazione, ma un progetto imprenditoriale. Le utopie a cui siamo ridotti non hanno niente a che fare con Ursula Le Guin e I reietti dell'altro pianeta, è più tipo: "Un giorno forse avremo di nuovo un governo con dei limiti, uno stato che ci protegge."

Io non misuro il valore del mio governo basandomi sul fatto che non è così terribile come quello della Corea del Nord. Lo giudico per quello che dovrebbe fare, per gli ideali su cui dovrebbe fondarsi. Quindi, per me, l'utopia è l'idea che un giorno potremo riavere una democrazia liberale, punto.

Segui John su Twitter: @jwsal

Nel frattempo:

Il fondatore di Silk Road è sempre più nei guai