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Politică

La lista comunale dei Fasci italiani del Lavoro che sta facendo impazzire tutti

In provincia di Mantova qualcuno ha candidato un movimento chiamato "Fasci Italiani del Lavoro" — con tanto di fascio littorio nel simbolo. Il problema è che alla fine ha preso il 10 percento.

Fiamma Negrini, 20enne diplomata in ragioneria, è stata eletta al Consiglio comunale di Sermide e Felonica (Mantova) con 334 preferenze, ossia il 10,41 percento dei voti.

L'unico problema, però, è che la sua lista si chiama "Fasci Italiani del Lavoro" e fa mostra di un fascio littorio nel simbolo—malgrado sia vietato per legge.

A scoprirlo è stata Repubblica, che le ha dedicato un articolo domenica scorsa—giorno delle elezioni comunali in diverse città d'Italia—e che non ha dubbi sulla natura propriamente fascista della formazione.

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Sui profili social e sul sito del movimento, spiega l'autore dell'articolo, campeggiano infatti citazioni di Mussolini e uno slogan: "Il futuro è tornato".

Così come chiara è l'estrazione politica di Claudio Negrini, fondatore del movimento e padre della neoeletta.

Ma malgrado ciò, il movimento di Negrini è riuscito ad ottenere il voto di un cittadino su dieci del suo comune.

Cosa sono i Fasci Italiani del Lavoro

I Fasci Italiani del Lavoro sono una piccola formazione politica che si rifà alle origini del fascismo—il cosiddetto sansepolcrismo del 1919—e al Manifesto di Verona del 1943, nel quale era stato steso il manifesto programmatico della Repubblica Sociale Italiana.

Sostanzialmente, non potendo richiamarsi al fascismo "classico", i Fasci del Lavoro dicono di rifarsi esplicitamente alla fase repubblichina del ventennio, definendosi apertamente dei nostalgici della Repubblica di Salò.

Il movimento ha già partecipato alle elezioni dal 2002, quando lo stesso Claudio Negrini si era candidato a sindaco del comune.

Otto anni prima aveva presentato una lista dal nome "Fascismo e Libertà", poi bloccata dalla Commissione Elettorale.

Con poca fortuna, i Fasci Italiani del Lavoro si sono poi candidati anche nel 2007 e nel 2012. Senza che nessuno dicesse nulla, ossia fino all'elezione di Fiamma.

Cosa è successo dopo la scoperta

Nelle ultime orse sono state presentate numerose interrogazioni parlamentati (da PD, Articolo Uno e Sinistra Italiana) e una lettera ufficiale firmata dal presidente della Camera Laura Boldrini, tutte indirizzate al ministro degli Interni Minniti.

? ATTENZIONE..la #Boldrini terrorizzata dai Fasci Italiani del Lavoro,strepita affinché il pericolo venga… https://t.co/lOIGoRvsuV
— Vincenzo Mannello (@V_Mannello) 12 giugno 2017

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"L'ammissione alle elezioni di una lista che si richiama dichiaratamente a nomi e immagini del partito fascista," ha scritto Boldrini, "desta forti perplessità sul piano giuridico in quanto (…) sembra contrastare con le norme costituzionali e legislative che vietano la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista."

L'accaduto, continua il presidente, richiede un esplicito intervento da parte del Viminale ed è del tutto "inammissibile."

Cosa dice la legge

La costituzione di un movimento politico che si richiama apertamente al fascismo è in aperto contrasto con le leggi Scelba e Mancino.

La legge Scelba, del 1952, "sanziona chiunque promuova od organizzi sotto qualsiasi forma la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche."

Per questo tipo di apologia si rischia l'arresto dai 18 mesi ai 4 anni.

Una lista neofascista, Fasci Italiani del Lavoro, alle elezioni comunali prende il 10%. L'ira della — Ultime Notizie (@ultimenotizie)13 giugno 2017

La legge Mancino, invece, è una norma del 1993 che condanna gesti, azioni e slogan e l'uso di simboli politici che richiamino l'ideologia nazista e l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.

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La sua violazione viene punita con la reclusione fino a un anno e sei mesi per chi propaganda idee fondate sull'odio razziale o etnico, e fino a quattro anni per chi incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per gli stessi motivi.

Chi "pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo" rischia una pena fino a due anni.

Teoricamente.

Leggi anche: Perché in Italia è così difficile punire chi fa il saluto fascista


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