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amministrative 2016

La guida di VICE News alle elezioni del sindaco di Roma

I candidati, i temi caldi, i programmi elettorali e i sondaggi: VICE News ha preparato una guida con tutto quello che c'è da sapere sulle elezioni amministrative di Roma.

Il clima che circonda le elezioni amministrative per il comune di Roma non è certamente dei migliori. Innanzitutto, al momento la capitale non è amministrata da un sindaco ma da un commissario prefettizio, Francesco Paolo Tronca, nominato dopo il disfacimento della giunta Marino in seguito alla dimissione di 26 consiglieri comunali.

Le elezioni amministrative di Roma si svolgono infatti in anticipo rispetto alla loro decorrenza naturale, che sarebbe dovuta essere il 2018.

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Il quadro è arricchito da una città dipinta dai media nazionali e internazionali come sull'orlo del baratro, devastata da scandali (vedasi Mafia Capitale), debiti, inefficienze e malcontento. In particolare, una sequela di articoli usciti durante gli ultimi mesi di governo di Ignazio Marino descrive Roma come "una città sporca e disorganizzata" che "ha bisogno di un miracolo" per essere salvata, o come una metropoli in preda al degrado che "cade a pezzi."

In un sondaggio condotto a febbraio da IPR Marketing, il 73 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere poco o per nulla soddisfatto della qualità della vita a Roma. Nello stesso sondaggio, il 54 per cento degli intervistati dichiara di provare rabbia pensando alla situazione politica a Roma, mentre il 32 per cento si dice deluso — in totale, quindi, la grande maggioranza degli intervistati prova un sentimento negativo verso la politica nella capitale.

I cittadini romani voteranno per sindaco, consiglio comunale e i consigli municipali il cinque giugno, dalle 07:00 alle 23:00. L'eventuale ballottaggio si terrà domenica 19 giugno.

Riusciranno le elezioni del cinque giugno a riscattare la speranza dei romani per il futuro della città, e in particolare della sua gestione da parte della politica? Nel frattempo, abbiamo preparato una breve guida per cercare di capire chi sono i candidati, quali sono i temi caldi, e chi, secondo i sondaggi, sembra essere in vantaggio.

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Ufficialmente, dopo la riammissione della lista dell'ex vice ministro Stefano Fassina la settimana scorsa, a Roma i candidati a sindaco sono 13. La corsa vera e propria, però, vedrà come protagonisti probabilmente solo quattro di questi.

Partiamo da Virginia Raggi, del Movimento Cinque Stelle, al momento data per favorita da diversi sondaggi. Romana, 37 anni, avvocato civilista, ha svolto il praticantato presso lo studio legale di Cesare Previti e lavora oggi con lo studio Sammarco.

È diventata la candidata del M5S il 23 febbraio scorso, avendo ottenuto la maggioranza dei voti (1.526) alle 'comunarie' sul blog di Beppe Grillo. Nel 2013 è stata eletta consigliere comunale a Roma con il Movimento.

Le primarie del Partito Democratico sono state vinte, invece, da Roberto Giachetti — anche lui romano, 55 anni, con un trascorso politico nei Radicali (di cui ha ancora la tessera, insieme a quella del PD) e attualmente vice presidente della Camera dei Deputati.

Ha già lavorato al Campidoglio con la giunta Rutelli, dal 1993 come capo della segreteria e poi, dal 2000, come capo di gabinetto. Ha vinto le primarie del PD con 14.317 voti (il 64 per cento del totale).

Il centrodestra si presenta diviso alle amministrative di Roma. Da una parte Alfio Marchini, che inizialmente si era candidato con una sua lista civica ma che è poi stato appoggiato da Forza Italia. Il partito di Berlusconi aveva candidato inizialmente Guido Bertolaso, ex direttore della Protezione Civile, ma ha deciso di sostenere Marchini quando Bertolaso ha ritirato la sua candidatura a fine aprile.

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Marchini, 51 anni, romano, è un imprenditore del settore delle costruzioni che dal 1988 guida la società di famiglia, storicamente legata al Partito Comunista Italiano. Nel 1994 è stato nominato membro del CdA della Rai (carica da cui si è dimesso qualche mese dopo), mentre dal 1995 al 2000 è stato a capo di Roma Duemila, società di proprietà di Ferrovie dello Stato, atta a promuovere gli interventi infrastrutturali sulla città in vista del Giubileo del 2000.

Si era già candidato a sindaco di Roma nel 2013, sostenuto da due liste civiche. Ha ottenuto il 9,48 per cento dei voti, classificandosi quarto.

Dall'altra parte, tra le file del centrodestra, troviamo Giorgia Meloni, sostenuta da Fratelli d'Italia e dalla Lega Nord di Salvini. Romana, 39 anni, ha iniziato a fare politica da giovanissima con i movimenti studenteschi. A 21 anni, nel 1998, è stata eletta consigliere della Provincia di Roma con Alleanza Nazionale, mentre nel 2006 e nel 2008 è stata eletta deputata prima con Alleanza Nazionale e poi con il Popolo delle Libertà.

Nel 2012 ha lasciato il Popolo delle Libertà e ha fondato insieme a Guido Crosetto e Ignazio La Russa, Fratelli d'Italia, movimento politico di cui è stata eletta presidente nel 2014.

Oltre ai quattro candidati più quotati, ce ne sono alcuni che pur non avendo i numeri per passare il primo turno vale la pena ricordare. Innanzitutto Stefano Fassina, che ha presentato la sua candidatura sostenuto da una lista civica — che era stata però esclusa dalla corsa al Campidoglio dalla Commissione elettorale circondariale per alcuni problemi formali. Il 13 maggio il Tar del Lazio ha confermato l'esclusione della lista Fassina, ma tre giorni più tardi in Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalla stessa lista e l'ha riammessa a partecipare al voto.

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A Roma è candidato anche Mario Adinolfi, a capo di una nuova compagine politica chiamata Popolo della Famiglia che si pone l'obiettivo di rappresentare le volontà manifestate dai partecipanti al Family Day. Lo slogan di Adinolfi è "Prima la famiglia," e il suo programma è imperniato proprio sul ruolo centrale della famiglia - intesa secondo il movimento come costituita da un uomo e da una donna - promuovendo, ad esempio, gli incentivi alla natalità, il quoziente familiare o la libertà nell'educazione dei figli.

Infine, troviamo Simone Di Stefano, il candidato sindaco di CasaPound Italia. In uno spot elettorale pubblicato su Facebook, Di Stefano afferma che Roma, le cui strade sono diventate "fogne a cielo aperto" piene di sbandati, abusivi e clandestini, "si cambia a calci." Il programma di Di Stefano riprende i grandi temi della destra sociale italiana — prima gli italiani, cacciata di stranieri e Rom, "ronde" nelle strade, sostegno a famiglie e nuovi nati.

In sintesi, i programmi dei quattro candidati principali sembrano rispecchiare in maniera abbastanza fedele il posizionamento politico e "ideologico" dei proponenti.

Giachetti fa leva su molti temi cari alla sinistra, in particolare mostrandosi il più "aperto" per quanto riguarda l'accoglienza di migranti, richiedenti asilo e rom, e puntando sulla promozione delle attività culturali; il tutto condito da accenni a temi più mainstream, in accordo con la nuova linea politica del PD di Renzi — soprattutto per quanto riguarda la spinta per portare le Olimpiadi a Roma nel 2024 e alcune scelte lessicali nel programma, da "decoro" a "legalità."

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Raggi punta molto su trasparenza, mobilità e innovazione, temi sentiti dalla pancia del Movimento e che sembrano voler conciliare le posizioni del centrosinistra e del centrodestra — con un largo uso del linguaggio tipico del M5S, vedasi slogan come "Per il malaffare la vecchia politica è stata l'ultima spiaggia," o "Hanno finito di mangiare sulle fasce più deboli."

Il programma di Marchini è il più dettagliato, con 101 proposte per la maggior parte anche molto concrete — alcune, persino troppo. Marchini punta molto sul coinvolgimento dei privati, siano essi le imprese chiamate a sponsorizzare la realizzazione di infrastrutture, o semplici cittadini che si occuperanno della pulizia del marciapiedi esterno al proprio condominio in cambio di riduzioni fiscali.

Infine il programma di Giorgia Meloni, che in particolare sui temi della sicurezza, dell'accoglienza e del "decoro" è un perfetto esempio della linea politica di destra seguita dalla candidata negli ultimi anni. Il programma sembra essere quello più legato agli slogan insieme a quello del Movimento Cinque Stelle, rivelandosi spesso carente in quanto a proposte pratiche. Si parla di una macchina burocratica che funzioni, della liberazione dalla corruzione e dall'illegalità, dello sgombero di campi rom ed edifici occupati, senza però un vero e proprio piano che spieghi come verranno attuate queste politiche.

I macrotemi // Trasporti

La situazione dei trasporti e della mobilità a Roma è notoriamente catastrofica, ed è un tema indicato da molti romani come problema prioritario per il nuovo sindaco. Tutti i candidati hanno quindi puntato molto a fornire una possibile soluzione alle problematiche legate ai trasporti pubblici.

Tutti vogliono un aumento delle corsie preferenziali, il potenziamento dei mezzi su rotaia, come i tram, e la manutenzione di quelli già esistenti.

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I programmi di Raggi e Giachetti puntano molto sulla promozione di mezzi di trasporto sostenibili ed eco-friendly, come la bicicletta o il car sharing. Giachetti spinge per il completamento della Metro C, la cui realizzazione si trascina da anni tra costi esorbitanti e inefficienze, e per il prolungamento della linea B e B1. Il programma della Raggi, invece, non menziona affatto le linee metropolitane, e rimane vago per quanto riguarda la riorganizzazione e l'aumentata efficienza del sistema di trasporti romano.

Marchini si muove nella direzione opposta di Giachetti per quel che riguarda la Metro C, proponendo il definanziamento del tratto ancora da completare e l'uso dei fondi per costruire sei nuove linee di tram e potenziare quelle esistenti. Meloni, al contrario, chiede il completamento dell'intera Metro C e la progettazione di nuove linee metropolitane in collaborazione con investitori privati — un piano che appare un tantino irrealistico. Entrambi puntano molto sulla lotta all'evasione, con tornelli in uscita anche in metropolitana e ingresso sugli autobus solo dalla porta anteriore.

I macrotemi // Degrado e sicurezza

Altro tema molto sentito a Roma è il problema del cosiddetto "degrado," spesso e ostinatamente segnalato da siti come Roma fa schifo — si va dalla spazzatura sulle strade, ai graffiti sui muri, alle buche sulle strade. A braccetto con il degrado troviamo la questione "sicurezza," che tutti i candidati hanno sentito di dover affrontare nei loro programmi.

Per quanto riguarda la sicurezza, Marchini vuole attribuire più potere al sindaco con un DDL sulla sicurezza presentato al Senato, aumentare l'uso della videosorveglianza nei luoghi pubblici e, come i due candidati precedenti, operare una riorganizzazione delle forze di polizia locali.

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Con Marchini, traspare il suo passato nel settore delle costruzioni quando, per garantire il decoro, annuncia la volontà di controllare più a vicino l'assegnazione e la gestione degli appalti, e di istituire un'anagrafe dei lavori pubblici. In linea con altre parti del programma, promuove la sponsorizzazione privata dei luoghi pubblici per garantire il decoro e le giornate di volontariato civico in cui i cittadini possono mettere a disposizione il loro tempo per ripulire la città.

Giachetti punta a un piano speciale per il decoro urbano, che si occupi di ogni aspetto di rilievi, dalla manutenzione dei marciapiedi ai muri imbrattati. Propone anche una task force in ogni municipio per riempire le buche nelle strade entro 48 ore e, per quanto riguarda la sicurezza, un nuovo coordinamento tra le forze di sicurezza e le istituzioni rendere più efficace il loro lavoro. Ci sono poi alcuni accenni vaghi alla gestione dei cartelloni pubblicitari, alla pulizia delle strade e alle sanzioni per combattere l'abusivismo.

Il programma della Raggi non si discosta molto dalle proposte di Giachetti, e propone anch'esso un maggiore coordinamento "interforze e interdisciplinare" tra Comune, forse di polizia e di assistenza sanitaria. Prevede la riorganizzazione del Corpo della Polizia Locale e l'utilizzo del 112 come numero unico per le emergenze sul territorio.

Il programma della Meloni, di nuovo, è più orientato ai proclami che alle soluzioni concrete. Chiama alla lotta contro l'abusivismo e la contraffazione, scrive "Basta con l'accattonaggio ad ogni angolo," e "Basta con i quartieri dello spaccio e con la prostituzione per strada." Per garantire decoro e pulizia, si appella alla raccolta differenziata porta a porta e all'eliminazione dei cassonetti, mettendo invece i cestini per la spazzatura "ad ogni angolo," con multe salatissime per chi sporca o imbratta i muri.

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I macrotemi // Politiche sociali e accoglienza

Infine, arriviamo alle proposte legate alle politiche sociali, in particolare per quanto riguarda l'edilizia popolare e le occupazioni molto diffuse in città, e alle politiche di accoglienza, considerando che Roma è un importante punto di transito e di arrivo dei migranti e richiedenti asilo, ma vede anche un'importante presenza di persone di etnia rom o sinti che quasi sempre vivono ancora nei campi.

Il programma di Virginia Raggi resta abbastanza vago sia per quanto riguarda l'emergenza abitativa che l'accoglienza. L'obiettivo, comunque, è quello di "tutelare il patrimonio immobiliare in edilizia agevolata e/o convenzionata ripristinando la legalità" e "punendo la speculazione dei costruttori/concessionari." Per fare questo, Raggi propone di completare il censimento del patrimonio immobiliare comunale e di restituire casa a chi ne ha veramente diritto, promuovendo anche progetti di auto­recupero per immobili pubblici abbandonati per aumentare il pool di case a disposizione.

Sulla questione accoglienza, come si legge nel programma la parola d'ordine è "serietà." Si prevede quindi la distribuzione equa dei migranti su tutti i Municipi, oltre alla verifica degli obiettivi di integrazione, "vigilando sulle infiltrazioni del malaffare." Il Movimento punta al superamento e alla chiusura dei campi rom, promuovendo anche qui un rapporto basato su diritti e doveri e portando avanti una lotta contro i roghi tossici e la "filiera illecita."

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Il programma della Meloni è sicuramente quello più conciso, ma anche più drastico. Per i servizi sociali, vuole dare preferenza assoluta ai romani in tutte le graduatorie. Per quanto riguarda l'accoglienza, invece, lo slogan è "Nessuna zona franca:" via i campi rom, sgombero degli stabili occupati; (unica candidata ad affrontare a muso duro il tema delle occupazioni), chiusura delle moschee abusive.

Marchini apre il capitolo del suo programma sulle persone Rom affermando che sono ospiti in città a spese dei romani, e prosegue spiegando che è necessario trasformare i campi rom in punti di sosta temporanei fino alla loro completa eliminazione. Promuove un censimento delle persone e del loro patrimonio, rilancia anche lui la carta dei diritti e dei doveri, e chiede il pagamento delle utenze anche in caso di indigenze con ore di prestazione lavorativa. In caso di persistenze indigenza, è previsto l'allontanamento dal campo.

Per quanto riguarda l'emergenza abitativa, Marchini vuole eseguire gli sfratti notificati a chi non ha i requisiti per le case popolari per darle a chi ne ha davvero bisogno.

Giachetti spinge, come del resto gli altri tre candidati, per una politica abitativa che garantisca una casa a tutti quelli che ne hanno diritto — triplicando il numero delle assegnazioni annuali di case popolari, fornendo un sussidio alle famiglie in difficoltà con il mutuo e creando un'Agenzia della Casa che faccia da intermediario tra domanda e offerta di immobili in affitto.

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Il piano di Giachetti prevede la chiusura di tre dei dieci campi rom presenti a Roma entro i primi due anni, puntando poi su processi di integrazione di vario genere. Viene comunque ribadita l'importanza di un "patto di diritti e doveri" per le persone rom e siti e la repressione di eventuali abusi — come ad esempio i roghi tossici e lo sfruttamento.

Per quanto riguarda la gestione di migranti e rifugiati, il programma indica come obiettivo il "potenziamento della Cabina di Regia" che coordina l'accoglienza, oltre a un monitoraggio dei posti disponibili nei centri d'accoglienza.

Un sondaggio condotto da Demos&Pi per Repubblica indica Virginia Raggi come la più votata con il 30,5 per cento delle preferenze, seguita da Roberto Giachetti col 24,5 per cento, Giorgia Meloni col 23,1 per cento e Alfio Marchini con l'11,4 per cento dei voti.

Stesso andamento anche nel sondaggio realizzato da Ixè per il programma televisivo Agorà, anche se la distanza tra Raggi e Giachetti risulta maggiore: la Raggi si attesta tra il 32 e il 35 per cento, mentre Giachetti tra il 23 e il 26 per cento, seguito a breve distanza dalla Meloni, tra il 20 e il 23 per cento; Marchini, anche qui, arranca un po', fermandosi tra l'11 e il 14 per cento.

Se i sondaggi dovessero rivelarsi accurati, ci troveremmo davanti a un ballottaggio tra Raggi, ritenuta da tutti in vantaggio, e uno tra Giachetti e la Meloni, che si trovano al momento a una distanza abbastanza ravvicinata.

Ixè ha analizzato anche le preferenze in caso di ballottaggio, e la Raggi risulta in testa anche in queste tre ipotesi: 41 a 34 per cento contro Giachetti, 46 a 35 per cento contro la Meloni e 46 a 28 per cento contro Marchini.


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