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Italia

L’Italia accoglierà un prigioniero di Guantanamo, ma non sa ancora come

La Farnesina ha confermato che l'Italia accoglierà "per motivi umanitari" un detenuto di Guantanamo, il campo di prigionia che ospita chi viene arrestato per reati correlati al terrorismo internazionale.
Foto di Medill DC/Flickr

La Farnesina ha confermato che l'Italia accoglierà "per motivi umanitari" un detenuto di Guantanamo, il campo di prigionia americano aperto dall'amministrazione Bush per imprigionare chi veniva sospettatato in Afghanistan di reati correlati al terrorismo internazionale.

Il governo italiano ha acconsentito alla richiesta degli Stati Uniti, accettando la domanda di trasferimento del detenuto Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, un cittadino yemenita accusato di far parte di Al Qaeda e rinchiuso a Guantanamo da 14 anni, in attesa di condanna.

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"La decisione del governo italiano è in linea con la dichiarazione congiunta UE-USA del 15 giugno 2009 a sostegno della chiusura del campo di detenzione e con la Dichiarazione della Commissione Europea dell'aprile 2013," ha dichiarato il ministero degli esteri.

Stando a quanto riporta l'ANSA, Suleiman potrebbe essere rilasciato già nelle prossime due settimane, ma resta da chiarire secondo quale procedura verrà accolto nel nostro paese.

"La procedura non è chiara perché bisogna capire con che titolo giuridico esecutivo della pena arriva nel nostro paese, qual è il contenuto dell'accordo," ha spiegato Patrizio Gonnella, giurista e presidente di Associazione Antigone, che si è proposta di offrire consulenza legale gratuita allo yemenita.

"Non possiamo detenere persone all'infinito, senza la prospettiva di un processo e senza una condanna o un'imputazione avallata da un giudice," ha continuato. "Bisogna vedere le carte, ma ci vuole una legittimazione giuridica, non si può finire in carcere gratis."

Gonnella loda comunque il contributo italiano alla chiusura di Guantanamo, per il quale il nostro governo ha già ricevuto i ringraziamenti del Pentagono. "Meglio sarebbe [giungere alla chiusura in] un altro modo, ma anche così è una via intermedia dignitosa. Il punto è garantire a questa persona, dopo tanti anni trascorsi in quello che è stato definito 'un inferno', una sorta di ritorno allo stato di diritto."

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Il trasferimento di Suleiman porterebbe il numero di detenuti ancora presenti nel campo della base americana a Cuba a 78. Dall'apertura, nel 2002, Guantanamo avrebbe accolto un totale di 800 prigionieri, e nonostante Obama abbia fatto della chiusura del campo uno dei suoi obiettivi chiave, sembra improbabile che riesca a raggiungerlo entro il prossimo gennaio, prima della scadenza del mandato.

Leggi anche: Dentro la radicalizzazione jihadista nelle carceri italiane

Secondo Gonnella, Obama "Non ha possibilità di chiuderlo per sempre, allora sta mettendo in piedi una complessa e intrecciata opera diplomatica con gli Stati alleati e offre possibilità di detenzione in altri paesi qualora gli Stati se ne facciano carico."

In Italia si registra un precedente, quello di due detenuti tunisini trasferiti da Guantanamo all'interno del nostro sistema carcerario, nel 2009, sotto il governo Berlusconi. Secondo quanto riporta l'ANSA furono incarcerati a San Vittore, con ordinanze di custodia cautelare.

In passato, però, la procedura di trasferimento sembra non essere stata chiara, spiega Gonnella, e per Suleiman è necessaria trasparenza assoluta: "Quando arriva, spero che si passi da una situazione di opacità a una situazione di chiarezza."

Se lo yemenita verrà accolto in una delle nostre carceri, bisogna che la giustizia dia prima legittimità alla sua detenzione.

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Foto di Medill DC via Flickr, rilasciata su licenza Creative Commons