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Perché il 20 per cento delle piante del pianeta è a rischio di estinzione

Stando a una nuova ricerca dei Giardini Botanici Reali del Regno Unito, il cambiamento climatico, le specie invasive e la produzione agricola sono tra i fattori che mettono il 20 per cento delle piante del pianeta a rischio estinzione.
Foto via Flickr

Gli esseri umani continuano a spianare foreste, distruggere savane e trasformare interi paesaggi per far posto a colture su scala industriale, autostrade, aree urbane in continua espansione.

Il risultato è che una specie botanica su cinque nel mondo, oggi, rischia l'estinzione. E un terzo della responsabilità va addossata all'agricoltura intensiva.

Queste preoccupanti statistiche sono state rese note da un rapporto dei Giardini Botanici Reali (RGB) di Kew, a Londra, intitolato 'Lo Stato delle Piante nel Mondo'.

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Oltre 80 scienziati hanno studiato per mesi l'impatto delle attività umane e del cambiamento climatico sul mondo vegetale mondiale.

Secondo il rapporto, più del 10 per cento della superficie terrestre ricoperta da vegetazione è estremamente sensibile alle variazioni di temperatura. Per questa ragione, entro la metà del secolo in corso sono previste estinzioni su larga scala a causa del cambiamento climatico.

"Sebbene il cambiamento climatico domini le prime pagine dei giornale, le più grandi minacce per le piante rimangono la conversione di terre per l'agricoltura e l'allevamento di bestiame," spiega Steve Bachman, uno dei ricercatori coinvolti nello studio.

I ricercatori hanno scoperto che circa il 21 per cento delle specie vegetali mondiali sono attualmente a rischio di estinzione.

Molte di più di quelle inserite nella "lista rossa" dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, che si occupa di monitorare lo stato di conservazione di piante e animali in tutto il mondo.

Secondo gli scienziati dell'RGB, famiglie di orchidee, menta, e erica sono tutte insufficientemente rappresentate sulla lista. Il rapporto riconosce il bisogno di valutare in maniera migliore e più vasta le varie minacce che colpiscono piante diverse, per combatterne la scomparsa.

Comprendendo meglio quali piante siano a rischio in quali regioni, sostiene il rapporto, i vari paesi potrebbero tentare di proteggerle prima che raggiungano il punto di non ritorno dell'estinzione.

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Alcuni paesi hanno designato aree per piante importanti (IPA) per salvaguardare i siti su cui si trovano specie e habitat a rischio e ricchezza botanica eccezionale.

In Guinea, in cui si registra la più alta diversità di specie botaniche dell'Africa occidentale, molte specie rare sono sempre più minacciate dalla scomparsa e dall'impoverimento del loro habitat, secondo il rapporto.

RBG e il centro di ricerca sulle piante UGAN-Herbier National de Guinée hanno avviato il primo programma di IPA nell'Africa occidentale tropicale lo scorso anno, nella speranza di espandere le aree protette e conservare specie particolarmente a rischio come la Pitcairnia feliciana, l'unico membro della famiglia dell'ananas che ha avuto origine fuori dalle Americhe.

Uomini e animali consumano almeno 31.128 specie di piante, per cibo, medicine o carburante, stando al rapporto.

"Uno sconcertante numero di specie di piante sono a rischio e si stanno avvicinando in maniera pericolosa all'estinzione," osserva Bachman.

"Potremmo perdere alcune specie prima ancora che vengano formalmente descritte. Possiamo vedere dal rapporto che le piante hanno oltre 30.000 usi documentati, ma se spariranno non lo sapremo mai. E l'estinzione è una strada a senso unico. Non possiamo riportarle indietro."

Kierán Suckling, direttore esecutivo del Centro per la Diversità Biologica di Tucson, in Arizona, ha contrabattuto che alcune delle estinzioni saranno inevitabili, ma non tutto il 20 per cento delle specie a rischio scomparirà, specialmente se i paesi avvieranno misure per la conservazione.

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"A volte dimentichiamo che sono le attività quotidiane come il costruire strade, edifici e complessi abitativi a distruggere il pianeta più velocemente," ha aggiunto. "Dobbiamo ricordarcelo."


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Foto via Flickr