ristoranti 2019 nuove aperture
Foto di copertina di Roberto Taddeo per Munchies
Cibo

I ristoranti scoperta che ci sono piaciuti di più nel 2019

Non è la classifica dei migliori ristoranti aperti nel 2019. È solo una lista di locali dove mangeresti sempre, e dove ci sentiamo un po' a casa.

Parliamo di un sacco di posti qui su Munchies (e sulla nostra pagina Instagram), ma non riusciamo a parlare davvero di tutti i ristoranti e i locali in cui ci imbattiamo nella nostra famelica ricerca di sbronze e indigestioni. E, visto che alla fine dell'anno si parla delle cose indimenticabili che ci sono successe, questo momento arriva anche per i ristoranti e i locali che ci hanno dato un motivo per essere felici in questo 2019.

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Non essendo un listone di ristoranti senz'anima, di quelli di cui purtroppo è pieno il web, ecco le semplici regole che tutti i collaboratori e gli editor di Munchies hanno tenuto bene a mente:

- Sono posti aperti dall'ultima parte del 2018, fino alla fine del 2019

- Sono posti dove torneremmo mille volte (e dove effettivamente spesso siamo tornati)

Il Salto dell’Acciuga | Avigliana (provincia di Torino)

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Foto di Diletta Sereni

Il Salto dell’Acciuga è un piccolo locale aperto nel 2019 da Gianfranco Mossa ad Avigliana, un paese di 10 mila abitanti all’imbocco della Val di Susa. Dal mercoledì alla domenica qui si fa la “merenda sinoira”, termine piemontese che un tempo indicava lo spuntino dei contadini prima del calar de sole e oggi indica quell’ultimo stralcio di giornata in cui i più fortunati mescolano, senza pause, mangiate e bevute d’aperitivo e di cena. La merenda del salto si fa con piatti tradizionali come bagnacauda, trippa in umido, finanziera, oltre a varie interpretazioni delle acciughe. Da qui passava l’antica via del commercio del sale e delle acciughe, che andava dal mare alle Alpi (il nome del locale cita un libro di Nico Orengo che racconta proprio storia e aneddoti della via del sale). E ci passo anche io una mattina di luglio, di ritorno da una scampagnata tra vecchie vigne semi-selvagge in Val di Susa, a quasi mille metri d’altitudine, al seguito di Mario Siragusa che da quelle vigne produce dei vini “di montagna” che mi piacciono molto. Il Salto dell’Acciuga ha un’ampia selezione di vini naturali ed è uno dei pochissimi luoghi che possiede alcuni rari esemplari dei vini di Siragusa. Per completare il quadro: ogni tanto ci sono anche delle serate con i produttori. Si può avere tutto questo in ogni valle, in ogni piccolo paese, per favore?

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di Diletta Sereni

Crosta | Milano

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Foto di Roberta Abate

In un anno dall'apertura - fine 2018 - credo di essere stata da Crosta in media una volta al mese. Sul fatto che serva una delle migliori pizze di Milano - la tonda e quella in pala - e che abbia uno dei pani più duraturi e profumati della città siamo credo tutti d'accordo. Il motivo per cui amo molto Crosta, la creatura di Giovanni Mineo e Simone Lombardi, è che è un posto piacevole, professionale, aperto da colazione a sera fornendo sempre quello che vorresti mangiare di più al mondo: pizza, buoni sandwich e grandi lievitati. Ovviamente come succede con i posti del cuore, ci ho portato anche mia madre in visita a Milano, la quale il giorno dopo mi ha pregato di ritornarci.

di Roberta Abate

Ravioleria Lu Pechino | Milano

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Foto di Roberta Abate

Di Ravioleria Lu Pechino ho tentato per tutto il 2019 di non parlarne: io e Victoria Small - che me lo ha fatto conoscere - abbiamo sempre taciuto la sua esistenza e, se portavamo qualche amico vietavamo l'uso della geolocalizzazione su Instagram. Per un anno abbiamo deciso di venire con qui poche persone, fidate, con la promessa che non portassero a loro volta nessun altro. Tutto questo per non farlo riempire troppo, per far sì che quella focaccina al maiale piccantissima restasse sempre disponibile per noi e che quei ravioli dai mille ripieni, rigorosamente fatti a mano, non finissero nelle grinfie di qualche giornalista a caccia di nuove aperture. Però è arrivato il momento di condividere questo "segreto": i migliori ravioli cinesi economici di Milano sono della signora Lu, che su viale Brianza ha aperto questo localino di poche pretese e dalla vivida insegna rossa. Quando ci passate davanti non siete molto invitati a entrare, ma la varietà di ravioli al suo interno è impareggiabile. Scordatevi dim sum colorati e fighetti - che poi nella maggior parte dei ristoranti cinesi viene comprato da terzi -; qui la signora Lu e sua figlia preparano una mole di ravioli di origine pechinese all'apparenza tutti uguali, e di cui non rivelano la ricetta a nessuno. E le porzioni sono magnificenti. Da provare anche anche la focaccia/pancake saltata con verdure, che picchia con l'aglio, ma che ha poco da invidiare ad altri ristoranti più patinati.

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di Roberta Abate & Victoria Small

Pizza Shambò | Milano

Il 2019 è stato un anno difficile, sono diventata freelance e ho ricominciato di nuovo a cercare metodi per risparmiare, ma prima ancora ho fatto ben due traslochi. A metà luglio, mi sono trasferita in un appartamento dietro la Stazione Centrale e una delle mie prime esigenze per familiarizzare con la zona era trovare del cibo economico, da prendere da asporto nelle serate in cui la voglia di cucinare non esisteva. Così ho scoperto Pizza Shambò, una piccolissima pizzeria aperta da meno di un anno in via Edolo 1, da un giovane pizzaiolo indiano. Le pizze qui sono ben lievitate e sopra ci puoi trovare ingredienti di ottima qualità. Le mie preferite mixano cultura indiana a cultura italiana, come la pizza patate, piselli, yogurt e spezie indiane masala e pizza-pollo — forse la miglior versione di una pizza kebab che abbia mai assaggiato — condita con yogurt, cipolla rossa, pollo speziato e insalata. I prezzi nella norma (dai 5 ai 12 euro), ma attenzione alla creatività del pizzaiolo: a volte gli piace condire le pizze a modo suo non rispettando molto il menu.

di Camilla Dalla Bona

Røst | Milano

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Foto per gentile concessione di RØST

Quando il primo incontro con un locale avviene in un cantiere alle due di notte, di fronte a un vassoio di cervella marinate e enne bottiglie di vini naturali su tavoli ancora incellofanati, non può che essere amore. Con Røst è andata un po' così: l'ho visto nascere nella vivace Porta Venezia (via Melzo 3) sole tre settimane fa, eppure ha cambiato già quattro menù e io ci sono tornata altre due volte. Tanti vini naturali (Italia, ma anche molta Francia), pochi piatti semplici ed efficaci, in piccole porzioni che sintetizzano bene il concetto alla base di questo neonato bistrot: mangiare vuol dire condividere. Al banco Enrico sa come fare l'oste: ti consiglia e, soprattutto, ti fa assaggiare ogni vino che ti propone. In cucina Lucia gioca con verdure, tagli poveri e frattaglie e te li presenta in combinazioni essenziali che vengono da piccoli produttori. In menu se siete fortunati troverete: coppa di testa, fegato di vitellona, cervella marinate, baccalà mantecato, uovo del contadino con Montebore, zucca in carpione con buccia e semi, fagioli all'uccelletto, filoni di midollo fritto, torta di riso. Sanno come farsi ricordare i mondeghili, ancora più saporiti per la presenza di pezzi di lingua nell'impasto e di limone che dà sempre quella piacevole sensazione di freschezza.

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di Cristina Rombolà

Enoteca Naturale e Associazione Salumi e Vini Naturali | Milano

Quest'anno, signore e signori, Milano ha riempito ogni pertugio disponibile di vinerie naturali, più o meno ben riuscite. Alcuni locali sono stati abili a mantenere l'atmosfera che il movimento dei vignaioli artigianali da sempre suggerisce: sapori poco convenzionali e clima scanzonato. E due posti ci sono riusciti più di altri. In ordine di apparizione: Enoteca Naturale e Associazione Salumi e Vini Naturali. Entrambi i posti raccontano due angoli di Milano molto diversi. Il primo nel Parco delle Basiliche (zona XIV Maggio) con un giardino che d'estate mi ha visto più volte sostare dal tramonto a chiusura; il secondo fra le mura apparentemente pettinate di Corso Garibaldi con uno spazio all'aperto altrettanto magnificente. Il primo è nello spazio Emergency e condivide con l'associazione ovviamente progetti sociali e culturali; il secondo è del gruppo del Botanical ed è l'altra vineria naturale aperta dopo Champagne Socialist. Il concetto è che qui gli osti dal bancone ti fanno ridere, ti sanno consigliare e ti fanno anche mangiare qualche bel piattino di salumi, crostoni e conserve di pescato.

di Roberta Abate

Casa Merlò | Bologna

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Foto di Roberto Taddeo

L'apertura più entusiasmante del 2019 a Bologna. Uno dei problemi dei ristoranti è prendersi troppo sul serio: da Casa Merlò non lo fanno per niente. Ne risulta un'atmosfera accogliente e scanzonata che fa il paio con la cucina: piatti rispettosi della tradizione bolognese, ma anche revival anni Ottanta come le penne alla vodka, strepitosi fritti di frattaglie, casseruole di melanzane alla parmigiana, dolci trasudanti grasso e felicità. Se volete saperne di più, ne ho parlato qui in maniera approfondita.

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di Giorgia Cannarella

Sentaku Ramen | Bologna

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Foto via Sentaku Ramen Facebook

Quando si parla di “pasta” in brodo, i bolognesi sono dei veri esperti. Ma ci voleva Sentaku per farcene scoprire l’interpretazione giapponese: il ramen. E per farci diventare indipendenti da tutte le diverse declinazioni dei noodles immersi in un fumante e sapido brodo, dal tofu fritto all’appetitosa pancia di maiale, tutti mangiati, come tradizione nipponica vuole, al bancone. Non si accettano prenotazioni, come nei veri ramen bar giapponesi, e se vi avanza dello spazio provate anche gli altri piatti di derivazione giapponese.

di Giorgia Cannarella

Jacopa | Roma

Foto embed via Instagram

Avete presente i ristoranti d’albergo tutti fighetti con le tovaglie bianche? Ecco, no. Appena entri da Jacopa ci trovi un bar che fa ottimi cocktail, poi giri l’angolo e la sala sembra un normale bistrot un po’ elegante, un po’ minimal, dove va in scena una delle cucine gastronomiche romane più brutali che possiate trovare. Jacopo e Piero, che nel frattempo sono diventati amici, insieme ai piatti ti servono battute tipo “Oh, attento che nelle cosce del fagiano forse ci trovi il pallino. Ma non preoccuparti, è piombo morbido.” Loro sono dei grandi, come grandi sono i loro piatti: il bottone ripieno di coniglio è fatto per metà con farina di noccioli d’oliva polverizzata; l’anatra è servita intera che ti devi succhiare gli occhi, come secondo hanno un orecchio di maiale che non ti nascondono nemmeno se li preghi in ginocchio. E in un gourmet romano, trovare etica nei produttori e una carta dei vini quasi tutti naturali non è affatto facile.

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Zero compromessi. In un hotel in centro. Follia pura. Li amo.

di Andrea Strafile

Callimaco | Roma

Sembra di entrare a Parigi in un bistrot a Montmartre, piccolo, intimo e con la cucina a vista.
Una delle pareti è completamente piena di bottiglie, e infatti la carta dei vini è da studiare.
Da Callimaco trovate lievitati e dolci eccellenti, io infatti ci sono tornata più volte per la colazione e per stare bene con gli amici. L'ubicazione poi me lo fa amare particolarmente: si trova in una zona multiculturale in crescita, da tenere d’occhio.

di Paola Buzzini

Retrovino | Roma

Retrobottega è uno dei ristoranti dove mi piace mangiare di più. Ogni volta che Alessandro Miocchi esce dalla cucina e mi fa vedere tutto fiero quanto sia figa la patina di muschio sopra una corteccia o mi lascia una bottiglia di esperimento di kombucha, capisco quanto gli piace il mestiere che fa. Quest’anno è nato anche il fratellino Retrovino, al portone girato l’angolo. Mi piace perché c’è un unico tavolo sociale e sembra un Omakase Bar giapponese. Non tanto perché ti affidi al cuoco, quanto perché prepara le cose davanti a te e alla fine gli dici “fai tu.” Giuseppe Lo Iudice ti serve vini naturali, canonici, biologici, basta che siano buoni. I piatti sono un po’ più piccoli, così assaggi più roba, come il conigli, fermentati e un sacco di verdura e tutto quello che ti mangi ha un sapore pazzesco e una storia, e sei felice. Vabbè, per farla breve. Se qualcuno di voi avesse voglia di un aperitivo che diventa cena che diventa dopo cena e uscire da quella porta nei vicoli di Roma con la pancia piena, belle chiacchiere e un po’ sbronzi ma felici, Retrovino ha la risposta a tutto.

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di Andrea Strafile

The Place | Fregene

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Foto di Paola Buzzini

Una pasticcera e un bartender si sono innamorati, sposati in tre mesi e hanno aperto un locale un po’ gipsy con giardino a due passi dal mare. Da Roma la gente si sposta per il brunch di The Place, e per i loro ramen. Organizzano anche merende creative per chi ha prole e hanno già ospitato diversi Street Artist di fama internazionale per arricchire il locale. Ottimi i bagel, pane e lievitati dolci fatti tutti da loro.

di Paola Buzzini

Di Sotto | Cosenza

Finiamo questa carrellata di posti preferiti con un'apertura che non avrebbe sfigurato a Milano o a Roma, ma che si trova invece in Calabria, esattamente a Rende (Cosenza). Qui una giovane coppia ha deciso di aprire Di Sotto, una vineria naturale con piattini che raccontano la regione, e la raccontano bene. La selezione in bicchiere è la vera chicca: quasi tutti i vini - tranne gli champagne - possono essere assaggiati al calice. Poi tartare di podolica, 'nduja artigianale servita calda e un piatto per l'aperitivo che a Milano ti farebbero pagare 20 euro, ma che qui in Calabria è sotto i 10.

di Roberta Abate

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