FYI.

This story is over 5 years old.

africa

Il Kenya potrebbe diventare il prossimo paese africano a legalizzare l’omosessualità

Compiere atti omosessuali, nel paese africano, può costare anche 14 anni di prigione. Ma un'organizzazione LGBT sta cercando di sfidare la legge e ottenere nuovi diritti.
Proteste contro l''anti-gay bill' a Nairobi, in Kenya, nel febbraio 2014. Foto di Dai Kurokawa/EPA

In un paese dove i rapporti sessuali tra omosessuali sono punibili con il carcere fino a 14 anni, e dove la comunità LGBT subisce continuamente attacchi, anche una bandiera arcobaleno appesa a pochi passi dalla residenza ufficiale del presidente a Nairobi rischia di diventare un simbolo di ribellione.

All'interno dell'edificio a cui è appesa la bandiera, una delle principali organizzazioni per i diritti LGBT del Kenya, la National Gay and Lesbian Human Rights Commission (NGLHRC), sta lavorando su un caso attualmente in discussione alla corte suprema del paese per eliminare le pene previste per gli adulti che abbiano attività omosessuali.

Pubblicità

"Queste leggi ledono la dignità delle persone colpite, vietando loro l'auto-espressione più intima e privata," si legge nella petizione.

È la prima volta che qualcuno si è opposto apertamente ai divieti. L'avvocato e leader di NGLHRC Eric Gitari spiega di aver chiuso gli uffici dopo aver presentato la mozione, per paura di ritorsioni da parte della popolazione, ma al suo ritorno, dopo dieci giorni, non era arrivata nessuna minaccia o violenza.

"Volevamo controllare la reazione del pubblico, senza mettere a rischio il nostro staff, ma la reazione non è stata quella che ci aspettavamo. Pensavamo che ci sarebbero state ritorsioni, ma invece non è successo," racconta.

La notizia è stata a malapena citata nelle prime pagine dei giornali locali, e la reazione sui social media è stata quasi inesistente. Il prossimo mese, comincerà il processo della Corte Suprema, sebbene le con le varie fasi d'appello potrebbero volerci fino a cinque anni per una sentenza.

Il Kenya è una delle 34 nazioni africane in cui l'attività omosessuale è illegale, e alcuni paesi si spingono fino a punirla con l'ergastolo o persino la morte. Ma Gitari spera che il suo paese possa presto seguire i passi di Mozambico o São Tomé e Príncipe, i quali, negli ultimi anni, hanno depenalizzato l'omosessualità.

Il caso presentato da NGLHRC ruota into alla Sezione 162 del codice penale del Kenya — una legge introdotta nel 19esimo secolo durante la colonizzazione inglese dell'Africa occidentale. Sotto la dicitura di "offese contro natura," questa legge condanna chiunque abbia "incontri carnali con qualsiasi persona che sia contro l'ordine di natura."

Pubblicità

Secondo il governo keniano, 595 casi sarebbero stati perseguiti sotto la Sezione 162 tra il 2010 e il 2014, sebbene Gitari e il suo team abbiano scoperto che la maggior parte di questi riguardava atti di bestialità e stupri — reati che, stando alla legge, sarebbero paragonabili al sesso consensuale tra omosessuali.

In realtà, spiega Gitari, la legge viene raramente applicata contro l'attività omosessuale, e soltanto una persona sarebbe stata incarcerata dal 2011. Ma gli attivisti sostengono che la legge finisca comunque per legittimare la discriminazione, in una società in cui il 90 per cento delle persone si oppongono all'omosessualità — stando ai dati raccolti da un sondaggio del 2013 del Pew Research Center.

Gitari stesso è stato vittima di outing, essendo stato dichiarato uno dei "gay più importanti" del Kenya sulla copertina di un quotidiano nazionale nel 2015, mentre nel febbraio dello scorso anno due dei suoi clienti sono stati sottoposti ad analisi anali e test per l'HIV dalla polizia, dopo essere stati accusati di attività omosessuali sotto la Sezione 162.

Leggi anche: Per questo famoso attivista LGBT americano la situazione italiana "è uno scandalo"

Questo è stato il primo caso di esami anali forzati di cui Gitari è a conoscenza, ma sa di altri uomini a cui sono state risparmiate procedure umilianti all'ultimo minuto, per mano di medici che si sono rifiutati di eseguire i test. Intanto, l'attenzione mediatica riguardo il caso ha portato ad attacchi su uomini sospettati di essere gay, in alcune parti del paese, costringendo decine di persone della comunità LGBT a lasciare le proprie case.

Pubblicità

Questa settimana il tribunale ha ricevuto una petizione da parte di due uomini che hanno contestato l'uso di esami anali. La sentenza è prevista per i prossimi mesi.

È sempre sotto la Sezione 162 che la domanda di Gitari per registrare la NGLHRC come una onlus è stata negata nel 2013 sulla base che stava promuovendo comportamenti ilegali. La Corte Suprema ha poi rovesciato la decisione, ma l'organo di governo incaricato di gestire la Commissione di Coordinamento delle onlus ha poi fatto appello, per una battaglia in cui Gitari è ancora impegnato.

Il procedimento per la registrazione ha già portato una vittoria, dopo che la Corte Suprema ha sentenziato che l'orientamento sessuale di una persona è protetto dalla costituzione — vale a dire che il diritto alla privacy, alla dignità, e all'uguaglianza che appare nei diritti sanciti dalla costituzione non può essere limitato alle persone con un particolare orientamento sessuale.

In ogni caso, la crescente criminalizzazione dell'omosessualità continua a emarginare le persone LGBT e a renderle vulnerabili a violenza e ritorsioni.

"Gli uomini giovani vanno a letto con uomini più anziani per motivi economici, e poi gridano allo stupro se non ricevono i soldi che hanno richiesto," spiega Gitari. "Noi forniamo aiuto legale per tantissimi casi di ritorsione di questo tipo. Quando le persone non sono libere di vivere la loro intimità, poi si mettono in situazioni poco sicure."

Pubblicità

Nel frattempo, oltre all pericolo di attacchi omofobici, Gitari racconta che la crescente criminalizzazione dell'omosessualità contribuisce al grave problema dei suicidi nella comunità LGBT del Kenya. Gitari dice di conoscere tantissime persone che si sono poi suicidate, e di aver considerato lui stesso anche questa 'opzione'.

"È qualcosa che tutti gli omosessuali di questo paese hanno considerato, nella loro vita. Ho pensato al suicidio quando ero giovane," ricorda. "Quel senso di aver perso ogni speranza, senza nessun posto dove le persone possano incontrarsi, è ciò che uccide le persone. E causa di tutto questo è la legge."

Secondo Gitari, la capitale del paese offre una specie di rifugio di tolleranza per la comunità LGBT. Ma persino lì ci sono problemi.

"Nairobi ci concede l'anonimato. Ognuno fa i propri affari," racconta. "Ci sono stati casi di stupri e violenze e attacchi fisici, ma il fatto che non siano sistematici e su larga scala mostra che non è niente di paragonabile a ciò che accade nei paesi a noi vicini, tipo l'Uganda."

È stato proprio a Nairobi che un video musicale a favore degli omosessuali è stato filmato a inizio anno, un remix della hit del 2012 di Macklemore, "Same Love."

Quando è apparso su YouTube, la Commissione per la classificazione dei film del Kenya (KFCB) ha tentato di farlo rimuovere da Google, tanto che il Capo Esecutivo del KFCB Ezekiel Mutual aveva sostenuto che i contenuti del video avrebbero potuto trasformare la popolazione in "Sodoma e Gomorra." Sebbene Google abbia rifiutato di rimuovere il video, ha concesso di pubblicare un annuncio per il pubblico keniano, avvertendo di contenuti "potenzialmente inappropriati." I realizzatori del video hanno aggiunto alla descrizione l'avviso "Questo video contiene immagini e un messaggio che alcuni potrebbero ritenere inutilmente offensivi."

Pubblicità

Nel twittare la sua indignazione insieme a un link del video incriminato, però, il KFCB l'ha involontariamente reso più popolare, portando le visualizzazioni da un paio di centinaia a oltre 250mila.

KENYA: Film Classification Board bans 'Same Love' video featuring gay Kenyans saying it 'promotes' homosexuality https://t.co/ulK5o2OiCr
— DENISNZIOKA (@DenisNzioka) February 23, 2016

Se la canzone è stata considerata un successo per il movimento dei diritti dei gay in Kenya, i commenti della pagina YouTube indicano che rimane ancora molto da fare.

Gli abusi sono arrivati a colpire anche uno degli attori che compaiono nel video, che non aveva ancora confessato la proprio omosessualità a famiglia e amici, e sostiene di essere stato inondato di messaggi abusivi e minacce violente, per telefono e sui social media.

"Ho bloccato i numeri e cambiato le mie impostazioni di privacy. Mi stavano impressionando," ha detto a VICE News, chiedendo di mantenere l'anonimato. "A volte ho persino paura a camminare per strada. Sono abbastanza impaurito."

Ma Gitari crede che se la legge venisse cambiata, i comportamenti della società cambierebbero di conseguenza, e sostiene che ci sia la volontà politica – nonostante gli ultimi commenti omofobici del vice presidente Williamo Ruto mettano in evidenza come persista una dura opposizione.

"La legge è una grosso impiccio. Se la rimuoviamo le persone capiranno che gli omosessuali non sono criminali," sostiene, aggiungendo che il governo è estremamente interessato a promuovere il Kenya come un luogo sicuro per gli affari e alcuni studi hanno dimostrato che le leggi contro l'omosessualità rimangono una barriera.

Pubblicità

"C'è molta volontà politica. Abbiamo visto consistenza da parte della classe politica a astenersi dalle questioni legali quando si tratta di diritti umani," spiega.

Questa volontà è già stata dimostrata dai tribunali del paese, in seguito alla decisione storica del 2014 che ha concesso all'attivista keniano per i diritti dei transgender Audrey Mbugua di cambiare il proprio sesso sui documenti scolastici.

"Il Kenya potrebbe diventare un leader nella regione per i diritti dei gay, sono tempi entusiasmanti," ha riferito Gitari.

Neela Ghoshal, ricercatrice LGBT di Human Rights Watch, concorda che il Kenya potrebbe trovarsi sul punto di fare un passo molto importante che potrebbe avere risonanza in tutto il continente, dove il sesso tra omosessuali è punibile con l'ergastolo in paesi come Uganda, Zambia e Sierra Leone, mentre addirittura comporta la pena di morte in Sudan, Mauritania e Nigeria del Nord.

Al momento, il Sud Africa è l'unica grande economia africana ad aver fatto grandi progressi nell'ambito dei diritti LGBT, dopo essere diventata la quinta nazione nel mondo e la prima dell'emisfero Sud ad aver legalizzato il matrimonio tra coppie dello stesso sesso, nel 2006.

"Si sente una grande spinta generale," sostiene Ghoshal riguardo il caso legale portato avanti da NGLHRC. "Sicuramente, gli altri paesi stanno seguendo il processo."

Ma Ghoshal avverte che il cammino non sarà facile. "Ormai lo sappiamo: in Kenya qualsiasi processo politico può arrestarsi improvvisamente."

Leggi anche: In Kenya è legale effettuare test rettali per stabilire l'orientamento sessuale degli uomini


Segui VICE News Italia su Twitter, su Telegram e su Facebook

Segui Anna Dubuis su Twitter: @annadubuis