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La guida di VICE al referendum costituzionale

Il volantino degli ultracattolici sul No al referendum è il migliore spot per il Sì

Matrimonio gay, liberalizzazione delle droghe, adozione per gay e single: lo scenario prospettato dagli ultracattolici italiani in caso di vittoria del Sì al referendum è la migliore pubblicità che questo potesse ricevere.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Nell'ultima settimana, mentre le propagande contrapposte aumentano d'intensità su base quotidiana, ci sono state una serie di rivelazioni importanti sul referendum costituzionale: da un lato abbiamo scoperto che se andremo a votare No bloccheremo il paese e faremo piangere le nostre nonne (e Roberto Benigni); dall'altro che, se voteremo Sì, spalancheremo le porte a un'oligarchia senza freni, consegneremo il paese a JP Morgan e getteremo l'Italia in una distopia orwelliana.

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A quest'ultimo proposito—sempre per rimarene sul fronte del No che predica catastrofismo—quelli che sono in prima linea nello sbandierare i vessilli dell'Apocalisse sono indubbiamente loro: gli ultracattolici italiani.

L'ultima volta che ci avevo avuto a che fare di persona è stato al Family Da dello scorso, quando mi ero ritrovato tra striscioni contro la "Gaystapo," cartelloni che denunciavano l'equazione "MATRIMONIO GAY = BLASFEMIA," e migliaia di persone convinte che l'approvazone del ddl Cirinnà avrebbe spalancato le bocche dell'inferno. Com'è andata a finire lo sappiamo tutti: la legge—pur tra mille difficoltà e modifiche—è passata e il movimento ha perso un po' della sua forza d'urto, disperdendosi in velleitarie avventure partitiche e attacchi al subdolo genderismo di Kung Fu Panda 3.

Poco dopo quella manifestazione, e nel bel mezzo della discussione parlamentare sulle unioni civili, il neurochirurgo Massimo Gandolfini (presidente del comitato promotore del Family Day) l'aveva giurata a Matteo Renzi: "Ce ne ricorderemo, visto che non noi ma lui ha legato il suo futuro politico al referendum sulle riforme. E quella è una bella data in cui ci ricorderemo chi ci ha offeso in maniera arrogante e proterva."

Nel maggio del 2016, per dare seguito a queste parole, è poi nato il "Comitato famiglie per il No." L'obiettivo, si legge nel sito di Generazione Famiglia, è quello di radunare "tutti quei laici e cattolici ancora feriti e umiliati" e dar loro "l'ultima chance per far sentire quella voce pervicacemente ignorata dalle lobby." L'arma finale è il NO al referendum, che ovviamente "sarà ben motivato e non animato da sentimenti di vendetta e odio."

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Bene: in cosa consiste esattamente l'espressione "ben motivato" degli ultracattolici lo si può vedere dal volantino ufficiale preparato dal comitato. Nella prima parte si dice sinteticamente che ci sarà una "deriva totalitaria"—non "autoritaria": proprio totalitaria—del governo, che potrà eleggere i giudici costituzionali, tutta la RAI e il presidente della Repubblica (cosa che non sta scritto da nessuna parte, ma non importa). A tutto questo si lega la perdita della sovranità popolare, che passerà automaticamente a non meglio specificate "lobby" e ai "poteri forti (multinazionali, governi esteri, agenzie)."

Il vero capolavoro è però contenuto nella seconda parte del volantino, quella che spiega cosa ci aspetta in caso di vittoria del Sì. Queste sono le "tappe già annunciate della strategia contro l'uomo e la famiglia":

E questa invece è una rappresentazione visiva di quello che succederà dal 5 dicembre in poi secondo il Comitato Famiglie:

Secondo il comitato sarà LA FINE: in men che non si dica avremo i matrimoni gay e le adozioni, le strade si riempiranno di droghe liberamente accessibili, le coppie impiegheranno due secondi a divorziare, le donne affitteranno gli uteri a tutto spiano e il ddl Scalfarotto (quello che introduce l'aggravante per omofobia e transfobia, da cui il criptico riferimento contenuto nel volantino) diventerà legge, invece di languire in Parlamento da tre anni.

Ora, non devo spiegare perché questo scenario sia del tutto assurdo, sproporzionato e delirante rispetto al merito reale della riforma; e nemmeno far notare quanto questo volantino sia uno dei migliori spot realizzati per la campagna della parte avversa. Se davvero la fine del bicameralismo perfetto e la modifica del Titolo V portassero a tutto ciò, be', allora con ogni probabilità il Sì vincerebbe con il 145 percento.

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