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Attualità

Quando lo spin-doctor di Salvini creava siti di propaganda per Berlusconi

Luca Morisi è il responsabile della comunicazione di Matteo Salvini, ma un tempo era quello che faceva i siti su 'Turbosilvio'.
Grab via Internet Archive.

Nell’opinione comune, Matteo Salvini è un “grande comunicatore,” un politico in grado di sintonizzarsi alla perfezione con gli umori dell’elettorato e parlare “alla pancia del paese.” Capita di frequente che a tenere banco nel dibattito siano i modi della sua comunicazione, prima ancora che i contenuti: dalle citazioni di Mussolini alla diretta Facebook con l’unboxing dell’avviso di garanzia al Viminale, passando per la sequela interminabile di foto delle sue vacanze.

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Tutto questo obbedisce naturalmente a una strategia studiata, che si muove lungo due direttrici fondamentali: pervasività e disintermediazione. Salvini utilizza i social network in modo da occupare quasi costantemente il ciclo delle notizie, veicolando un’immagine di sé che è allo stesso tempo quella dell’uomo forte—il “Capitano”—e quella dell’uomo comune, “uno di noi,” che si fa i selfie sulla spiaggia, fotografa il cibo e commenta liberamente i fatti del giorno.

Dietro a questa strategia c’è Luca Morisi, il responsabile della comunicazione che affianca Salvini almeno dal 2013. Morisi viene descritto a volte come una specie di Steve Bannon italiano, che grazie a fantomatici software personalizzati—la “Bestia”—riesce a costruire e manipolare un consenso sempre in crescita. È però probabile che il suo ruolo sia largamente sopravvalutato, non tenendo conto di altri fattori interni ed esterni alla base del successo politico di Salvini—oltre che dell’importanza del medium televisivo, ancora decisamente più influente di internet in Italia.

Luca Morisi, insomma, non è un genio del male: è un social media manager che sa fare il suo mestiere, e che in questo momento lavora per un politico sulla cresta dell’onda. Ma non è sempre stato così. Durante una fase poco conosciuta della sua carriera passata, Morisi spendeva infatti le proprie doti a favore di un altro attore della politica italiana: Silvio Berlusconi.

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Sembra passata un’era geologica: nella primavera del 2005 una breve crisi politica seguita alle elezioni regionali chiudeva l’esperienza del governo Berlusconi II, dalle cui ceneri sarebbe immediatamente nato il Berlusconi III. In quei giorni, sull’home page di un sito internet chiamato semplicemente wberlusconi.com campeggiava una scritta lampeggiante: “SILVIO, GRANDIOSO! Grande mossa! La crisi più breve e una lezione di politica alle presunte 'vecchie volpi'…"

Dietro la firma “Pressione.Nord.Liberale/2006,” i promotori dell’iniziativa specificavano di non essere “in alcun modo legati a partiti, associazioni o altre organizzazioni di carattere politico o istituzionale.” Il sito, a suo modo, era innovativo per l’epoca: funzionava come una sorta di bacheca dove chiunque poteva lasciare un “messaggio di sostegno” al presidente Berlusconi, e sarebbe stato particolarmente attivo nei due anni successivi, durante la caduta del Berlusconi III, la breve parentesi del governo Prodi e il ritorno trionfale di Silvio a Palazzo Chigi, salutato sobriamente in questo modo:

Screengrab via Internet Archive.

Il sito era talmente eccessivo nella partigianeria berlusconiana da apparire farsesco, e i messaggi di sostegno lasciati dagli utenti non erano da meno, tra chi chiedeva un colloquio a Mediaset e chi suggeriva di progettare un “bruciatore a largo” per risolvere il problema dei rifiuti a Napoli: se ne trova traccia in alcuni blog dell’epoca, oltre che sull’Internet Archive.

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Non era il primo esperimento del genere di Morisi—che, stando al curriculum reperibile sul sito del ministero dell’Interno, in quegli anni affiancava al lavoro all’Università di Verona come professore a contratto un impiego presso “se stesso” come “esperto di Information & Communication Technology.”

Nel luglio del 2004 aveva aperto infatti il sito wtremonti.com—con lo stesso format—per supportare l’ex ministro dell’Economia, costretto alle dimissioni per divergenze con l’allora vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini. Non mancavano anche in questo caso il “guestbook” con i messaggi di sostegno, il disclaimer che mette le mani avanti sulla spontaneità dell’iniziativa, una breve rassegna stampa e le solite scritte lampeggianti a caratteri cubitali.

Screengrab via Internet Archive.

Ma che cos’era Pressione.Nord.Liberale? L’intento di Morisi—e di Andrea Paganella, suo futuro socio in Sistema Intranet Srl e ora capo segreteria di Salvini—era probabilmente quello di presentarsi come una sorta di think tank di centrodestra, per inserirsi in un ecosistema piuttosto vivace che all’epoca contava numerosi blog, gruppi informali e organi di informazione come Tocqueville, il comitato “Per l’Occidente” di Marcello Pera—il cui banner compare a un certo punto sulla testata di wberlusconi.com—o il sito specializzato in satira anti-prodiana Il Giulivo, attivo fino al 2011 e promotore di ricontiamo.com, un sito a favore del riconteggio delle schede elettorali dopo la risicata vittoria di Prodi.

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A fare da collante tra questi soggetti erano l’ossessione per la “sinistra statalista,” il sostegno acritico al Berlusconi della “rivoluzione liberale,” la passione per Oriana Fallaci e per George W. Bush—la cui seconda vittoria elettorale viene debitamente festeggiata da un altro sito di Pressione.Nord.Liberale, italiansforgeorgewbush.com.

Screengrab via Internet Archive.

A ben guardare, in siti come wberlusconi e wtremonti si notano alcune caratteristiche che fanno parte dello stile comunicativo di Morisi ancora oggi, a partire dall’esasperata semplificazione del messaggio, al limite dell’infantilismo: la politica è ridotta a tifoseria, tra singole figure dotate di statura eroica (“Turbosilvio” ieri, il “Capitano” oggi) che combattono contro nemici ridotti a macchietta, a cui si riservano nomignoli e sfottò: le “vecchie volpi della politica,” i “corvacci statalisti,” i “rosiconi.” Sotto questo punto di vista, si può riconoscere quanto il culto della personalità che si sta costruendo attorno Salvini sia erede diretto della stagione del berlusconismo, molto più di quanto si pensi.

I nomi di Morisi e Paganella non compaiono mai sui siti in questione—almeno da ciò che si può ricostruire usando l’Internet Archive—e il sito ufficiale di Pressione.Nord.Liberale sembra essere rimasto in costruzione dal 2004 al 2008, mai finito. Cercando online, però, si trova traccia dello zelo autopromozionale dei creatori del network, che smaniavano evidentemente dalla voglia di farsi notare.

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Un commento pubblicato a luglio 2004 su Dagospia, firmato Luca Morisi, segnalava la nascita dell’iniziativa a sostegno di Tremonti, “di cui—a sua insaputa—abbiamo deciso di diventare grandi supporters anche online.” Sempre a Dagospia lo stesso Morisi scrive di nuovo nel dicembre 2009, per informare delle “decine e decine di messaggi di solidarietà giunti su www.wberlusconi.com” in seguito al famigerato lancio della statuetta del Duomo di Massimo Tartaglia.

L'home Screengrab via Internet Archive.page di ricontiamo.com.

Ma il commento più interessante è datato gennaio 2008: in questo caso “Luca e Andrea” segnalano la nascita di un altro sito—prodigohome.it, di cui purtroppo non restano tracce—commentando un post sul blog di Antonio Palmieri. Deputato di Forza Italia (oggi come allora), Palmieri è sin dagli anni Novanta l’uomo della comunicazione di Silvio Berlusconi, di cui ha curato praticamente tutte le campagne elettorali.

Lo scorso giugno, Palmieri e Morisi si sono seduti allo stesso tavolo alla Camera dei Deputati, partecipando come ospiti alla presentazione di un libro di Edoardo Novelli sulle campagne elettorali in Italia. In quell’occasione, Palmieri ha rivendicato la paternità di molte delle soluzioni comunicative ora adottate da Morisi: “Tutto quello di cui parliamo oggi, l’abbiamo inventato prima noi.”

Non è chiaro il motivo per cui Morisi e Paganella si siano impegnati tanto tra il 2004 e il 2008 per fare campagna spontanea a favore di Berlusconi. Se davvero—come sembra—erano ancora due illustri sconosciuti senza nessun legame politico rilevante (entrambi avevano solo un passato da consiglieri provinciali e di circoscrizione a Mantova), è probabile che la rete di “siti instantanei” servisse soltanto come vetrina, per dimostrare la propria capacità di muovere traffico e dibattito e sperare di farsi notare da qualcuno. Ha funzionato: ora i due soci di Sistema Intranet, da zelanti allievi che superano i maestri, stanno vivendo da protagonisti il proprio personale berlusconismo.

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