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Mafia

Gelaterie, estorsioni e avvocati uccisi: storia della mafia italiana in Australia

La cosiddetta "Società", presente in Australia dal 1922, ha mosso i primi passi nel settore della frutta e verdura, per poi spostarsi verso narcotraffico, sequestri, estorsioni e omicidi.
Foto di Tony Webster/Flickr

Intorno alle tre di notte del 15 marzo, il corpo di Joseph Acquaro è stato trovato nel retro della sua gelateria di Melbourne, in Lygon Street, nel cuore della comunità italiana in Australia.

Si pensa che Acquaro avesse appena chiuso il negozio e si stesse dirigendo verso la sua macchina, quando è stato ucciso dai colpi di pistola esplosi da una macchina in corsa.

I residenti del quartiere lo ricordano come un pilastro della comunità italiana: Acquaro era l'ex presidente della Camera di Commercio italiana e fedele membro del Reggio Calabria Club di Parkville.

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La stampa, tuttavia, si è subito occupata di Acquaro per un altro collegamento 'calabrese' — quello che lo vorrebbe avvocato del ramo australiano della 'ndrangheta, la Società Onorata. Se questo fosse vero, Acquaro sarebbe l'ultima vittima di uno dei gruppi criminali più brutali e segreti del paese, le cui violenze hanno avuto inizio più di un secolo fa.

È possibile che non abbiate mai sentito parlare della "Società," in quanto l'altra cerchia malavitosa di Melbourne, quella capitanata da Carl Williams, ha dominato la scena mediatica per tutti gli anni duemila. Ma mentre i nomi di Jason Moran, Mick Gatto e Tony Mokbel diventavano noti, la Società consolidava silenziosamente il suo potere. Tra il 2004 e il 2014, i membri della cosca hanno accumulato quasi 7 milioni di euro tra beni immobili e cavalli da corsa nella sola regione di Victoria, soldi che hanno poi finanziato magazzini, bar, ristoranti e la catena di pizzerie La Porchetta.

La Società ha sempre avuto interessi economici diversificati. La presenza della 'ndrangheta in Australia può esser fatta risalire al 1922, quando la nave Re d'Italia ha lasciato la Calabria ed è attraccata ad Adelaide. Dalla nave sbarcarono tre membri della 'Ndrangheta, e così fu fondata una nuova branca dell'organizzazione mafiosa. La Società ha mosso i primi passi nel settore della frutta e verdura – dove divennero famosi per le estorsioni ai contadini e per il pizzo richiesto ai proprietari dei banchi del mercato. Poi dagli ortaggi, la Società si è mossa verso il narcotraffico, i sequestri, l'estorsione e anche qualche omicidio.

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I primi anni sono stati segnati da una violenta guerra tra i nuovi arrivati dalla Calabria e i siciliani, che erano in Australia già da 20 anni. Come avvenuto a New York, dove 'ndrangheta calabrese e mafia siciliana si sono contese aree e traffici, questa rivalità si è riproposta anche in Australia dove, tra il 1928 e il 1940, dieci omicidi avvenuti nel nord del Queensland sono stati attribuiti a questa lotta interna.

Nel 1960, i calabresi avevano già preso possesso del mercato all'ingrosso di frutta e verdura a Melbourne, ma l'omicidio di un lavoratore del mercato, Vincenzo Angilletta, ha suscitato una nuova ondata di violenza. Angilletta si trovava in macchina sul vialetto di casa, a Northcote, quando è stato colpito da due proiettili penetrati attraverso il vetro posteriore. Sua moglie Maria lo ha trovato morto al volante, con la macchina ancora in moto.

I mercati di Queen Victoria negli anni Sessanta. Foto d'archivio.

Dietro all'omicidio di Angilletta c'era il desiderio della Società Onorata di ottenere più controllo sul territorio.

Si pensa che Angilletta avesse infatti dato vita a una fazione intestina chiamata La Bastarda che - nel suo momento di maggior successo - raggiunse i 300 membri, rappresentando una minaccia per il gruppo originale. L'assassinio venne presumibilmente ordinato dall'Australian Crimine, una sorta di consiglio d'amministrazione incaricato, direttamente dal quartier generale italiano, di evitare che il ramo australiano finisse fuori controllo. Si dice che l'Australian Crimine sia operativo ancora oggi.

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La vendetta arrivò presto. Nel 1964, Vincenzo Muratore – il tesoriere della Società – fece la stessa fine di Angilletta: fu freddato mentre era seduto in macchina, nel vialetto di casa, prima di andare al mercato.

I "Market Murders" degli anni '60 diedero alla polizia australiana la possibilità di sbirciare dentro al mondo criminale sviluppatosi nel corso degli anni. Per indagare sul gruppo mafioso, venne chiesto un aiuto dall'estero: il supervisore della narcotici americana, John T. Cusack, e un vice commissario di polizia calabrese, il dottor Ugo Macera, si recarono in Australia. Nessuna delle loro indagini, tuttavia, è stata mai resa pubblica.

Alcune copie dei risultati delle indagini di Cusack, tuttavia, sono state trafugate — e parlano di una società segreta italiana presente nell'area di Victoria, nel New South Wales e nel sud dell'Australia, con avamposti anche nell'area del Queensland e nell'ovest del paese. "La Società Onorata calabrese si è affermata in Australia," scriveva l'uomo della narcotici. "Questa Società è impegnata nell'estorsione, nella prostituzione, nella contraffazione, nel contrabbando, nelle rapine, nel gioco d'azzardo illegale e nel traffico d'armi."

Ci vollero più di dieci di anni perché la Società tornasse a far notizia — quando l'attivista del partito liberale anti-droga Donal MacKay fu ucciso nel 1977 a Griffith, nel New South Wales, territorio di conquista della Società australiana. MacKay svanì dal parcheggio dell'hotel Griffin, dove era andato a bere con gli amici, e non fu mai più visto.

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Gli investigatori rinvennero delle macchie di sangue sul suo furgone e tre bossoli calibro 22 sull'asfalto.

Il destino di MacKay era già stato deciso: durante un processo a quattro calabresi impegnati nella coltivazione di marijuana a Coleambally, 65 chilometri a sud di Griffith, MacKayvenne accidentalmente menzionato dalla giuria come il supertestimone che aveva permesso di scoprire l'illecito. Per il delitto di MacKay fu incriminato Robert Trimboli, ai tempi abbastanza ricco e spavaldo da comparsi uno yacht e chiamarlo "Cannabis," poi fuggito in Spagna.

Trovandosi ad avere a che fare ancora una volta con la brutalità della mafia, il governo passò all'azione, creando la Commissione d'Inchiesta Reale per il Narcotraffico. L'inchiesta, durata due anni, portò all'attenzione dell'opinione pubblica il caso di Griffith, dove la Società coltivava enormi quantità di marijuana tra alberi di arance e vigne. Il raccolto illegale finiva poi tra cesti di frutta e verdura, e veniva trasportato via terra in diversi mercati cittadini. A oltre 30 anni di distanza, nel 2011, un rapporto della polizia ha scoperto che il modello d'affari del gruppo è rimasto praticamente identico nel corso del tempo.

I traffici illegali della Società hanno continuato a crescere per tutti gli anni ottanta, durante i quali molti membri hanno iniziato ad acquistare grandi appezzamenti di terreno lungo la costa orientale. Si stima che gli affari con la marijuana abbiano portato al gruppo un profitto annuo di oltre 40 milioni di euro. "Il New South Wales era diventato un'enorme associazione a delinquere," scrive la ricercatrice Anna Sergi.

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Erano soldi per cui valeva la pena uccidere. Nel 1982, Domenic Marafiote è sparito dopo aver fatto i nomi di alcuni membri della Società e aver rivelato alla polizia alcuni dei luoghi in cui la mafia coltivava marijuana. Ci sono voluti cinque anni prima che il corpo di Marafiote fosse trovato, sotterrato in un allevamento di polli nella regione di Victoria.

Negli anni ottanta, la Società diventò sempre più violenta, ma anche più esperta negli affari. Il suo monopolio si estese così tanto che il gruppo poteva estorcere denaro a grandi compagnie di supermercati come Coles e Woolworths, costringendoli a pagare più di 30 centesimi di euro per ogni cassetta di frutta e verdura. Si stima che nei primi anni Ottanta, Coles versasse al gruppo più di 4 milioni di euro all'anno.

La notte del 19 dicembre 1990, John Vassilopoulos – un impiegato di Coles che si era permesso di chiedere spiegazioni su questi costi extra – sentì suonare il campanello della sua casa a Ivanhoe. "Apri la porta, John," disse qualcuno da fuori. Dopo averla appena socchiusa, John venne raggiunto da un colpo di pistola. Vassilopoulos però non morì, ed venne trasferito insieme ad altri sei impiegati che temevano per la propria vita.

L'azienda di supermercati, invece, si rivolse all'imprenditore e presidente della squadra di calcio di Geelong Frank Costa, pregandolo di porre fine al controllo mafioso, e prendendo in carico la loro fornitura di frutta e verdura. La Società Onorata offrì a Costa quasi 700 mila euro all'anno per dissuaderlo dall'iniziativa, e al rifiuto dell'offerta, minacciò di ucciderlo.

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Nel gennaio del 1998, a Melbourne, l'uccisione di Alphonse Gangitano diede il via a una guerra tra organizzazioni criminali che vide le più grandi famiglie mafiose scontrarsi per circa un decennio. Trentasei uomini rimasero uccisi, ma la Società Onorata si tenne in disparte. La perdita maggiore per gli 'ndranghetisti arrivò nel 2000, quando il boss di Melbourne Frank Benvenuto, di professione fruttivendolo, venne ucciso a colpi di pistola sul vialetto di casa a Beaumaris.

A quei tempi, Joseph Acquaro diede prova per la prima volta del suo valore di avvocato, e della sua attività di consulente per la Società. Nel 2005, attraverso favoritismi personali e donazioni, Acquaro riuscì a procurare il visto a Francesco Madafferi, un criminale criminale il cui visto per l'Australia era scaduto da 12 anni. Il Ministro per l'Immigrazione Amanda Vanstone si convinse che Madafferi dovesse rimanere nel paese per "ragioni umanitarie."

Ma dopo soli tre anni, Madafferi venne arrestato nel più grande blitz antidroga del mondo: un tentativo di importare in Australia 15 milioni di pillole di ecstasy nascoste dentro a lattine di pomodori. Madafferi è stato condannato insieme ad altri 17 membri della Società Onorata.

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I crimini di Francesco Madafferi non hanno tuttavia avuto grandi effetti sulla reputazione del fratello, Antonio, che mantenne il suo prestigio di uomo d'affari con interessi politici a Melbourne. Lo scorso anno, durante una lunga indagine sulla mafia calabrese, il giornalista di The Age Nick Mckenzie ha scoperto che Antonio aveva organizzato una raccolta fondi a scopo politico nella sua villa da quasi 3 milioni di euro sulle Docklands, a cui hanno partecipato anche il parlamentare federale liberale Russel Broadbent, e il leader dell'opposizione Matthew Guy, al tempo Ministro della Pianificazione per il governo.

Molti credono che sia stata quest'inchiesta a portare alla morte di Acquaro. Le prime indiscrezioni suggeriscono che Acquaro avrebbe suscitato le ire di Antonio Madafferi, dopo aver rivelato nomi e informazioni sulla Società a McKenzie. Altre teorie speculano invece sul fatto che Acquaro volesse diventare un boss della Società Onorata, e si presentasse come "il padrino" della comunità calabrese.

In ogni caso, stando a ciò che sappiamo, alcune prove a convalida della prima ipotesi sono arrivate nel dicembre del 2015, quando un tribunale ha scoperto che "era ragionevole per la polizia sospettare che il boss della mafia di Melbourne, Antonio Madafferi, avesse messo una taglia di quasi 150 mila euro sulla testa dell'uomo che stava rilasciando informazioni alla testata The Age."


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Questo articolo è stato pubblicato su VICE Australia